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Troppe sconfitte e pessima qualità del gioco, l’ira dei tifosi del Napoli fa breccia anche sui social con l’hastag “gattusoout”

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Qual è il vero Napoli? Quello che travolge 6-0 la Fiorentina la scorsa settimana o quello che si arrende 3-1 sul campo del Verona dopo essere andato in vantaggio a 9 secondi dalla partenza con un gol di Lozano? In 8 giorni la fotografia di una squadra enigmatica, che nel girone d’andata ha mostrato un gioco eccellente da prima della classe e prestazioni penose, inguardabili. Poi,  nel mezzo, c’è la sconfitta con la Juventus nella Supercoppa italiana. La soluzione è quella di cambiare in corsa il tecnico sulla panchina per ‘raddrizzare’ una stagione turbolenta e sperare di continuare a nutrire ambizioni? Fa parte del gioco parlare di esonoro dell’allenatore quando le cose non vanno bene. Nelle ultime settimane sono circolati i nomi degli ‘ex’ Maurizio Sarri e Walter Mazzarri. Il Corriere dello Sport narra di eventuali dimissioni di Gattuso e del direttore sportivo Cristiano Giuntoli per il rientro di un altro ex illustre: Rafa Benitez. Sono boatos, la verità al momento è solo nel racconto delle difficoltà oggettive che incontra la squadra.

Rino Gattuso. L’ira dei tifosi dopo le ultime sconfitte colpisce soprattutto il tecnico

Una squadra incostante, che non sa dare alcuna certezza. Le responsabilità? Vanno sempre equamente distribuite tra l’allenatore, Rino Gattuso, che non è evidentemente riuscito a trasmettere al gruppo la sua idea di gioco, e gli stessi calciatori che appaiono troppo spesso caratterialmente poco determinati e incisivi. È più un problema tecnico-tattico o di personalità? Ecco che cosa ne pensano alcuni storici sostenitori della squadra azzurra.

 

Alberto Feola. Presidente del gruppo Ultràmici

Alberto Feola, presidente del gruppo Ultràmici, ha le idee chiare. “In 5 giorni abbiamo visto la forza caratteriale del Napoli. È una squadra tecnicamente forte (potrei dire anche molto forte) ma ahimè mal organizzata e mentalmente fragile. Avevamo l’opportunità di aggredire una Juve in grande difficoltà e soprattutto chiudere la partita con il Verona dopo il gol flash di Lozano. Sono uscite tutte le nostre carenze, tattiche e caratteriali. Il Verona – dice Feola – non vale l’intero cartellino di Koulibaly ma dopo aver sofferto i primi minuti ha vinto di squadra sfruttando il nostro crollo fisico e soprattutto tattico. Mi spiace per mister Gattuso, ha il match sulla coscienza per tanti motivi e la squadra non lo segue. Insigne ancora non all’altezza e una difesa in bambola che ha subito due gol gravi. Il centrocampo senza Demme fa acqua da tutte le parti, un terzino sinistro assente da anni e soprattutto un assetto tattico fallimentare. L’attacco del Napoli è forse il meno colpevole di questa sconfitta ma far entrare Mertens in queste precarie condizioni fisiche non ha senso. Mi auguro solo che questa ulteriore sconfitta non lasci grossi strascichi nello spogliatoio”.

Gennaro Razzino. Avvocato penalista

Gennaro Razzino, avvocato penalista, che non assolve Gattuso “Penso – spiega Razzino – che quasi tutti i tifosi chiedano oggi la testa di Gattuso. Il mister del Napoli ha dei limiti come dei limiti hanno gli stessi giocatori azzurri. Penso che Gattuso sbagli nel far alternare ancora Ospina con Meret, perché abbiamo visto tutti che Ospina è il portiere titolare. Il mister sbaglia quando si ostina a giocare a centrocampo con un modulo a due, con un Bakayoko troppo lento. Le sconfitte sono figlie di un errore tattico del modulo ma soprattutto dei limiti di organico che ha il Napoli: la classifica rispecchia la vera forza della squadra. Il Napoli a Verona con una difesa a quattro aveva ad esempio a sinistra Hysaj fuori ruolo, Maksimovic, spesso imbarazzante e Di Lorenzo che ha la responsabilità di almeno due dei tre gol presi dagli scaligeri. Petagna in avanti è un ulteriore limite. Un’altra prerogativa di quest’anno è non riuscire a finalizzare le tante azioni offensive costruite per l’assenza di un vero centravanti. Mertens ed Osimhen, reduci da due infortuni, hanno la necessità di ritrovare adesso la forma migliore. Il giocatore nigeriano, per mettere a frutto tutte le sue potenzialità richiede ampi spazi: la mia idea è che il Napoli abbia bisogno di un bomber con altre caratteristiche. La responsabilità maggiore – conclude Razzino – risiede dunque a mio parere nei limiti tecnici e tattici di molti calciatori della rosa”.

Fabrizio Di Mario. Ingegnere aeronautico

Fabrizio Di Mario, ingegnere aeronautico in un’azienda in  Svizzera, non ha mezze misure. Per lui il colpevole è il tecnico e va sostituito. “Ritengo sia il caso di intervenire subito con un cambio alla guida tecnica per ridare un po’ di entusiasmo sia ai tifosi azzurri che alla stessa equipe e per poi rifondare la squadra a giugno. Maksimovic – argomenta Di Mario – potrebbe anche andare via, non mi sembra molto presente. Del gruppo storico terrei solo Mertens e Insigne”.
Anche Michele Giannattasio, consulente d’azienda, individua in Gattuso il responsabile primo del caos tattico e del difficile momento degli azzurri. “Il Napoli appare messo male in campo, non in condizione e ciò è testimoniato da un andamento troppo altalenante. Questione di testa, si vede dall’approccio alla gara. Il centrocampo – spiega – spesso non riesce con Bakayoko a fare filtro e per volere di Gattuso i due terzini si spingono spesso in avanti senza avere il tempo poi di recuperare. Questi due elementi hanno creato spesso disagi alla difesa (come nel secondo goal del Verona). Di fatto il Napoli contro i gialloblù ha giocato solo i primi 20’ poi ha pensato bene di tirare i remi in barca…”.

I calciatori osservano il “silenzio” sui social network. Momento difficile, meglio tacere, almeno sul web, dove l’ira dei tifosi ha partorito un hashtag che non ha bisogno di commenti: “Gattusoout”.  Ci sono molti tifosi che esprimono la loro rabbia, le loro frustrazioni chiedendo un cambio tecnico alla guida del Napoli.

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De Laurentiis accelera: nuova cittadella sportiva del Napoli a Qualiano entro il 2026

Il Napoli si prepara a costruire il suo nuovo centro sportivo a Qualiano. De Laurentiis vuole iniziare i lavori entro settembre 2025 e inaugurare i primi campi nel 2026, anno del Centenario del club.

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Un incontro tra gli emissari di Aurelio De Laurentiis e il gruppo Coppola ha scongiurato l’ipotesi di uno sfratto immediato per il Napoli dal centro tecnico di Castel Volturno. Sebbene il contratto scada il 31 dicembre, nessuno intende obbligare il club a lasciare la struttura senza aver trovato una nuova sede definitiva.

Qualiano in pole per il nuovo centro sportivo

Tra le diciotto soluzioni valutate, l’area di Qualiano è ormai la prescelta: un terreno vastissimo, privo di vincoli urbanistici e già destinato a usi sportivi. Qui il Napoli vuole costruire la nuova cittadella sportiva, grazie a un accordo vicino alla firma con i proprietari locali.

L’obiettivo: inaugurazione nel Centenario del club

De Laurentiis ha promesso: «Entro il 1° settembre inizierò i lavori». L’obiettivo è chiaro: completare la prima parte del centro – tre campi da gioco, la foresteria, gli spogliatoi e la palestra – entro il 2026, per festeggiare il Centenario della fondazione del Napoli.

Le alternative scartate: Monterusciello, Napoli Est, Marianella

Negli ultimi mesi De Laurentiis ha personalmente ispezionato diverse aree, da Monterusciello a Napoli Est, passando per Marianella. Tuttavia, nessuna ha soddisfatto le esigenze del club, che ora punta tutto su Qualiano.

Una cittadella sportiva all’avanguardia

Il progetto prevede 25 ettari di terreno, 10 campi da gioco, palestre, piscine, centro benessere e una mini arena da 900 posti per le squadre giovanili e femminili. L’investimento stimato supera i 45 milioni di euro. Il nuovo centro sarà moderno, ecosostenibile e strategico per il futuro del club.

 

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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