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Siamo -3 giorni ai Giochi, Tokyo col fiato sospeso

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A tre giorni dalla cerimonia inaugurale, l’imperatore Naruhito scende in campo: venerdi’ sara’ anche lui in tribuna, per sostenere il paese, lanciato verso la grande sfida delle Olimpiadi al tempo del Covid. Ora dopo ora, si infiamma lo scontro fra chi vuole andare avanti e chi vorrebbe fermarsi in tempo. A Tokyo e’ arrivato anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, il numero 1 dell’OMS, per una missione di verifica della situazione. Ed ha lanciato un messaggio di speranza: “Che queste Olimpiadi possano essere fonte di speranza e unita’ per raggiungere l’equita’ vaccinale e mettere fine alla pandemia”. Chi vuole fermare i Giochi, invece, ha lanciato un’ultima petizione: 14 fra accademici scrittori e giornalisti l’hanno consegnata con 140mila firme circa al Governo metropolitano della citta’, con l’appello per cancellare le Olimpiadi. “E’ assurdo andare avanti con i Giochi in queste circostanze, di fronte alla diffusione del Coronavirus e ad altri problemi”, scrvono i firmatari. La situazione sanitaria si aggrava, la variante Delta non risparmia l’estremo oriente e ogni aereo che atterra a Tokyo viene visto come una nuova minaccia. Sono 67 a tutt’oggi i Contagi da Covid-19 fra gli accreditati e la domanda che si fanno in molti e’: cosa succedera’ con un cluster nel villaggio olimpico? Il capo del comitato organizzatore, Toshiro Muto, che fino ad oggi aveva escluso un possibile annullamento dell’ultimo minuto, ha detto: “Non possiamo prevedere come evolvera’ il numero dei Contagi. Se ci sara’ un picco di casi, continueremo a confrontarci”. Per Muto, “a questo punto, i casi possono aumentare o diminuire, noi rifletteremo sul da farsi quando la situazione si presentera’”. “Fateci gareggiare” e’ invece il coro che si leva da gran parte degli atleti, gia’ pronti domani a scendere in campo con le prime prove. “I rischi ci sono – ha detto l’ex oro olimpico inglese Greg Rutherford – ma non farci gareggiare non sarebbe giusto”. Proprio da altri atleti britannici residenti nel villaggio olimpico, pero’, arriva la sensazione di “panico” che affermano di provare dopo che nel ritiro di Yokohama sei di loro, della squadra di atletica, sono stati posti in isolamento per contatto con una persona positiva: “abbiamo paura che possa succedere lo stesso anche a noi”, ha confessato il mezzofondista Daniel Rowden. Vibranti le parole della pallavolista azzurra Paola Egonu, che sara’ portabandiera allo Stadio Olimpico: “sono molto onorata, sfilero’ per tutti gli atleti del mondo”. Tranquilli anche gli olimpionici francesi in gara, forse abituati ai numeri imponenti dei Contagi nel loro paese e impazienti di sfilare di fronte al loro presidente Emmanuel Macron, unico capo di stato del G7 che sara’ presente venerdi’ alla cerimonia inaugurale. In casa francese, a differenza dei britannici, non c’e’ alcun segnale di ansia, mascherine, restrizioni e i tamponi salivari quotidiani tranquillizzano tutti. All’estremo opposto, lo stato d’animo di quelli che sono stati contagiati. Di oggi, l’ultimo caso, quello della cilena del taekwondo, Fernanda Aguirre, risultata positiva al test imposto a tutti all’arrivo in aeroporto. Sempre oggi, a 3 giorni dall’inaugurazione, e’ toccato lasciare la sua delegazione anche all’allenatore della squadra ceca di beach volley, Simon Nausch, dopo che alla vigilia era emersa la positivita’ di un suo giocatore, Ondrej Perusic.

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Sci, muore la giovane promessa francese Margot Simond: aveva 18 anni

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Tragedia in Val d’Isère durante un allenamento. La procura di Albertville apre un’indagine Una nuova tragedia ha sconvolto il mondo dello sci internazionale: Margot Simond, 18 anni, giovane talento della nazionale francese, è morta ieri in allenamento sulla pista di Val d’Isère, in Savoia. La ragazza, campionessa francese Under 18 di slalom, è caduta rovinosamente durante un esercizio ad alta velocità. I soccorsi sono stati immediati, ma ogni tentativo di rianimarla è stato inutile.

L’incidente durante la preparazione al trofeo Red Bull

Margot si stava preparando per il trofeo “Red Bull Alpine Park”, organizzato con la collaborazione del campione di slalom Clément Noël. La sciatrice, associata allo Ski Club di Les Saisies e originaria di Aillons Margeriaz, era una delle atlete più promettenti del panorama francese. Nel marzo scorso aveva vinto il titolo nazionale giovanile nello slalom a Les Menuires, e in stagione aveva già debuttato in Coppa Europa e preso parte ai Mondiali Juniores a Tarvisio, classificandosi al ventesimo posto.

Secondo quanto riportato da L’Équipe, la caduta è avvenuta poco dopo un tratto di zig-zag tra le porte, attorno alle ore 13. Il medico di pista è intervenuto immediatamente, ma ha confermato: «Non è stato possibile rianimarla».

Indaga la procura di Albertville

La dinamica dell’incidente è ora al vaglio della procura di Albertville, che ha aperto un’indagine per accertare le cause della morte. La comunità sportiva francese è sotto choc. «I nostri pensieri sono con la Francia e con tutta la comunità dello sci sconvolta per la perdita di Margot», ha scritto in un messaggio la Federazione francese di sci.

Una stagione nera per lo sci internazionale

La morte di Margot arriva pochi mesi dopo quella di Matilde Lorenzi, 20enne azzurra caduta durante un allenamento in Val Senales lo scorso ottobre. E tra questi due tragici eventi, lo sci piange anche Marco Degli Uomini, promessa 18enne del SuperG italiano, morto lo scorso 10 marzo sullo Zoncolan dopo un salto di 40 metri.

Tre lutti in meno di sei mesi che riaccendono i riflettori sulla sicurezza degli allenamenti e delle piste. Intanto, il mondo dello sport piange un’altra giovane vita spezzata troppo presto.

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Lecce, il fisioterapista Graziano Fiorita muore in ritiro prima del match con Atalanta: gara rinviata

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Un risveglio drammatico per tutto il mondo giallorosso. L’US Lecce piange la scomparsa improvvisa di Graziano Fiorita, storico massofisioterapista della squadra, scomparso a soli 47 anni. A comunicarlo è stata la stessa società salentina con una nota ufficiale intrisa di dolore: «L’Us Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita».

La tragedia si è consumata nella camera d’albergo di Coccaglio, in provincia di Brescia, sede del ritiro scelto dal Lecce per preparare la sfida di campionato contro l’Atalanta, poi rinviata a domenica alle 20.45. Non vedendolo arrivare al consueto appuntamento mattutino, i membri dello staff hanno cercato Fiorita, trovandolo senza vita nella sua stanza.

Professionista stimato e figura storica del club, Graziano era legato al Lecce da oltre vent’anni, seguendo le orme del padre Fernando, anch’egli fisioterapista e scomparso due anni fa. Lascia la moglie Azzurra e i figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, oltre alla madre Francesca e a una comunità intera che oggi si stringe attorno alla sua famiglia.

«In questo momento di dolore profondo e di totale incredulità – prosegue la nota del Lecce – il club può solo stringersi intorno alla sua famiglia».

Anche l’Atalanta ha voluto esprimere il proprio cordoglio con una nota ufficiale. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte, tecnico partenopeo e leccese di nascita, hanno inviato messaggi di vicinanza e solidarietà alla famiglia Fiorita e al club.

Graziano Fiorita resterà per sempre nel cuore di chi ha condiviso con lui la passione per il calcio, il lavoro dietro le quinte, la dedizione silenziosa e costante a una maglia che amava come una seconda pelle.

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Coppa Italia: Il Bologna torna in finale dopo 51 anni

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A 51 anni di distanza dall’ultima volta, il Bologna torna in finale di Coppa Italia: Fabbian e Dallinga aprono e chiudono la sfida che vede i rossoblù piegare l’Empoli anche al ritorno, dopo il 3-0 del Castellani, confermando il Dall’Ara un fortino inespugnabile: Kovalenko non basta ai toscani. Vincenzo Italiano e i suoi ragazzi scrivono una pagina di storia del club rossoblù, pagina che il tecnico già conosce essendo alla seconda finale negli ultimi 4 anni, dopo quella disputata e persa con la Fiorentina. Dopo le finali perse di Coppa Italia e Conference (2) con la viola, il tecnico avrà la possibilità di regalare e regalarsi un epilogo diverso e voltare pagina il 14 maggio a Roma, contro il Milan, in un match che metterà in palio un posto in Europa League. Nell’attesa, il Bologna corre anche e nuovamente per la Champions.

Italiano, però preferisce non badarci e non si fida neppure dei tre gol di vantaggio e dello 0-3 con cui i rossoblù avevano espugnato Empoli nella semifinale di andata. Il tecnico opta per un turn over ragionato, ma conferna la spina dorsale della sua squadra con Beukema e Lucumi al centro della difesa, Freuler in mediana e Dallinga di punta, con Orsolini, Cambiaghi e Fabbian a sostegno. E’ Bologna vero contro un Empoli rimaneggiato, con un D’Avesa che offre spazio a giocatori reduci da infortunio e in cerca di condizione, risparmiando titolari per il campionato e la Fiorentina. E allora i rossoblù possono mettere in chiaro le cose fin dal principio: passano al 7′, con Moro che offre a Fabbian il cross dell’1-0. Terza rete dell’ex Inter all’Empoli e quarta stagionale, che arriva dopo un inizio arrembante che vede Dallinga sprecare sotto porta e pure Lykogiannis chiamare Seghetti all’intervento, ma pure Marianucci recuperare in extremis su Dallinga.

Dopo un quarto d’ora di spinta e il vantaggio, il Bologna amministra i ritmi e l’Empoli trova campo e capacità di reagire con l’esuberanza di Sambia e Solbakken. Il primo inventa, Konate rifinisce, Solbakken si presenta tre volte a tu per tu con Ravaglia: la prima spara fuori, la seconda debolmente, la terza chiama il portiere rossoblù alla grande parata che trova Kovalenko pronto al tap in vincente: è 1-1 al 32′. A inizio ripresa arrivano i cambi su ambo i fronti, con i tecnici che dimostrano di ragionare anche in chiave campionato. Il Bologna riprende campo e ritmo e sfiora il nuovo vantaggio Cambiaghi e Fabbian. Dominguez, Dallinga e Moro si divorano tre occasionissime per la vittoria tra il ventesimo e il 37′ e il successo è nell’aria. Lo firma Dallinga con un colpo di testa a tre minuti dal triplice fischio, su cross di Lykogiannis. Il Bologna si giocherà un trofeo 51 anni dopo l’ultima vittoria.

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