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Economia

Pil oltre le attese ma il deficit vola con il Superbonus

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L’eredità del Superbonus pesa ben più del previsto sui conti pubblici italiani. Il governo non ha mai fatto mistero degli squilibri creati dal 110%, motivando la sua avversione per la maxiagevolazione proprio con il suo peso spropositato sulle casse dello Stato. Ma i calcoli sull’impatto dei bonus edilizi sembrano aver superato, in peggio, le stime già non ottimiste. Ad ammetterlo è anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

“L’emorragia dell’irresponsabile stagione del Superbonus ha avuto un effetto pesante sul 2023, andando purtroppo oltre le già pessimistiche prospettive”, spiega, assicurando però di aver ormai voltato pagina optando per “un sentiero di ragionevole sostenibilità”. Al Mef però avrebbero preferito avere, dall’interno, contezza di questo scenario con margini temporali più ampi. Il fatto è che nel 2023 il deficit italiano si è fermato al 7,2%: è diminuito di quasi un punto e mezzo rispetto al 2022 ma la discesa è ben lontana dal 5,3% stimato dal governo nella Nadef. A poco è valsa la crescita del Pil, stavolta leggermente superiore alle attese.

Lo scorso anno l’economia italiana ha messo a segno un +0,9% migliore del +0,8% fissato come obiettivo macroeconomico nella Nota al Def. La crescita è riuscita a incidere sul debito, molto migliore delle aspettative, calato a sorpresa al 137,3% anticipando di due anni il target di discesa sotto il 140%. Ma sul deficit ha potuto poco. Così come nel 2022. L’Istat ha rivisto la crescita dell’anno in deciso rialzo (dal 3,7% al 4%), ma il deficit è andato in controtendenza peggiorando dall’8% all’8,6%. La spiegazione è proprio nei crediti di imposta e nella loro contabilizzazione. Come da istruzioni arrivate da Eurostat lo scorso anno, i bonus edilizi ma anche Transizione 4.0 (le agevolazioni concesse alle imprese sugli investimenti) sono stati considerati ‘payble’ e registrati quindi come spesa per l’intero ammontare nell’anno di attivazione. Con la corsa a chiudere i cantieri prima dello stop al 110%, l’importo nel 2023 è stato superiore alle attese e il risultato è stato un’impennata dell’indebitamento.

Non a caso non più di 48 ore fa la premier, Giorgia Meloni, è tornata a lanciare l’allarme parlando di un costo di ben 160 miliardi di euro. Di fatto aggiornando le stime fatte nei mesi passati dalla Ragioneria. La partita potrebbe però riaprirsi ancora, visto che l’interlocuzione tra Istat e Eurostat sta andando ancora avanti con una possibile conclusione attesa ad aprile. L’eventuale distribuzione del carico negli anni alleggerirebbe i conti di 2022 e 2023 ma aprirebbe nuove incertezze per il futuro. Già nel 2024 i conti andranno comunque in qualche modo aggiornati nel Def: anche se quest’anno il Superbonus non dovrebbe incidere quanto in passato, passare dal 7,2% dello scorso anno al 4,3% attualmente stimato nella Nadef non sarebbe poca cosa. Nessuno ne parla ufficialmente, ma nel tam tam parlamentare il convitato di pietra è in questo caso una manovrina estiva, finora respinta come ipotesi di fantasia.

Non è esclusa però nemmeno una revisione al rialzo degli obiettivi, scommettendo da una parte sul benestare della Commissione europea alle prese con il cambio della guardia e con il passaggio al nuovo patto di stabilità e dall’altra su una crescita economica forse un po’ più robusta delle attese. Nonostante l’instabilità geopolitica l’economia italiana ha infatti retto e l’inflazione sta dando segnali di stabilizzazione. La Bce ha già ripetuto più e più volte che il taglio dei tassi è ora prematuro, sopratutto perché in Europa il calo dei prezzi è inferiore alle attese, ma in prospettiva una riduzione del costo del denaro nel corso dell’anno, come ribadito anche da Giorgetti al G20, potrebbe dare una spinta generalizzata all’economia. Intanto però il clima politico segnato dalle regionali si scalda anche sui numeri. A reagire sono innanzitutto i Cinquestelle, ‘padri’ del Superbonus. Quando il 110% era operativo, spiega Emiliano Fenu, “il nostro debito pubblico è diminuito del 17 punti. Giorgetti pensi piuttosto al buco di 10 miliardi che tra poco l’Ue ci chiederà di coprire, non per il Superbonus, ma per la mancata crescita e la conseguente variazione dei parametri di bilancio”.

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Economia

Bollette più chiare, in arrivo dal prossimo anno

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Basta con una sequela di numeri incomprensibili: dal prossimo anno infatti le bollette di luce e gas saranno più semplici da capire. Basterà un colpo d’occhio – spiega l’Arera, l’autorità per l’energia – per rendersi conto di prezzi e consumi. La nuova bolletta debutterà dal primo luglio del 2025, con un frontespizio uguale per tutti e con le principali informazioni generali. Poi uno ‘scontrino dell’energia’, per capire immediatamente consumi e prezzi, e un box offerta che ricorda le condizioni sottoscritte per verificarne l’applicazione.

E’ stata infatti approvata – a seguito di un lungo processo di consultazione con imprese, consumatori e stakeholder – e sottoposta all’analisi dell’impatto della regolazione (Air) la delibera che introduce una revisione organica delle informazioni indicate nella bolletta e della loro organizzazione, estendendola poi alla totalità dei clienti finali connessi in bassa tensione: domestici, condomini, piccole e medie imprese, box, cantine e magazzini. I venditori avranno 12 mesi di tempo per adeguare i propri sistemi all’invio della nuova bolletta. “Una riforma auspicata da tempo e da più parti, che evolve la struttura introdotta nel 2014 con la bolletta 2.0, allineando le informazioni per tutti e rendendole ancora più chiare e semplici, ma soprattutto dando rilevanza al ruolo dei consumatori, mettendoli in grado di verificare i consumi e le proprie scelte di efficienza energetica e di comparare agilmente il proprio profilo con le proposte del mercato”, commenta il presidente di Arera Stefano Besseghini.

Plaudono i consumatori: “Ringraziamo Arera per aver accolto la nostra richiesta e concluso l’iter per rendere le bollette dell’energia più comprensibili agli utenti, specie sul fronte del costo al KWh della luce e al metro cubo per il gas”, afferma Consumerismo No Profit. “In una fase in cui i prezzi dell’energia continuano a essere altissimi e fuori controllo, giudichiamo positivamente la notizia che Arera ha ufficializzato oggi sul debutto della nuova bolletta”, commenta l’Adoc. In dettaglio la nuova bolletta sarà composta da un frontespizio unificato, che corrisponde alla prima facciata della bolletta in cui i venditori sono tenuti a riportare l’importo da pagare e tutte le informazioni essenziali sul cliente sul tipo di servizio in cui è rifornito, sul contratto di fornitura, su fatturazione e pagamenti, etc. Poi un scontrino dell’energia, che riporterà la formazione del costo complessivo dell’energia in relazione ai volumi consumati secondo la struttura quantità x prezzo, suddiviso in “quota consumi” e “quota fissa”, più la “quota potenza” per l’energia elettrica, e ulteriormente dettagliato per voci di spesa (vendita e ‘rete e oneri’). In questa sezione saranno riportate separatamente anche l’Iva e le accise, eventuali bonus, altre partite (interessi di mora, prodotti e/o servizi aggiuntivi etc.) e il canone Rai.

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Ambiente

Caldo e allerta siccità, primo weekend di esodo estivo

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L’ultimo weekend di luglio si preannuncia tra i più caldi dell’anno, con il termometro che toccherà picchi di 40 gradi e milioni di italiani in viaggio verso le mete di villeggiatura. Per questo l’Anas ha deciso di sospendere il 70% dei cantieri fino al prossimo 3 settembre. Ma il ritorno di Caronte sulla Penisola rischia inoltre di aggravare l’emergenza idrica, soprattutto al centro-Sud, con la Calabria che ha dichiarato lo stato di emergenza e la Sicilia che deve affidarsi ad una nave cisterna della Marina Militare per mitigare la crisi. La Coldiretti intanto lancia l'”allerta rossa” per coltivazioni e animali e prepara una mobilitazione davanti alla regione Sicilia.

Da domani, dunque, partirà il tradizionale esodo estivo, con il bollino rosso ad accompagnare gli spostamenti sulle strade già dalla mattinata di sabato e per l’intera giornata di domenica. Anas ha potenziato il personale impegnato sulle strade disponendo la sospensione di 906 cantieri lungo tutta la rete. Gli itinerari maggiormente attenzionati sono, in direzione sud, le direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia, e in uscita dai centri urbani. “Siamo impegnati – ha spiegato l’ad di Anas Aldo Isi – a garantire una circolazione fluida e scorrevole a tutti gli utenti nonostante i grandi flussi di traffico. È operativo, come previsto dal nostro piano esodo, il presidio delle squadre Anas h24 per monitorare la rete stradale e intervenire subito in caso di emergenza”.

Atteso un grande afflusso anche nelle strutture ricettive, con Assoturismo che conta la prenotazione di 8 camere su 10, per un totale di oltre 6,4 milioni di pernottamenti attesi tra oggi e domenica. L’afa e il caldo, inoltre, hanno spinto le prenotazioni nelle località di lago e montagna, con un aumento in questo fine settimana rispettivamente al 92% e all’82% delle camere disponibili. Le città d’arte, invece, si fermano al 75%. In assoluto il tasso di saturazione più elevato è stato rilevato per il Nord mentre leggermente al di sotto dei valori medi si collocano le regioni del Centro Italia. Infine, un valore leggermente inferiore alla media nazionale è stato rilevato per le regioni del Sud e Isole. L’aeroporto di Fiumicino, intanto, fa registrare il record di passeggeri in un giorno, primato registrato lo scorso 14 luglio con 176 mila presenze tra arrivi e partenze. Ma non solo: a luglio la media giornaliera è stata di 160 mila presenze quotidiane ed è stata superata la soglia di oltre 1.000 movimenti di aerei al giorno.

Turismo e ferie estive a parte, l’Italia si trova a fare i conti anche con l’emergenza siccità, che sta interessando in particolare le regioni del centro-Sud Italia. Il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, ha emesso lo stato di emergenza regionale, in particolare per la situazione nel Crotonese e nel Reggino. Nel pomeriggio a Licata, in Sicilia, è arrivata la nave cisterna della Marina Militare con 1.200 metri cubi per mitigare l’emergenza idrica nell’area di Gela e dell’Agrigentino. Ieri l’Anbi ha lanciato l’allarme, annunciando che tra tre settimane non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Sud. “La situazione è tragica – ha commentato oggi il deputato dei Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli – La situazione è tragica, Giorgia Meloni deve convocare immediatamente il Consiglio dei ministri per dichiarare lo stato di crisi climatica”.

La Conferenza Stato-Regioni, inoltre, ha dato il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” che consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di particolari deroghe e aiuti. Ad evidenziare lo stato di crisi è anche la Coldiretti che evidenzia l’ormai grave stato in cui versano non solo le coltivazioni ma anche gli animali “rimasti senza cibo e acqua”.

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Ambiente

Terna, più investimenti per gestire rinnovabili

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Terna accelera sugli investimenti per rendere più sicura e resistente la rete che deve gestire anche la forte crescita delle fonti rinnovabili nel nostro paese. Il gruppo nel semestre ha investito oltre un miliardo di euro (+25%) con l’obiettivo per il 2024 di arrivare a quota 2,6 miliardi. Le opere del piano 2024-2028, come ha spiegato nella nota di accompagnamento ai conti semestrali l’ad Giuseppina Di Foggia, per oltre “l’80% sono state già autorizzato e circa il 75% è coperto da contratti di acquisto già stipulati”.

Si tratta di investimenti, sottolinea il gruppo “a beneficio della transizione energetica e della migliore adeguatezza del sistema elettrico nazionale a fronte della crescita della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale.

Come comunicato la scorsa settimana dallo stesso gruppo, nei primi sei mesi del 2024 la produzione da fonti rinnovabili ha infatti superato per la prima volta quella da fonti fossili. Fra le opere in corso il Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino fra Campania, Sicilia e Sardegna, quelli per l’Adriatic Link, l’elettrodotto sottomarino fra Abruzzo e Marche la rete per i Giochi Olimpici e Paralimpici “Milano-Cortina 2026” e altre apparecchiature quali reattori, compensatori sincroni e resistori stabilizzanti, a beneficio della sicurezza della rete.

Nel frattempo il gruppo ha messo a segno nel secondo trimestre un utile netto di gruppo in rialzo del 31% a 276,6 milioni di euro contro i 211,2 milioni nello stesso periodo del 2023. Nel semestre l’utile è stato pari a 544,8 milioni (+32,4%). I ricavi del trimestre sono cresciuti del 16% a 896,3 milioni di euro (772,8 milioni nello stesso periodo del 2023. Numeri che consentono all’ad di confermare gli obiettivi per l’intero anno stabiliti dal piano industriale di ricavi per 3,55 miliardi di euro, un Ebitda (margine operativo lordo) pari a 2,42 miliardi di euro e un Eps pari a 0,49 euro.

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