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Politica

Santalucia difende magistratura: dire che siamo il cancro è vilipendio

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“Cancro lo si può dire per la mafia, per una criminalità infiltrante, non per chi la combatte ogni giorno”. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia torna a difendere la magistratura e lancia l’allarme contro un ‘uso irresponsabile del linguaggio’. L’occasione è il comitato direttivo dell’Associazione nazionale dei magistrati che si è riunito oggi a Roma. Il presidente fa apertamente riferimento alle parole pronunciate, a fine agosto, dal direttore di Libero Pietro Senaldi durante una trasmissione televisiva: “Non è la parola fuori posto di un giornalista – sottolinea – ma il sintomo di un malessere della democrazia più radicato. Questa non è critica, è vilipendio dell’ordine giudiziario”.

Nella sua relazione non esita a prendere posizione sulla vicenda Natoli, la consigliera laica eletta in quota FdI finita nella bufera e sospesa proprio qualche giorno fa dal Csm. “Era di un’evidenza solare l’impossibilità a continuare a occupare quell’ufficio – tuona Santalucia -. Mi sarei aspettato le dimissioni, che sarebbero state la scelta più opportuna”.

Poi aggiunge: “Di fronte a quell’audio c’è poco da discutere, non è possibile pensare di proseguire nell’impegno del mandato consiliare quando, da componente della sezione disciplinare, ci si incontra con un magistrato incolpato”. Una posizione in linea con quella espressa, in un’intervista al Corriere della Sera, dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ha definito “inevitabile” la sospensione. “Mi faccia prima esprimere il mio dispiacere sul piano umano, perché sono convinto che la consigliera non volesse danneggiare l’istituzione – ha affermato Pinelli – E mi permetto di dire che, comunque, le registrazioni occulte restano una modalità di relazionarsi quanto meno discutibile”.

Intanto l’associazione magistrati torna a puntare il dito contro la legge Nordio. “Non porterà nulla di buono. Al di là degli elementi di dissenso c’è una indifferenza per l’organizzazione degli uffici” taglia corto Santalucia. “E’ stato abolito il filtro utilissimo in appello ed è stato introdotto l’organismo collegiale per le misure cautelari”. Per Santalucia “non è possibile normare senza rendersi conto della sostenibilità organizzativa”.

A fargli eco il direttore generale dell’Anm Salvatore Casciaro: “Vengono approvati provvedimenti legislativi come la legge Nordio, senza tener conto di quali sono attualmente le risorse in campo. Si rischierà di mettere soprattutto i piccoli tribunali”. Netto il no anche sulla stretta alla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare: “I palazzi di giustizia devono essere palazzi di vetro. Non bisogna creare muri alla conoscenza pubblica, perché è la prima forma di controllo”. E sull’emergenza carceri il numero uno dell’Anm sostiene che non sarebbe corretto ritenere il sovraffollamento una conseguenza diretta delle carcerazioni cautelari, “soprattutto quelle fatte oggetto dell’ordine del giorno Costa, ossia sostanzialmente dei colletti bianchi perché al netto di mafia, terrorismo, reati di armi e di violenza resta ben poco”.

Quanto alla vicenda del presidente ligure Toti, Santalucia è categorico: “Non c’è stato alcun attentato alla democrazia, nessuna azione eversiva ma un processo per corruzione e finanziamenti illeciti in cui le parti hanno ritenuto di concludere con un patteggiamento”.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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