UCDL si presenta alle elezioni: bisogna ricostruire l’Italia
Una battaglia di coraggio e libertà per restituire dignità alla Politica e rispettare gli italiani, anche se il muro di sbarramento per le nuove realtà mina la Democrazia.
UCDL con le Terapie Domiciliariha già lottato contro un Sistema che ha lasciato soli i cittadini durante l’emergenza. UCDL si presenta alle elezioni per ricostruire il Sistema Italia e ristabilire il patto tra politici e cittadini. Grimaldi: “Ci batteremo nonostante le elezioni studiate a tavolino, mossa dei partiti di Governo per impedire alle nuove realtà politiche di fare fronte comune e presentarsi alle elezioni”. Rigano: “Pronti al dialogo con chi propone cambiamento e soluzioni intelligenti, nel rispetto pieno della Costituzione”.
25 luglio 2022.Elezioni il 25 settembre, poco spazio per chi si propone sostenuto dalla chiara espressione di vero cambiamento della Politica, chiesto dalla popolazione.
“È l’ennesima presa in giro di chi ha governato questo Paese in un’emergenza perpetua. Sono elezioni studiate a tavolino, non è nient’altro che una mossa strategica dei partiti che hanno governato, per sbarrare la strada a chi ha ascoltato gli italiani e dato loro voce e supporto, in questi due anni”, ha affermato Erich Grimaldi, presidente UCDL, “nonostante questo noi lotteremo con ogni forza, non necessariamente da soli, tenendo fede ai principi in cui crediamo, come la garanzia di cure, la libertà di scelta e l’anticostituzionalità degli obblighi, battaglie che abbiamo portato avanti dall’inizio dell’emergenza, volontariamente e senza chiedere niente a nessuno”. L’Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà, è stata fondata per rispondere alle “richieste di cambiamento di mentalità della Politica, che negli ultimi decenni ha trattato gli italiani come una massa informe di persone a cui ordinare cosa fosse giusto pensare e cosa no”, ha detto la Portavoce UCDL Valentina Rigano, “il nostro Paese è fatto di persone, di lavoratori, di famiglie, che hanno il diritto di essere informate con trasparenza e di essere messe nelle condizioni di prendere la decisione che ritengono migliore. Abbiamo lottato strenuamente perché l’informazione facesse la sua parte, senza schierarsi. Oggi siamo pronti a dialogare con chi non dimentica quanto è accaduto in questi due anni”.
UCDL è l’espressione di battaglie portate avanti dall’inizio dell’emergenza, con migliaia di persone supportate da centinaia di medici, una battaglia per la libertà, per il lavoro, combattuta con ogni mezzo in Tribunale, per ottenere il diritto alla cura domiciliare precoce senza vigile attesa, per dimostrare quanto le restrizioni imposte dal Green Pass non abbiano giovato al controllo della pandemia, di quanto l’obbligo vaccinale sia stato un provvedimento contrario alla Scienza, fino al voto dell’8 aprile 2021, quando il Senato ha votato all’unanimità perché il Governo aprisse un tavolo di lavoro che desse spazio ai medici delle Terapie Domiciliari, per mettere a punto un vero protocollo di cura, completamente ignorato. “Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per oltre due anni, e praticamente ognuna delle nostre battaglie si è rivelata essere fondata”, ha spiegatol’avvocato Erich Grimaldi, Presidente UCDL, “tanto che la prima mossa fatta dal finalmente ex Ministro della Salute Speranza, il peggiore della storia della democrazia italiana, è stata quella di tentare di appropriarsi del tema delle ‘Cure Domiciliari’, camuffandolo nel Pnrr, senza però alcun riferimento al Covid, forse sperava che gli italiani non se ne accorgessero?”.
UCDL ha messo in campo squadre di professionisti, docenti universitari, ricercatori, medici, avvocati, giornalisti, imprenditori, eccellenze che hanno messo a punto un programma che mira a chiare e pragmatiche modifiche per la Sanità, il rispetto dei Diritti, la Sicurezza, la Formazione, l’Economia e l’Ambiente e l’attenzione alla Persona. “Non dobbiamo dimenticarci cosa hanno fatto in questi due anni le forze al Governo, e bisogna ricordarsi bene di chi invece ha teso la mano e lottato per i Diritti di tutti, contro le discriminazioni, e per il supporto di chi fa i conti con reazioni avverse non correlate, e soprattutto ha cercato soluzioni e anche un dialogo con chi le decisioni le ha prese”, ha proseguito Grimaldi, “noi abbiamo sempre basato ogni nostra azione sulla competenza, ed è da questo assunto che è nata UCDL. Vogliamo combattere questo Sistema e ricostituire un Paese forte, dare soluzioni per aiutare la popolazione, invece di camuffare le responsabilità con le conseguenze della guerra. Invocare alla sola devastazione di quello che non funziona, non porta da nessuna parte se non ci sono le idee e le proposte”.
La crisi di Governo, da intestare a chi ha pensato più alle poltrone che altro, deve “risvegliare la coscienza degli italiani, portarli a fare una scelta di campo, partecipare alla Democrazia o rassegnarsi”, ha aggiunto Rigano, “è chiaro che una Politica che vuole bene al suo Paese lo lascia con una legge elettorale che aiuti la Democrazia, ognuno tragga le sue conclusioni e agisca di conseguenza. Noi abbiamo le porte aperte, con migliaia di volontari e persone che hanno fiducia in noi”.
Due bandiere sul palco del Petruzzelli di Bari: Riccardo Muti e i Berliner Philharmoniker, alla loro prima esibizione in Puglia dal 1882. Un evento storico e simbolico, trasmesso in 80 Paesi, che ha celebrato l’unità culturale dell’Europaattraverso la musica. A raccontarne il senso profondo è lo stesso Muti in una intervista concessa al Corriere della Sera.
«Questo concerto non è solo musica, è una visione d’Europa»
Per il Maestro, il “Concerto per l’Europa” va oltre la bellezza musicale: «Non è un’esibizione di forza, ma un simbolo di ciò che l’Europa potrebbe essere se fondata sulla cultura. Come la immaginava Federico II, il “Puer Apuliae”, che scelse di vivere in Puglia e la rese un centro di cultura e bellezza».
L’omaggio a Puglia e alla Scuola napoletana
Muti sottolinea il legame storico della Puglia con la musica: «Piccinni, Paisiello, Traetta, Mercadante: tutti pugliesi che hanno influenzato la Scuola napoletana. La mia prima volta al Petruzzelli? Avevo tre anni, con i miei genitori ad ascoltare Aida».
«Il San Carlo ha dimenticato il suo passato»
Parlando dei progetti futuri, Muti auspica che l’anniversario di Piccinni sia anche un’occasione di riflessione per il San Carlo: «C’è stato molto opportunismo nel ricordare Roberto De Simone. Servirebbe una memoria culturale più autentica».
Il suono dei Berliner e il peso della tradizione
«Il suono di un’orchestra cambia con il direttore, ma resta l’identità. Quello dei Berliner è ancora segnato da Karajan e Furtwängler, potente e inconfondibile. Come accade per i Wiener o per le voci di Callas e Pavarotti».
L’Europa dei cori e delle bande
Alla musica come strumento di unità Muti dedica parole sentite: «Cantare è di chi ama, diceva Sant’Agostino. A giugno, al Ravenna Festival, 1.250 coristi canteranno Verdi per imparare ad armonizzare, a cercare insieme la bellezza e il bene comune».
E sulle bande musicali: «Sono la vera voce del popolo, strumenti di cultura per la provincia dimenticata. Io stesso ho imparato ad ascoltare con loro, a Molfetta. Oggi, quando partecipo alle feste patronali, la prima cosa che faccio è ascoltare la banda. È lì che si custodisce il cuore della musica».
«Il mio sogno? Sfilare con la confraternita di Molfetta»
Muti racconta con commozione la sua recente partecipazione alla processione dei Misteri: «Mi hanno nominato membro onorario dell’Arciconfraternita di Santo Stefano. Vorrei sfilare con loro, perché lì la gente dimentica le divisioni, si unisce nel rito e nel Mistero».
Il presidente esecutivo di Msc Crociere, Pierfrancesco Vago (foto Imagoeconomica in evidenza), in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, ha delineato le strategie future del gruppo, illustrando le prossime tappe dell’espansione globale, il ruolo dei terminal portuali, l’impegno nella sostenibilità e l’importanza dei valori familiari in un’impresa che guarda al 2050.
Una nuova società per i terminal crocieristici
Entro il 2025, MSC istituirà una società unica per gestire i terminal crocieristici, sia di proprietà che in concessione. Un modello simile a quello di TIL, che già gestisce 43 porti nel mondo: «L’esperienza nei terminal è ormai parte della strategia del viaggio: non più semplici banchine, ma parte integrante dell’offerta».
Inflazione e qualità: «Le economie di scala ci proteggono»
Vago respinge i timori sull’impatto dell’inflazione: «Le nostre economie di scala ci consentono di offrire qualità e valore al cliente. Acquistiamo 90 milioni di pasti all’anno, spesso localmente, e trasferiamo i risparmi sull’esperienza finale dei passeggeri».
Navi grandi e piccole: lusso per tutti
Sul futuro della crocieristica, Vago chiarisce: «Le navi piccole sono per il lusso tradizionale, come con Explora, ma le grandi democratizzano il lusso, offrendo esperienze complete a bordo per ogni tipo di clientela. Entrambe sono fondamentali».
Terminal, tecnologia e intelligenza artificiale
«Stiamo investendo in tecnologie ambientali e intelligenza artificiale: dalle eliche silenziose al trattamento delle acque reflue, dai sensori per monitorare le emissioni ai sistemi di concierge virtuali. L’AI migliora prenotazioni, manutenzione e gestione dei reclami».
Crociere e treni: il futuro è la mobilità integrata
Vago rilancia il progetto lanciato dopo l’acquisizione di Italo: collegare le crociere alla rete ferroviaria europea, per un trasporto più sostenibile. «Il treno è la vera transizione verde, almeno finché i carburanti alternativi non saranno disponibili su larga scala».
Cantieri saturi fino al 2029? «Una garanzia, non un limite»
Il presidente di Msc non teme la piena occupazione dei cantieri navali europei: «È una forma di controllo dell’offerta. E molte navi oggi attive non potranno navigare in futuro: serviranno nuove flotte più sostenibili».
I valori familiari alla base di Msc
«Non lavoriamo solo per il profitto — sottolinea Vago —. La nostra è un’impresa familiare con valori tramandati, fondata su sostenibilità, qualità, responsabilità verso i dipendenti. Spero che figli e nipoti abbiano la forza per continuare il nostro percorso».
L’orizzonte temporale? Il 2050
«Guardiamo anche alle trimestrali, ma la nostra vera prospettiva è il lungo periodo. Pensiamo già al 2050. Questo è il nostro orizzonte per costruire il futuro».
Generali, il nuovo cda al lavoro: sul tavolo anche l’offerta Mediobanca per Banca Generali
Il 1° maggio si riunisce il nuovo cda di Generali per definire la governance e analizzare l’offerta Mediobanca su Banca Generali. Tra trasparenza e strategie future.
Il prossimo mercoledì si terrà la prima riunione operativa del nuovo consiglio di amministrazione di Generali, insediato dopo l’assemblea degli azionisti del 24 aprile che ha confermato la leadership di Philippe Donnet come amministratore delegato e Andrea Sironi come presidente. Una tappa cruciale per completare l’assetto della governance con la costituzione dei sei comitati consiliari, tra cui il delicato comitato «Parti correlate».
Il ruolo chiave del comitato «Parti correlate»
Sarà proprio questo organismo ad avviare l’esame dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca su Banca Generali, di cui il Leone detiene attualmente il 52%. La presenza di Mediobanca nell’azionariato di Generali (13,1%) e la natura strategica della controllata Banca Generali rendono l’intero processo particolarmente sensibile, da gestire con la massima trasparenza.
Verso la scadenza del 16 giugno
L’orizzonte per una prima decisione sembra coincidere con l’assemblea di Mediobanca, fissata per il 16 giugno, quando sarà posta al voto l’Ops su Banca Generali. In vista di questa data, Generali dovrà valutare attentamente l’impatto dell’operazione sul proprio portafoglio e sulle sue strategie di crescita, avviando un dialogo con tutte le parti coinvolte.
I dubbi dei soci e le alternative sul tavolo
L’investimento in Banca Generali non è mai stato pienamente strategico per Generali, anche se ha sempre garantito ritorni interessanti — circa il 30% per gli azionisti e tra il 4 e il 5% dell’utile consolidato. Tuttavia, l’offerta di Mediobanca, che propone azioni proprie pari al 6,5% del capitale, apre la porta a scenari alternativi.
Tra questi: il reinvestimento dei proventi nella crescita dei business core del Leone, ovvero assicurazioni e asset management, oppure l’ingresso di nuovi investitori nel capitale con un’operazione del valore potenziale di 3 miliardi. I grandi soci, in particolare Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, sono in attesa di conoscere i dettagli dell’offerta e della strategia di lungo periodo.
Banca Generali: “Onorati dell’interesse, ma restiamo concentrati”
Nel frattempo, Banca Generali resta in osservazione. Il suo amministratore delegato Gian Maria Mossa ha ribadito in una lettera ai dipendenti che la banca è pronta a valutare con attenzione l’offerta, ma senza distrazioni: «Siamo consapevoli di essere una realtà straordinaria. Le performance e i risultati parlano per noi».
Venerdì Banca Generali presenterà i conti del trimestre e affronterà le domande degli analisti. È probabile che emergeranno nuovi elementi utili per capire come evolverà una partita che può cambiare profondamente gli equilibri del settore finanziario italiano.