Jannik Sinner è innocente. Lo assicura Franz Wenzel, General Counsel della WADA, che ha confermato come i controlli effettuati sul numero uno del mondo abbiano dimostrato l’assenza di qualsiasi traccia di doping intenzionale.
“Sono stati controllati tutti i campioni dei test sostenuti da Sinner nei dodici mesi precedenti le due positività al Clostebol”, ha spiegato Wenzel, rivelando i risultati di un’indagine scientifica approfondita.
“Abbiamo consultato esperti, e possiamo dire con certezza che le due positività di marzo 2024 non sono compatibili con il doping intenzionale, neppure attraverso microdosaggi. Qualunque cosa si possa pensare, è chiaro che non si tratta di un comportamento scorretto”.
Una sentenza che mette fine ai sospetti e conferma ciò che Jannik ha sempre saputo. Nessuna frode, nessun inganno, solo un errore di gestione della preparazione fisica che gli è costato tre mesi di stop.
Sinner sapeva di essere innocente, ma ha dovuto accettare il patteggiamento
L’avvocato di Sinner, Jamie Singer, ha spiegato che il tennista non voleva accettare il patteggiamento, convinto della sua totale innocenza.
“È stato difficile convincerlo. Si è sentito trattato ingiustamente, ma il suo è stato un processo da manuale, senza favoritismi”, ha detto Singer a Sky News UK.
Nonostante la chiarezza dell’indagine, il principio della responsabilità oggettiva ha portato comunque alla squalifica. Per la WADA, infatti, la responsabilità dell’atleta nei confronti del proprio team è un principio irrinunciabile, lo stesso richiamato anche da Federica Pellegrini:
“Esiste in ogni sport”, ha sottolineato l’ex campionessa olimpica.
Squalifica fino al 13 aprile: come Sinner affronterà questi mesi di stop
I tre mesi di stop non sono facili da accettare, soprattutto perché Sinner è l’unico a pagare il prezzo di un errore che non ha colpevoli ufficiali. Né il fisioterapista Giovanni Naldi, né il preparatore atletico Umberto Ferrara, responsabili della svista, sono stati incriminati.
“In un giallo sarebbe un caso senza colpevoli, ma con una sola vittima: Jannik”.
Ma come impiegherà questo tempo il numero uno del mondo? Dal suo team non trapelano dettagli, ma l’ipotesi più probabile è che Sinner approfitterà della pausa per migliorare ulteriormente il suo gioco e la sua preparazione fisica.
“Dopo un paio di settimane di relax, lavorerà su blocchi di preparazione fisica e sessioni sul campo”.
Il regolamento consente a Jannik di allenarsi con il proprio staff di supporto, ma non può farlo in luoghi collegati a federazioni, ATP, ITF o WTA.
Allenamenti tra Dubai, USA e Montecarlo: l’obiettivo è Roma
Per evitare la monotonia, Sinner potrebbe allenarsi in diverse location:
- Dubai, dove ha già svolto diversi ritiri.
- Stati Uniti, dove vive il suo super coach Darren Cahill.
- Montecarlo, per prendere confidenza con la terra rossa in vista degli Internazionali d’Italia.
L’ex coach di Berrettini, Vincenzo Santopadre, prevede un periodo di allenamenti intensivi, sia fisici che tecnici.
“Il grosso del lavoro sarà fisico, ma con Simone Vagnozzi si concentrerà anche su dettagli tecnici, come una risposta ancora più aggressiva”.
Sinner, dunque, tornerà in campo il 13 aprile, probabilmente più forte di prima. La squalifica non cancella la sua trasparenza, né il suo talento. E a Roma, davanti ai suoi tifosi, avrà la possibilità di dimostrare ancora una volta chi è davvero.