Lui è in cella perchè ritenuto affiliato al clan dei casalesi, la fazione mafiosa vincente del padrino Michele Zagaria, in cella al 41bis grazia al lavoro straordinario del magistrato Catello Maresca, della polizia di Stato e di altri apparati dello Stato. Avremmo dovuto scrivere, “lui era in cella”. Renato Piccolo, 47 anni, è tornato infatti a casa. Il Tribunale di sorveglianza ha accolto l’istanza di scarcerazione e di concessione degli arresti domiciliari per scontare la pena residua. Anche in questo caso, ad intenerire il Dap e i giudici di sorveglianza, c’è  una istanza ben scritta dal legale di Piccolo,  l’avvocato Paolo Caterino, che ha convinto tutti che fosse giusto stante la pandemia e le ovviamente cagionevoli condizioni di salute del detenuto, mandarlo a casa con il braccialetto elettronico. Il buon Renato Piccolo fu  arrestato nell’ambito di una inchiesta per estorsioni. S’è fatto otto anni di carcere e ora grazie al coronavirus (che sarà pure una tragedia per tantissimi, ma è manna dal cielo per alcuni) torna a casa sua, a Casapesenna, amena cittadina del Casertano in terra di asprinio, mozzarella di bufala e mela annurca. Bontà che l’esponente del clan dei casalesi non si farà mancare a casa.