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Spettacoli

Tony Effe, da bad boy a principe del rap

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Il mondo del rap è spesso circondato da miti e leggende, e Tony Effe, ex membro della Dark Polo Gang, è sicuramente uno di quei personaggi che alimentano il fascino di questo universo. Con la sua hit “Sesso e samba” in coppia con Gaia, Tony Effe ha conquistato l’estate 2024, ottenendo un doppio disco di platino. Persino Ultimo, famoso cantante e suo amico, gli ha scritto: “Bro, sto in fissa con Sesso e samba”.

A 33 anni, Tony Effe, al secolo Nicolò, è un rapper affermato. Nonostante la sua immagine da bad boy, con tatuaggi che coprono bicipiti, collo e torace, e una collezione di gioielli vistosi, Tony si definisce una persona con dei principi. “Sono uno con dei principi. Un buono”, afferma, sottolineando che la sua reputazione di bad boy emerge solo quando necessario. “Vado a periodi. A volte faccio tanta festa. Ultimamente vado in palestra, mi alleno, mangio bene, sennò è un casino”.

Tony Effe ha affrontato critiche per i suoi testi crudi e grevi, accusati di essere un cattivo esempio. Tuttavia, lui difende la sua arte, spiegando che è solo una parte della sua personalità che ha scelto di raccontare. Ha avuto esperienze violente in passato, ma ora, a 33 anni, sente di aver finalmente capito come funziona la vita e si impegna a migliorarsi.

Nonostante la sua fama di disprezzare le donne, Tony insiste di essere un principe nei loro confronti. “Mai. Con loro sono un principe”, dichiara. Emma, una cantante e sua amica, lo ha difeso pubblicamente, affermando che Tony è la persona più sensibile ed educata che abbia mai incontrato.

Nato e cresciuto in una famiglia medio-benestante, con un padre orafo e una madre cameriera, Tony Effe ha iniziato la sua carriera artistica come comparsa nei film “Viaggi di nozze” di Verdone e “Paparazzi” con Massimo Boldi. Tuttavia, non ha proseguito la carriera cinematografica perché preferiva giocare piuttosto che fare provini.

Tony Effe è sempre stato fissato con la moda. Possiede un vasto guardaroba di vestiti e scarpe, molti dei quali regala agli amici. I suoi gioielli, spesso vistosi, sono realizzati dal padre orafo. “Ho la passione per i diamanti, ho fatto pure un corso di gemmologia. Ma in fondo lo ammetto, sono stati soldi buttati”, confessa.

Sui social media, Tony sfoggia orologi costosi, auto di lusso e aerei privati, parte del “sistema” che, ammette, è destinato a scemare. Nonostante l’apparenza sicura, Tony ammette di avere difetti, ma non si fa paranoie al riguardo. I suoi numerosi tatuaggi raccontano una parte di sé, con il primo tatuaggio, il suo nome “Nicolò”, fatto quando era ancora minorenne.

Tony Effe si dichiara felice della sua crescita personale e professionale, pur riconoscendo che dovrebbe imparare a godersi di più il presente. Condivide il pensiero di Ultimo sulla difficoltà di essere giovani oggi, in un mondo sempre più dominato dai social media e dai follower.

Tony Effe è un personaggio complesso, con una vita ricca di contraddizioni e successi. La sua musica e la sua immagine continueranno a evolversi, ma una cosa è certa: Tony Effe non smetterà mai di sorprendere.

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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