Un’ombra sempre più tetra si proietta sui penitenziari italiani, e il tragico suicidio di Andrea Napolitano nel carcere di Poggioreale solleva interrogativi sull’efficacia del sistema penitenziario nazionale. Andrea Napolitano, un ergastolano campano di 40 anni affetto da problemi psichici, è diventato l’ultima vittima di un drammatico trend che ha visto cinque suicidi in carcere nelle prime due settimane del nuovo anno.
Le preoccupazioni crescono, e le associazioni di categoria della polizia penitenziaria insieme al garante regionale delle persone private della libertà, Samuele Ciambriello, chiedono un serio intervento per affrontare la situazione. Aldo Di Giacomo, vice segretario generale di Osapp, sottolinea il segnale di fallimento del sistema penitenziario italiano, evidenziando il recente aumento dei suicidi dietro le sbarre.
Nel 2023, i suicidi sono stati 69, con altri 88 detenuti deceduti “per altre cause”. Di fronte a questi dati preoccupanti, emerge la necessità di un approccio più attento e specializzato nei confronti dei detenuti con problemi mentali. Secondo Di Giacomo, la recente vittima, come molte altre, avrebbe dovuto essere ricoverata in una struttura di cura e salute mentale anziché in cella.
Attualmente, nonostante migliaia di detenuti presentino problemi mentali, il numero di ricoverati rimane inferiore a 600, ben al di sotto della capienza massima disponibile nelle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). La grave carenza di psichiatri e psicologi nelle carceri rimane un problema irrisolto, e Di Giacomo afferma che la politica è assente, limitandosi a esprimere rammarico solo dopo i tragici episodi di suicidio.
Samuele Ciambriello, garante regionale dei detenuti della Campania, sottolinea il diritto alla salute come un diritto fondamentale, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che prevale su altri diritti, inclusa la sicurezza. La recente tragedia a Poggioreale evidenzia la necessità di una maggiore attenzione alla salute mentale dei detenuti.
Andrea Napolitano, condannato all’ergastolo per il femminicidio della sua compagna, avrebbe dovuto, secondo Ciambriello, beneficiare di cure e trattamenti specifici per i suoi problemi mentali. Il garante regionale sottolinea che il 40enne era a rischio suicidario da un anno e sottoposto a monitoraggio. Tuttavia, la mancanza di figure specializzate come psichiatri e psicologi nelle carceri rappresenta un serio ostacolo alla prevenzione dei suicidi in carcere.
Ciambriello propone la creazione di una Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Salute Mentale all’interno del sistema penitenziario, affinché i detenuti con problemi psichici possano beneficiare di cure adeguate. Inoltre, sottolinea l’importanza di coinvolgere i detenuti in attività trattamentali interne e di fornire loro più contatti con il mondo esterno, oltre a garantire un personale specializzato.
Il tragico suicidio di Andrea Napolitano sottolinea la necessità di una riforma urgente nel sistema penitenziario italiano, con un focus particolare sulla salute mentale dei detenuti e sulla prevenzione del suicidio dietro le sbarre.