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“Se muoio è stata mia moglie”, sms amante apre caso

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Dietro a quella che in un primo momento sembrava una morte naturale si nasconde un vero e proprio giallo. Con la vedova della vittima accusata di omicidio da un sms che l’uomo ha inviato all’amante poche ore prima del suo decesso. “Se domani mi trovano morto e’ stata mia moglie. Avverti la polizia”, le parole scritte alla donna che hanno portato la Procura di Torino ad aprire un fascicolo. Secondo l’accusa sarebbe stata lei ad uccidere E.T., 50 anni. Al momento dell’ultimo respiro, nel suo alloggio nel quartiere Mirafiori, c’era solo la moglie. All’inizio nessun sospetto, dal momento che la vittima soffriva di un tumore al cavo orale, il corpo ormai sfigurato dalla malattia. Ma quando l’amante, che vive in Puglia, si e’ presentata ai carabinieri del suo paese con quel messaggio, sono emersi i primi dubbi. Le indagini, affidate agli uomini del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Torino, sono coordinate dal pubblico ministero Paolo Cappelli. I primi risultati dell’autopsia, invece di chiarire i dubbi, li hanno alimentati. Anche se non sono stati riscontrati segni sul collo, le lesioni sarebbero compatibili con una morte violenta, da soffocamento o strangolamento. Piu’ precisamente l’uomo sarebbe morto “per asfissia meccanica procurata da terzi”. Anche se i carabinieri non denunciano nessuno, la relazione presentata porta il pm ad iscrivere la moglie della vittima nel registro degli indagati. La vedova, difesa dall’avvocato Alberto De Sanctis, viene ascoltata e si dichiara innocente. “Mio marito e’ morto perche’ aveva un tumore”, ripete. A difesa della donna le gravi condizioni del 50enne che non poteva nutrirsi se non attraverso una cannula inserita direttamente nello stomaco. Da qui passava anche molto alcol di cui l’uomo, secondo quanto raccontato dalla donna, abusava. Una dipendenza. “Mio marito beveva una bottiglia di grappa al giorno”. Anche prima di morire, com’e’ stato confermato dalle analisi sul corpo, che hanno evidenziato un tasso alcolemico alto. Le indagini intanto proseguono. Sono stati ascoltati amici e conoscenti della coppia, che hanno raccontato che tra i due le liti erano frequenti. A volte violente. Soprattutto dopo che la moglie aveva scoperto la relazione extraconiugale. Fatti confermati anche dall’indagata, che, sempre secondo gli inquirenti, soffrirebbe di depressione.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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