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Sir Claudio Ranieri, un’altra impresa: il Cagliari in A

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“Risorgeremo, l’ha detto Claudio Ranieri” era il coro che i tifosi del Cagliari cantavano 35 anni fa, quando i rossoblù erano in serie C, avevano scampato un anno prima il fallimento ed in Sardegna arrivò un tecnico giovane, poco più che trentenne. Deciso, garbato. E molto ottimista. Quel coro l’ha ricantato di nuovo un’intera città ieri notte sotto lo sguardo di Carlo Felice, re sabaudo che finisce sempre per essere rivestito di rossoblù ogni volta che il Cagliari vince qualcosa. Un coro di ringraziamento dopo il trionfo di Bari e la promozione in Serie A. Sì, perché il gol è stato di Pavoletti, ma la scelta di mandarlo in campo è stata dell’evergreen Ranieri, a 71 anni capace dell’ennesima impresa. Con il timing giusto. Sapeva che il bomber di Livorno non era in forma. E non ha voluto bruciarlo prima, tanto è vero che al 68′ ha fatto entrare Prelec e non lui. Il gol, il triplice fischio. E il pianto, a singhiozzi, abbracciato e protetto dal medico sociale Marco Scorcu. “Il mio dubbio di venire a Cagliari era la paura di non riuscire nell’impresa. Cagliari mi ha fatto esplodere, mi ha portato in giro per l’Europa”.

Poi il bel gesto: sotto la curva occupata dai tifosi sardi a dire no, niente cori contro gli sconfitti. “Io sono tifoso della Roma e lo sapete mi è mancato lo scudetto alla Roma. In Premier League dopo il primo posto col Leicester dissi che tutto lo dovevo al Cagliari. E’ stato il mio inizio, non potevo non tornare in questo momento, non potevo essere egoista. A Cagliari le sconfitte le sento tantissimo più della soddisfazione per la vittoria, ma questa mi ripaga per tutto”. Gigi Riva, che è di poche parole, dice poco, ma dice tutto: “Il Cagliari riparta da Ranieri”. E anche Ranieri adora Riva: “Ha detto di me che sono uno di loro: tanti mi chiedevano di tornare, io soffro per questi colori, non centrare la promozione mi avrebbe distrutto dentro”. San Ranieri: ha fatto anche il miracolo di sfatare la maledizione degli spareggi, sempre sfortunati nella storia del club sardo: da quello con la Pro Patria nel 1953/54 per salire in A al dramma di Napoli con il Piacenza nel ’96/97. In mezzo un altro spareggio a tre (con due posti per la A) con Atalanta e Pescara, perso pure quello nel ’76/77.

E invece ecco Sir Claudio: calma e sangue freddo. Ha allenato in Spagna, Inghilterra, Francia e Grecia. In Serie A, fra le tante, Juve, Inter, Roma. Ha salvato Parma e Sampdoria. Ed è tornato nella difficile realtà della B a dicembre al posto dell’esonerato Liverani. Il Cagliari è dietro in classifica, a 4 punti di distacco dalla zona playoff e tre di vantaggio dai playout. Lui trova le soluzioni migliori, sprona questo, rilancia quell’altro. E trova la strada per i playoff. Ma non per partecipare: per vincere. Una lunga giornata culminata con la festa alla Domus davanti a 15mila tifosi in delirio. “Grazie ai giocatori che non hanno mai mollato – ha detto Ranieri – mi hanno seguito passo passo perché avevano un obiettivo da raggiungere”. E poi la promessa: “Mi auguro di fare bene anche il prossimo anno”.

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Calcio: torna Italia di Spalletti, c’è la Germania

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Italia-Germania resta la sfida per eccellenza, anche se si gioca ai quarti di Nations League. Dalla semifinale del Mondiale del ’70, la Partita del Secolo di Città del Messico, al trionfo azzurro del Mundial, fino alla semifinale del 2006 che ci ha proiettato al successo, è una gara che ha fatto storia. E non è un caso che a tre giorni dalla sfida sono stati già venduti 45 mila biglietti per la partita di giovedì a San Siro. Questa volta Luciano Spalletti ha la vista lunga, che punta ai Mondiali. Perché nel primo impegno del 2025 per gli azzurri, il ct convoca tanti giovani tra cui i debuttanti Matteo Ruggeri e Cesare Casadei, per lavorare e impostare l’Italia che sarà. Vincere, però, avrà comunque risvolti sul prossimo Mondiale.

Passando il turno gli azzurri sarebbero inseriti nel girone a quattro con Slovacchia, Irlanda del Nord e Lussemburgo. In caso di sconfitta nel doppio confronto tra giovedì a San Siro e domenica a Dortmund se la vedrebbero con Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia, nel girone a cinque. Senza Dimarco, infortunato, ecco che arriva la prima chiamata per Ruggeri che dovrà, come Retegui e Maldini, cancellare in fretta la delusione del ko con l’Inter. “Ormai la partita di ieri è andata – spiega Ruggeri – ora mi concentro sulla Nazionale. E’ normale che ci sia un po’ di rammarico ma devo concentrarmi sull’Italia. Eravamo consapevoli di affrontare la squadra più forte del campionato, abbiamo giocato per gran parte alla pari ma loro sono stati più determinanti negli episodi”. Oggi defaticamento per chi è stato maggiormente impiegato nei rispettivi campionati, tra cui Tonali che ha festeggiato la vittoria della Carabao Cup avendo il suo Newcastle battuto il Liverpool 2-1.

In campo ad Appiano, invece, chi domenica è subentrato a partita in corso e chi ha giocato sabato. Neppure in panchina Cambiaso, le cui condizioni sono da verificare, ha fatto gli esami al JMedical e ha raggiunto poi il resto della squadra in ritiro, out anche Donnarumma (domenica sera in campo a Parigi contro il Marsiglia) e Zaccagni. A lavoro quindi, nell’allenamento aperto alla stampa, Pietro Comuzzo, Federico Gatti, Riccardo Calafiori, Davide Frattesi, Samuele Ricci, Matteo Ruggeri, Daniel Maldini, Lorenzo Lucca e Cesare Casadei anche lui alla prima convocazione. Una grande soddisfazione per il centrocampista e la possibilità di concreta di crescere anche in azzurro. Casadei che in poche settimane si è conquistato un posto nel Torino e nei pensieri di Spalletti, potrebbe ritagliarsi un ruolo importante in questa Nazionale. Anche perché il centrocampista del Torino ha le caratteristiche perfette per il calcio di Spalletti, tra fisicità e inserimenti. Il ct nel corso della sua carriera ha esaltato diversi giocatori con le stesse qualità dell’ex Chelsea, da Perrotta a Nainggolan.

“Sta arrivando tutto molto in fretta. Cerco solo di rimanere concentrato sul presente – racconta il centrocampista – lavorare giorno per giorno. E’ un piacere avere i complimenti del ct, la convocazione è motivo d’orgoglio Io cerco di fare il massimo, è una motivazione in più. Mi reputo un centrocampista a cui piace inserisi, che cerca di dare quantità dal punto di vista fisico alla squadra buttandosi dentro in cerca di un gol. Mi metterò a disposizione del mister, cercando di soddisfare le sue richieste”. Spalletti ha provato prima il 3-4-1-2 con Frattesi dietro Lucca e Maldini. Poi il 3-5-1-1 con Frattesi arretrato insieme a Ricci e Casadei, e Maldini a supporto di Lucca. Per il lavoro vero in vista della Germania, però, bisognerà attendere domani con l’impiego dei titolari e soprattutto con la valutazione delle condizioni di Cambiaso.

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Crisi Juve, Giuntoli e Scanavino analisi con Motta

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Per Thiago Motta e la sua Juventus è stata un’altra notte da incubo, la seconda di fila. Ai quattro gol subiti dall’Atalanta bisogna aggiungere i tre di Firenze, che vuol dire sette in 180 minuti: numeri del genere non si vedevano dal 2011, quando sulla panchina bianconera sedeva Gigi Delneri. Ed è sempre da quell’annata, la 2010/2011, che la squadra non collezionava così pochi punti dopo 29 giornate: all’epoca erano appena 42, oggi Thiago ne ha dieci più, ma comunque quattro in meno rispetto all’Allegri del 2021/2022, il tris che completa il ‘podio degli orrori’ negli ultimi 14 anni. Il direttore tecnico Cristiano Giuntoli, intanto, gli ha rinnovato la fiducia a più riprese. Lo ha fatto davanti a microfoni e telecamere direttamente dal Franchi di Firenze dopo la seconda batosta consecutiva, lo ha ribadito in privato durante un pranzo faccia a faccia nel quartier generale bianconero, lontano da occhi indiscreti.

Già, perché nel day after il dirigente si è incontrato con l’amministratore delegato Maurizio Scanavino (foto Imagoeconomica in evidenza) e lo stesso Thiago Motta per una lunga e approfondita analisi su tutto ciò che non sta funzionando in una Juve crollata a picco. Se il campionato finisse oggi, la squadra sarebbe addirittura fuori dalla zona Champions, scavalcata proprio nell’ultimo week-end di serie A dal Bologna, quasi a rendere ancora più amara la beffa per il tecnico ex rossoblù. E proprio il quarto posto è l’obiettivo minimo e insindacabile da parte della società, sia per questioni sportive ma anche e soprattutto per gli aspetti economici. Così, il tecnico e i due dirigenti si sono riuniti attorno ad un tavolo per capire come far ripartire la Juve, che mai in questa stagione aveva fallito clamorosamente due appuntamenti consecutivi.

Ed è esattamente questo l’aspetto che contesta una bandiera come Alessandro Del Piero: “Il segnale più grave è che non c’è stata una reazione, in campo ma anche in panchina e nella dirigenza non c’è nessuno che possa essere totalmente sereno e dire di aver dato tutto – ha spiegato l’ex capitano bianconero dagli studi di Sky – e non può mancare una reazione quando sei preso a cazzotti: questo non rispecchia lo spirito Juve”. Per non parlare delle proteste, delle critiche e anche degli insulti via social di una piazza che sta raggiungendo il limite della sopportazione, non solo nei confronti di Thiago Motta ma anche della dirigenza. Spopola l’hashtag MottaOut, viene contestata la scelta di Giuntoli di confermare il tecnico, c’è anche chi “perdona” Massimiliano Allegri e lo vorrebbe nuovamente in sella.

Il presidente dell’associazione Italia bianconera, Fabio Germani, invita i tifosi bianconeri a disertare lo stadio nel finale di stagione. Nel calderone è finito pure Cambiaso: a Firenze ha chiesto il cambio perché apparso molto dolorante alla caviglia, gli esami al J Medical però hanno escluso problematiche e il bianconero ha raggiunto il ritiro della Nazionale, dove verrà nuovamente valutato dallo staff azzurro. Alla Continassa si lavorerà fino a giovedì compreso, poi Thiago Motta ha concesso un week-end lungo di riposo. Per ora, l’appuntamento di sabato 29 marzo contro il Genoa allo Stadium appare lontanissimo, ma la tensione comincia già a salire nel quartier generale bianconero. Anche perché quella sarà davvero una sfida senza appello per tutti, alla Juve.

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Inter in fuga scudetto, Inzaghi vuole il triplete

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Una sosta con tentativo di fuga. La prestazione solida e determinata sul campo dell’Atalanta ha infatti permesso all’Inter di Simone Inzaghi di rafforzare la propria leadership in classifica, portandosi a +3 sul Napoli e a +6 sugli stessi bergamaschi. Continuando, inoltre, a cullare i sogno di Triplete, visto il percorso nel frattempo sia in Coppa Italia che in Champions League. L’allungo sulle principali avversarie magari non sarà ancora decisivo, ma è sicuramente significativo di un momento positivo per i nerazzurri, in attesa delle prossime settimane dopo il termine della finestra per le nazionali.

Al rientro dopo gli impegni dei prossimi giorni, infatti, il calendario si farà particolarmente complesso e compresso per Lautaro Martinez e compagni, che avranno non solo le sfide in campionato ma anche la semifinale di Coppa Italia contro il Milan e la sfida dei quarti in Champions contro il Bayern Monaco in un aprile che sarà caldissimo con nove sfide in 30 giorni a partire da quella contro l’Udinese del prossimo 30 marzo. Motivo per cui probabilmente Inzaghi terrà le dita incrociate sperando che i dieci convocati tornino dalle nazionali senza problemi fisici.

Un piccolo sorriso sarà sicuramente spuntato al tecnico, considerando che Marcus Thuram è già tornato a Milano: visto il problema alla caviglia sinistra che lo sta tormentando da qualche settimana, l’attaccante non parteciperà alle sfide con la Francia, potendo così avere qualche giorno di riposo per tornare al top della forma. Nemmeno Denzel Dumfries è partito verso l’Olanda, visto il problema fisico durante la gara con l’Atalanta, e le sue condizioni saranno valutate nei prossimi giorni.

L’infermeria d’altronde è già abbastanza piena, con Inzaghi che punta a vederla svuotarsi dopo la sosta: in particolare, il tecnico potrebbe ritrovare nei prossimi giorni Nicola Zalewski, Stefan De Vrij, Federico Dimarco e Matteo Darmian, mentre servirà più tempo per il rientro di Piotr Zielinski. Intanto, nei prossimi giorni la Pinetina si colorerà più di azzurro, considerando che l’Italia di Luciano Spalletti rimarrà in ritiro ad Appiano Gentile verso la doppia sfida con la Germania in Nations League. Nessun intreccio particolare però con l’Inter, visto che solo da mercoledì gli infortunati torneranno a lavorare ad Appiano, mentre il resto della squadra ricomincerà ad allenarsi a ranghi ridotti sui campi del BPER Training Centre a partire da venerdì.

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