Un momento di raccoglimento, di denuncia e di speranza si è vissuto ieri sera nella chiesa del Parco Verde, gremita come mai prima, per la messa in suffragio delle vittime della Terra dei Fuochi. Un’iniziativa fortemente voluta da don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta contro l’inquinamento e le sue tragiche conseguenze. Tra le tante testimonianze toccanti, ha colpito profondamente il messaggio vocale di Arianna, una ragazza di 14 anni ricoverata in ospedale per un tumore: «Portami la cura forte, quella che mi fa guarire. Mamma pagherà qualsiasi prezzo». Le parole della giovane hanno spezzato il cuore dei presenti, in particolare delle madri orfane dei propri figli, vittime della stessa piaga.
L’appello di don Maurizio: “Osare per fermare questo scempio”
Durante la celebrazione, don Maurizio Patriciello ha lanciato un nuovo appello, ribadendo l’importanza di non arrendersi di fronte all’inquinamento e all’indifferenza. «Abbiamo iniziato questo percorso 12 anni fa, con una messa simile, e non ci siamo mai fermati», ha ricordato. Il sacerdote ha parlato delle marce per l’ambiente, delle denunce sui siti contaminati, e delle resistenze incontrate nel tentativo di smascherare le menzogne di chi minimizzava il problema.
Alla funzione erano presenti numerose autorità e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il prefetto di Napoli Michele di Bari, il sindaco della Città Metropolitana Gaetano Manfredi, la procuratrice di Napoli Nord Maria Antonietta Troncone, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, la sottosegretaria Pina Castiello, il parlamentare Francesco Emilio Borrelli, i sindaci dell’area e i vertici delle forze dell’ordine. Al termine della celebrazione, è stato trasmesso un messaggio del cardinale Crescenzio Sepe, che ha espresso vicinanza alle comunità colpite.
La sentenza della Corte Europea: un richiamo all’Italia
La celebrazione è stata anche un momento per riflettere sulla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha criticato duramente l’Italia per non aver fatto abbastanza per proteggere la vita dei cittadini della Terra dei Fuochi. Un verdetto storico, che arriva dopo anni di battaglie e che certifica la responsabilità dello Stato nel mancato intervento tempestivo per arginare l’emergenza ambientale e sanitaria.
«Le menzogne dei negazionisti sono state smascherate», ha scritto don Maurizio in un lungo post su Facebook, ricordando quanto il sacrificio delle famiglie e l’impegno delle associazioni siano stati fondamentali per ottenere questo riconoscimento internazionale.
Il richiamo alla giustizia e alla bonifica del territorio
L’appello del parroco è chiaro: le istituzioni devono agire, e farlo subito. Serve un piano concreto per la bonifica della Terra dei Fuochi, per prevenire ulteriori tragedie e per dare giustizia alle vittime. «Pregare per gli ammalati è importante, ma senza azioni concrete non avremmo mai fatto questo passo avanti», ha ribadito.
La battaglia non è finita, ma la serata di ieri ha rappresentato un momento di unità e determinazione, con la speranza che questo grido di dolore possa finalmente tradursi in azioni tangibili per il futuro delle nuove generazioni.