Da decenni si parla di sovraffollamento carcerario e si contano i suicidi tra detenuti e polizia penitenziaria: 40 nel 2023; 84 nel 2022. Ma da un punto legislativo poco o niente è stato fatto. Dall’inizio della legislatura, sono stati presentati circa 11 progetti di legge di iniziativa parlamentare di cui, uno solo, quello che ha come prima firmataria Cecilia D’Elia (PD), si pone l’obiettivo di affrontare la questione degli spazi e della convivenza all’interno degli istituti carcerari. Si tratta di un disegno di legge che era già stato presentato nel 2013 dai senatori Manconi, Tronti e Torrisi e che ora Cecilia D’Elia ripropone praticamente nella sua interezza.
Nel ddl si ricorda come l’Italia sia stata più volte condannata dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo (nel 2009 e nel 2013) per violazione, nelle carceri, dell’articolo 3 della Convenzione di Strasburgo che proibisce la tortura e ogni forma di trattamento inumano e degradante e si indica una possibile soluzione. Premettendo che nessuno possa “essere incarcerato se non sono garantiti dalle istituzioni dello Stato gli spazi fisici minimi e la piena tutela della dignità”, si prevede che il ministero della Giustizia debba indicare il numero massimo di posti letto per istituto, superato il quale, l’ordine di esecuzione della pena si converte in obbligo di permanenza in casa o in altro luogo indicato dalla persona. E si stabilisce una lista che segue un ordine cronologico. In caso di reati contro la persona salta il criterio cronologico e si potrà procedere direttamente all’ esecuzione della condanna.
Ma, durante la sospensione del provvedimento di carcerazione, la pena scorre regolarmente come se fosse espiata. Gli altri testi presentati affrontano altre questioni. Ce ne sono due, a prima firma Michela Brambilla (FI), che si occupano di mense vegane e vegetariane anche all’interno delle carceri e della possibilità di far visitare il detenuto dal proprio animale domestico. Due ddl della Lega si concentrano sulla tutela degli agenti penitenziari. Il primo, firmato da Jacopo Morrone, prevede pene più severe per i detenuti che uccidono o aggrediscono gli agenti e la possibilità per questi ultimi di avere in dotazione armi a impulso elettrico. Il secondo, sottoscritto dalla senatrice Erika Stefani, estende l’ergastolo (articolo 576 cp) anche nei casi di omicidio colposo nei confronti di una agente penitenziario. Un altro di Morrone punta a riorganizzare i dipartimenti del Ministero competenti in materia di esecuzione penale e a istituire il Dipartimento per la sicurezza della giustizia.
A marzo il sottosegretario Andrea Delmastro era intervenuto sul sovraffollamento delle carceri proponendo di far uscire i tossicodipendenti per affidarli alle comunità di recupero, ma, allo stato, non risulta che sia seguito alcun testo di legge in questo senso. A gennaio Nordio, in un question time alla Camera, durante il quale aveva già definito i suicidi tra le sbarre “un intollerabile fardello di dolore”, aveva detto che era intenzione del governo migliorare i luoghi di esecuzione della pena incrementando “la dotazione organica del personale” e migliorando le condizioni di vita di detenuti e agenti investendo “nel prossimo triennio 1 milione di euro per il supporto psicologico”. Ed è proprio di supporto psicologico che parla la pdl di Carmen Di Lauro (M5S) puntando a istituire la figura dello psicologo delle cure primarie anche nelle carceri.
L’esame della pdl è cominciato il 5 luglio in Commissione Affari Sociali della Camera. Altri due testi, uno del M5S e uno della Lega, introducono misure di tutela e prevenzione per i malati di Aids e per gli affetti da celiachia. Altri due, targati 5 stelle, mirano a verificare la situazione patrimoniale dei detenuti per vedere che non ci siano stati arricchimenti durante il periodo di reclusione (firmataria Stefania Ascari) e a sostenere l’attività teatrale all’interno degli istituti penitenziari (Michele Bruno).