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Superbonus: associazioni lunedì alle 17.15 a Palazzo Chigi

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Sono stati convocati per lunedì pomeriggio, alle 17.15, i presidenti delle categorie interessate dalle norme che bloccano la cessione dei crediti dei bonus edilizia, tra cui il superbonus. La convocazione inviata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano è indirizzata direttamente ai presidenti dell’Ance Federica Brancaccio, di Confindustria Carlo Bonomi, di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, di Confapi Cristian Camisa e dell’alleanza delle Cooperative Italiane Maurizio Gardini. Secondo quanto si è appreso da fonti imprenditoriale, si sarebbe ampliato il numero delle associazioni convocate. Tra loro ci sarebbero anche gli artigiani della Cna e della Confartigianato, particolarmente rappresentativi nel settore edile. (

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Pagelle per i magistrati, ma il Governo rilancia e studia anche test attitudinali

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Il governo punta a introdurre i test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura. Potrebbe servire del tempo, ma quella è la direzione a cui si guarda a Palazzo Chigi. Intanto l’ipotesi è stata messa sul tavolo senza però essere inserita nei due decreti legislativi varati dal Consiglio dei ministri per portare avanti la riforma della giustizia. Uno scenario che inevitabilmente aggiunge materia di discussione sul fronte fra esecutivo e magistratura, tornato caldo dopo le dichiarazioni di Guido Crosetto sul rischio di una “opposizione giudiziaria”. L’opposizione vera, quella parlamentare (al netto di Azione che ne “sottoscrive” le parole), chiede che il ministro riferisca in Aula alla Camera al più presto, e anche dall’Associazione nazionale magistrati lo esortano a fugare “sospetti e ombre: non deve lasciare che le sue parole cadano nel vago”.

I test psico-attitudinali ci sono già a cadenza periodica per tutte le forze dell’ordine, nota una fonte di governo qualificata, chiarendo che l’intenzione del governo è di estenderla ai pubblici ufficiali con alti incarichi di responsabilità “da cui dipende la libertà dei cittadini, come appunto i magistrati: è una questione di buonsenso”. L’ipotesi lanciata dal sottosegretario Alfredo Mantovano nella riunione preparatoria con i tecnici non ha trovato per ora spazio nei due decreti legislativi: uno rivede il sistema di valutazione dei magistrati (se non è positiva, o negativa, si riducono le ipotesi di dispensa dal servizio, ma con penalizzazioni economiche e di carriera), l’altro una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo delle toghe, con il limite a sette anni. Non è la prima volta che si parla di test psicologici. Anche in magistratura c’è stato un confronto su sistemi da affiancare al concorso, ma non si è mai trovata una soluzione e il tema ha creato spesso tensioni fra toghe e politica.

Fibrillazioni significative da mesi, soprattutto dopo la dura presa di posizione a luglio di Palazzo Chigi dopo l’imputazione coatta di Andrea Delmastro (mercoledì c’è l’udienza davanti al gup di Roma per il sottosegretario indagato per rivelazione di segreto d’ufficio). Nessuno scontro governo-magistratura, assicurano in ambienti di FdI che fanno notare: “un governo guidato da noi non può che essere al fianco dei servitori dello Stato, magistrati compresi”. Ma le parole di Crosetto hanno lasciato il segno. “Mi raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'”, ha affermato nell’intervista di cui – è la convinzione diffusa nel governo – la premier non poteva non essere al corrente. In ambienti di FdI si riconduce tutto al video – pubblicato sul sito di Radio Radicale – del Congresso nazionale di Area democratica per la giustizia, che si è tenuto il primo ottobre.

“Toccherà a noi tenere accesa la luce quando il buio si farà più fitto”, la conclusione della mozione votata dal gruppo di magistrati. Nelle ultime ore il ministro della Difesa ha spiegato che la sua era “una preoccupazione, non un attacco” Poi ha aggiunto: “se interessati, incontrerei molto volentieri il presidente dell’associazione Magistrati Santalucia ed il suo direttivo per chiarire loro le mie parole e le motivazioni. Così capiranno che alla base c’è solo un enorme rispetto per le istituzioni. Tutte. Magistratura in primis”. Ma l’idea di una giustizia a orologeria si diffonde nel centrodestra, dove qualcuno guarda con preoccupazione, ad esempio, alla messa a terra del Pnrr. “Crosetto ha ragione, la magistratura in Italia, non tutta però gran parte, ha sempre dimostrato che il centrodestra, quando è forte deve essere colpito”, la bordata del vicesegretario della Lega Andrea Crippa, mentre da Forza Italia sottolineano soprattutto la necessità di procedere con la separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri. E in questo momento decisamente caldo rispunta l’idea dei test psico-attitudinali, accarezzata a suo tempo anche da Silvio Berlusconi.

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Report,la società di Gasparri e l’uomo delle conferenze di Renzi

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Report ha diffuso sui social una clip con nuovi contenuti dell’inchiesta relativa a Maurizio Gasparri e alla Cyberealm, la società che si occupa di sicurezza informatica di cui il capogruppo di FI al Senato è presidente. Stando alla ricostruzione del programma – che tornerà sul caso domenica prossima su Rai3 – nel 2022 la società presieduta da Gasparri chiude il bilancio con un guadagno record di oltre 800mila euro. Merito della trattativa conclusa con SM4, gruppo francese che nel 2022 compra parte delle quote che Cyberealm ha in Atlantica Cyber Security, una società che si occupa di sofisticati sistemi di sicurezza informatica.

Un’operazione, secondo Report, anomala perché azioni della stessa società erano state vendute solo pochi mesi prima a un valore 48 volte inferiore. Sotto l’atto di compravendita – sostiene il programma – la firma di Carlo Torino, rappresentante del gruppo Atlantica, di cui Report si era già occupato in passato: è lo stesso imprenditore sui cui conti nel 2020 erano transitati i soldi per pagare una conferenza di Matteo Renzi negli Emirati Arabi. Nel filmato anche un frammento dell’intervista a Gasparri. “No, sono stato informato, non mi sono affatto occupato. A cose avvenute mi hanno informato di questa che non è materia che compete la mia funzione”, risponde l’ex ministro alla domanda del giornalista Carlo Tecce. “Non conosce questo fondo francese?”, gli viene chiesto. “Non mi occupo di questi aspetti, non rientrano in quelle che sono le mie competenze”, la replica di Gasparri. E sul nome di Carlo Torino dice: “Non so niente”. Nel 2020 una società di Torino – si ricorda nella clip – aveva ricevuto un bonifico di 75mila euro dall’ex portavoce di Donald Trump, per retribuire una conferenza di Renzi negli Emirati Arabi. Di lui e di questa vicenda, poi archiviata dalla magistratura, Report si era già occupata in passato.

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Pd e M5s, condannare violenza ma non sminuire la piazza

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La violenza si condanna sempre, senza se e senza ma. Con qualche precisazione, in alcuni casi. Questo sembrerebbe il senso del ragionamento del Partito democratico e del Movimento 5 stelle, che hanno risposto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito a quanto è successo sabato durante la manifestazione contro la violenza sulle donne, in cui è stata presa d’assalto la sede della associazione Pro Vita e Famiglia. “Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione”, ha scritto la premier sui social prima di “interrogare tutti su una questione banale”, ma soprattutto i leader delle opposizioni che, prima del suo intervento, non avevano detto nulla su quella sede devastata “nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise”.

Prima, appunto, perché sia Giuseppe Conte, presidente dei pentastellati, sia Valeria Valente, senatrice dem, hanno colto l’appello di Meloni specificando, però, che non si deve svuotare di significato quella piazza gremita di persone. L’ex presidente del Consiglio, da Napoli, ha detto che condannano sempre “tutti gli atti di violenza. Ci troveranno sempre contro. Però non vorrei che questo fosse anche un modo per sminuire una grande mobilitazione, una grande risposta a favore del riscatto delle donne, della massima libertà contro ogni sopraffazione, ogni arbitrio, ogni sopruso”.

Poi l’attacco: “Meloni piuttosto dia risposte sul reddito di libertà, per esempio, noi l’abbiamo istituito nel Conte II, abbiamo chiesto sia portato in questa manovra a 1.200 euro mensili per consentire alle donne e ai propri figli di poter creare le premesse per una maggiore libertà. E soprattutto dia risposta, vedo che fa post e quindi ha ripreso a parlare, su casi come Lollobrigida e Crosetto, che meritano una presa di posizione responsabile” da parte sua. Dello stesso avviso anche Valente, che ha tenuto a precisare la distanza del Pd dai Pro Vita, ma ha soprattutto richiamato il governo e la politica tutta a delle risposte e a una presa di responsabilità, che da quella piazza, da quella “marea fucsia” hanno chiesto in centinaia di migliaia sabato.

Quanto alla onlus, che oggi ha ricevuto la visita anche di una delegazione di Fratelli d’Italia, per bocca del portavoce Jacopo Coghe, ha ringraziato Meloni “per le parole di solidarietà”, e ha poi sottolineato come continuerà la missione “a tutela della vita, della famiglia e della libertà educativa senza paura e a testa alta, sapendo di interpretare i valori della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, disgustati dalla foga ideologica e violenta” che si è riversata contro di loro. I Pro Vita e Famiglia, esattamente come la premier, hanno richiamato Schlein, Gualtieri e Landini, presenti al corteo ad una presa di distanza, prima di invitare “nei prossimi giorni, le associazioni, i rappresentanti politici di ogni partito e le istituzioni” nella sede di Roma, a viale Manzoni, “per lanciare un messaggio di unità contro qualsiasi tipo di violenza”.

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