Collegati con noi

Esteri

Scandalo in Parlamento, senatore droga una deputata per violentarla

Pubblicato

del

Scandalo in Parlamento: un senatore di centrodestra ha invitato a casa una deputata sua amica da anni e le ha offerto da bere aggiungendo di nascosto una droga nel bicchiere. La donna, quasi 20 anni meno di lui, è stata male ma ha trovato la forza di denunciarlo e di farlo arrestare. Ora Joel Guerriau, 66 anni, affiliato al partito dell’ex premier Edouard Philippe ‘Horizons’, è in stato di fermo e deve rispondere dell’accusa di aver voluto drogare Sandrine Josso, 48 anni, deputata centrista, allo scopo di ottenere da lei “favori sessuali”. Joël Guerriau è eletto dal 2011 nella Loira Atlantica, dove è stimato sindaco del piccolo centro di Saint-Sébastien-sur-Loire. In stato di fermo da ieri, nega tutto: “Il confronto con la deputata – ha affermato Rémi-Pierre Drai, il suo avvocato – ha consentito al mio cliente di confermare con forza la versione dei fatti che a questo punto dell’inchiesta non consente di ipotizzare alcun reato”.

La Josso ha raccontato agli inquirenti la serata: i due, amici da una decina d’anni, dovevano cenare al ristorante, ma in extremis Guerriau le aveva proposto una serata a casa sua. Lui si è messo ai fornelli, decantando le qualità dei piatti che stava preparando, ma intanto ha offerto alla collega diversi bicchieri di vino come aperitivo. Li preparava in cucina e glieli serviva, “aveva un comportamento strano”, ha ricostruito lei davanti agli inquirenti. In particolare, ha detto di averlo visto variare più volte l’intensità della luce, mentre la guardava con insistenza. Invitandola a “fare festa” insieme.

Venti minuti dopo aver bevuto il primo sorso dal bicchiere che le era stata offerto, Sandrine Josso ha raccontato di essersi sentita male: sudore freddo, battito cardiaco accelerato. Ha avuto paura, ma ha deciso di dissimulare il malessere a Guerriau, chiamando un taxi per rientrare a casa e uscendo alle 22. Si è fatta portare in Parlamento, spiegando la situazione ad alcuni colleghi, che hanno chiamato i soccorsi: i primi esami hanno confermato che la deputata aveva le pupille dilatate e il ritmo cardiaco elevato. All’ospedale, le analisi hanno confermato la presenza di ecstasy nel suo organismo. A più riprese, la donna ha affermato di “non capire” il comportamento del senatore, che da quando è stato posto in stato di fermo per il sospetto di aver voluto drogare di nascosto la deputata per poi violentarla ha negato con forza l’intenzione.

Le analisi su di lui hanno però rafforzato i sospetti degli inquirenti: nel suo sangue sono state trovate tracce di anfetamine, oppiacei, cannabis, cocaina, metadone e Mdma (la molecola dell’ecstasy). La radio Rmc ha riferito che la polizia ha già effettuato perquisizioni a casa del senatore, dove è stata ritrovata ecstasy, e anche nel suo ufficio in Senato. Per porlo in stato di fermo non è stato necessario attendere la richiesta di sospensione della sua immunità parlamentare dal momento che l’inchiesta è stata aperta “in flagranza di reato”. In Senato Guerriau ricopre anche la carica di vicepresidente della commissione Esteri, Difesa e Forze armate. Di professione banchiere, è stato in passato direttore generale della Federazione delle Casse di risparmio. Di lui si era parlato un’altra volta, in passato, per un episodio mai del tutto chiarito: nel 2016 sul suo account Twitter era stata pubblicata una risposta al collega senatore Bruno Retailleau corredata dalla foto di un pene in bella evidenza. Allora il senatore Guerriau si era giustificato affermando che il suo account era stato piratato.

Advertisement

Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

Pubblicato

del

Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

Continua a leggere

Esteri

Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

Pubblicato

del

Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

Continua a leggere

Esteri

Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

Pubblicato

del

A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto