Collegati con noi

Politica

Separazione carriere in Aula, il governo blinda il testo

Pubblicato

del

La maggioranza accelera sulla separazione delle carriere dei magistrati e sventa di fatto il ‘blitz’ di Forza Italia blindando il testo. Dopo la riunione di prima mattina tra il Guardasigilli, Carlo Nordio e il capogruppo di FI alla Camera, Paolo Barelli, rientra infatti il tentativo di modificare il ddl prevedendo l’esclusione dei componenti laici del Csm dall’ elezione con sorteggio che sarebbe rimasta invece per i togati. Un tentativo che i forzisti avevano concretizzato con un emendamento “presentato a sorpresa” e ritirato subito dopo il colloquio con il ministro della Giustizia.

Nordio, spiega FI in una nota, avrebbe assicurato che le modalità di elezione dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura saranno trattate con una legge ordinaria successiva alla riforma. Perché ora il governo ha fretta e vorrebbe veder approvato il testo senza “perdere altro tempo” con modifiche “non concordate”. I firmatari dell’emendamento: Tommaso Calderone, Enrico Costa, Annarita Patriarca, Pietro Pittalis e Paolo Emilio Russo, pur continuando a ritenere che il Parlamento possa subire un “depotenziamento” per il fatto di non poter “più indicare i laici” del Csm, accolgono l’invito al ritiro anche per l’ insistenza del resto della maggioranza che si appella all’ accordo raggiunto sul ddl “in più di un vertice”.

“Atteniamoci all’intesa di maggioranza che avevamo raggiunto” è infatti l’ appello della responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno. E sul punto è molto chiaro Nordio che di questo va a parlare anche a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. In vista del voto sulla questione pregiudiziale presentata dalle opposizioni e subito respinta e del prosieguo dell’esame del ddl in Aula, “abbiamo dovuto ricomporre la dialettica interna perché il provvedimento deve essere blindato”, spiega il Guardasigilli che sottolinea come “eventuali correzioni porterebbero a uno slittamento di quella che per noi è la madre di tutte le riforme”. Pertanto, assicura “abbiamo raggiunto un accordo” e “questi emendamenti saranno gestiti in un altro modo”.

“La separazione delle carriere – è il suo auspicio – deve procedere in assoluta armonia”. Perché con questo ddl, che impegna il legislatore italiano sin dai tempi della Costituente, il rischio, come osserva anche il capogruppo Iv al Senato Enrico Borghi, “è che si faccia il bis del premierato”, cioè che finisca in un cassetto in attesa di tempi migliori. Così, “pur di evitare” il “rallentamento della riforma riguardante la giustizia” che è “il DNA del partito”, FI rinuncia all’emendamento della discordia. Il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ribadendo “l’importanza della riforma” tanto invocata da Berlusconi, difende il tentativo dei colleghi di partito. I parlamentari, osserva, “sono eletti dal popolo e, come tali, avrebbero titolo a individuare direttamente la componente politica del Csm”.

In ogni caso, incalza, “abbiamo stimolato una compiuta riflessione sul tema”. Gran parte dell’ opposizione, intanto, protesta e, oltre ad attaccare il ddl che prevede anche l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare per le toghe, chiede più tempo per discutere il ddl. Tempo ridotto anche a causa del “combinato disposto dell’applicazione del nuovo regolamento di Montecitorio” con “il contingentamento stabilito dalla presidenza”. E più tempo viene concesso per “garantire l’estensione del dibattito” e la “certezza” della conclusione dell’esame del provvedimento.

Advertisement
Continua a leggere

In Evidenza

Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

Pubblicato

del

“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

Continua a leggere

In Evidenza

Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

Pubblicato

del

Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

Continua a leggere

In Evidenza

Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

Pubblicato

del

Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto