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Scattano i dazi di Trump per Messico, Canada e Cina

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La scure dei dazi di Donald Trump si sta per abbattere su Messico, Canada e Cina, responsabili – secondo la versione della Casa Bianca – “dell’invasione di migranti e di fentanyl che sta uccidendo migliaia di americani”: dal primo febbraio scattano infatti le tariffe del 25% contro i Paesi vicini degli Stati Uniti e del 10% contro Pechino. Ma a tremare sono anche i Brics: il presidente americano è infatti tornato a minacciarli, brandendo tariffe al 100% se creeranno una loro valuta o ne sosteranno una alternativa al dollaro. Guarda con attenzione alle prossime mosse di Trump anche l’Unione Europea, non risparmiata dalle critiche del presidente e dalle minacce di dazi. Secondo il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, se l’Europa vuole evitare una guerra commerciale con Trump, deve acquistare di più dagli Stati Uniti, aumentare i bilanci della difesa e deregolamentare per rafforzare l’economia europea. In un’intervista a Politico.eu, il vicepremier ha spiegato che un modo per affrontare ed evitare la minaccia dei dazi è creare “un clima virtuoso” acquistando più beni dagli Stati Uniti.

Ma l’Europa non sembra essere al momento la priorità per Trump, almeno in termini di dazi. Il presidente – ha spiegato la Casa Bianca – non ha ancora preso una decisione sulla tempistica dei dazi per gli europei. Nell’immediato Trump vuole mantenere la sua promessa di colpire il Canada e il Messico responsabili, a suo avviso, del flusso di fentanyl negli Stati Uniti, oltre che degli arrivi di migranti. Smentendo le indiscrezioni dell’ultim’ora di trattative in corso e di un ripensamento con un possibile posticipo al primo marzo, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha fatto chiarezza: le tariffe “scatteranno domani”, 1 febbraio. E ha respinto anche le dichiarazioni del premier canadese Justin Trudeau, secondo il quale il Canada è pronto a rispondere con “forza e immediatamente. Non è quello che vogliamo ma, se andrà avanti, agiremo anche noi”. Trudeau – ha detto Leavitt – “farebbe meglio a parlare direttamente con Trump prima di rilasciare queste dichiarazioni ai media”.

Durante la guerra commerciale scoppiata fra Stati Uniti e Canada nei primi quattro anni alla Casa Bianca di Trump, Ottawa ha risposto imponendo tariffe sul succo d’arancia della Florida, sul whiskey e sul bourbon. La stessa strada potrebbe essere seguita anche in questa occasione. Il Canada però potrebbe anche ricorrere all’opzione ‘nucleare’ dell’energia, la sua arma più pesante contro gli Stati Uniti. Almeno una trentina di stati americani dipendono dall’energia canadese e l’imposizione di dazi all’export verso gli Usa si tradurrebbe in un aumento dei prezzi di elettricità, gas e benzina che Trump ha promesso agli americani di far scendere non appena entrato alla Casa Bianca. Consapevole di poter essere ancora più penalizzata dalla scure dei dazi di Trump, la Cina segue con attenzione gli sviluppi. Il caso DeepSeek sembra aver aumentato le chance di nuove misure americane contro Pechino in termini di controlli all’export e anche tariffe nel nome dell’America First per difendere il dominio della tecnologia a stelle e strisce.

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Zelensky a Roma per i funerali di Papa Francesco, forse incontra Trump

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Roma per partecipare ai funerali di Papa Francesco. Lo ha confermato il suo portavoce, Sergei Nykyforov, spiegando che anche la First Lady Olena Zelenska prenderà parte alla cerimonia funebre.

Incertezza fino all’ultimo sulla presenza

Fino a poche ore prima dell’annuncio, Zelensky aveva espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere la capitale italiana, affermando di non essere certo di “avere il tempo” per partecipare all’evento e per rivedere il presidente americano Donald Trump, anch’egli atteso ai funerali. Alla fine, il presidente ucraino ha scelto di essere presente per rendere omaggio a Papa Francesco.

Un momento solenne di rilievo internazionale

La partecipazione di Zelensky e della First Lady alla cerimonia sottolinea l’importanza del momento, che vede la presenza di numerosi capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo.

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Sondaggio Nyt, tasso di approvazione per Trump crolla al 42%

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Il consenso di Donald Trump crolla al 42%, secondo un sondaggio New York Times-Siena college condotto tra il 21 e il 24 aprile su 913 elettori registrati: il 42% approva il suo operato, mentre il 54% lo disapprova (il 5% non sa o non risponde). E solo il 36% pensa che gli Usa siano nella giusta direzione, il 53% crede il contrario (l’11% non sa o non risponde). Quanto al suo secondo mandato, il 66% del campione lo definisce caotico, il 59% preoccupante e solo il 42% eccitante.

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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