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Spettacoli

#Sanremo2020. Al 52,2% di share gli ascolti del Festival di Amadeus, Fiorello riassume la felicità di mamma Rai così: minchiaaaaa!

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Il festival che porta la firma di Amadeus debutta con una media di 10 milioni 58mila telespettatori. È il 52.2% di share. Un risultato percentuale che migliora quello dello scorso anno, quando la prima serata del Baglioni bis aveva fatto segnare una media del 49.5% di share con 10 milioni 86mila telespettatori. La prima parte della prima serata di Sanremo2020 è stata seguita da 12 milioni 480mila spettatori con il 51.2% di share, la seconda da 5 milioni 709mila con il 56.2%. Nel 2019, la prima parte della prima serata del festival aveva raccolto 12 milioni 282mila spettatori con il 49.4% di share, la seconda 5 milioni 120mila con il 50.1%. Il 52.2% di share messo a segno dal debutto di Sanremo 2020 è la media più alta centrata dalla prima serata dal 2005, quando il festival condotto da Paolo Bonolis aveva ottenuto il 54.10%. Erano però 15 anni fa, con minore offerta televisiva e pubblico assai frazionato oggi per la presenza della Pay tv che offre tanto a chi non vuole vedere il festival.

Il picco di ascolto, durante la prima serata del Festival di Sanremo, è stato raggiunto alle 21.45, quando Amadeus ha lanciato la gara con Irene Grandi: davanti a Rai1 c’erano in quel momento 14 milioni 942mila spettatori. Alle 00.27 il picco di share, con il 59.6%, quando Amadeus e Emma sono usciti dall’Ariston per raggiungere il palco in piazza Colombo. Sono i due momenti più visti della prima serata.

Rispetto a questi dati eccezionali di ascolto c’è la soddisfazione dell’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, che ha detto “grazie a tutto il pubblico e grazie a tutta la Rai”. La 70esima edizione di Sanremo, ha spiegato Salini, “è la dimostrazione che il servizio pubblico può vincere qualsiasi sfida. Gli spettatori hanno premiato lo sforzo dell’intera azienda impegnata a costruire un Festival in grado di parlare a tutto il nostro pubblico”. “E’ il Sanremo dell’inclusione, dell’accessibilità, della coesione sociale, della difesa della parità di genere e dei diritti civili. E’ il Sanremo della grande proposta digitale Rai. E’ il Sanremo che esce dal Teatro per coinvolgere la città. In una parola – sottolinea Salini – è il Sanremo del servizio pubblico, unica vera guida delle scelte editoriali di una Rai che deve essere di tutti. Grazie al direttore artistico Amadeus, alle sue scelte coraggiose, alle sue compagne e ai suoi compagni di viaggio, artefici straordinari di questa grande festa per i 70 anni del Festival degli italiani”. “Sono qui per dire al direttore artistico che gli sono profondamente grato per questa splendida edizione che ci ha regalato, ma il mio grazie va anche a tutti i lavoratori della Rai che ogni anno mettono in piedi uno spettacolo sempre più grande e diffuso, in particolare quest’anno il festival è in tutta la città anche grazie al nostro investimento sul digitale e sempre più multipiattaforma”.

Salini, mentre festeggia in sala stampa il successo della prima puntata del festival si lascia sfuggire un ‘Amedeus’, prontamente colto dal conduttore che ci scherza su: “Posso dire che il sindaco di Sanremo non è l’unico a chiamarmi così”. “Ma ci sentiamo decine di volte al giorno, tu sei Ama”, replica Salini. Il rigraziamento dell’ad va “a tutti i compagni di viaggio, al direttore Coletta, a Fiorello. Il successo è di un festival dell’inclusione, che ha l’obiettivo di portare dentro tutti e parlare a tutti. Credo ci siamo riusciti nel migliore dei modi. Grazie ancora a tutti i lavoratori della Rai che permettono di produrre e offrire questo splendido evento”. Questo il pensiero molto articolato e forbito dell’Ad della Rai. Un po’ più nazional popolare il giudizio di Fiorello che davanti ai dati di ascolto, non è andato oltre un.. “52.2%! Minchiaaaaaaaa”. Che diciamo riassume fiumi di parole.

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Spettacoli

Gwyneth Paltrow è stanca della dieta, ‘ora mangio pane e pasta’

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Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.

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Musica

Rocco Hunt, il ragazzo di giù diventa grande: “Ho 30 anni e ancora la rabbia del Sud”

Esce l’album Ragazzo di giù: tra neomelodico, rap e introspezione, la maturità artistica di un figlio del Sud.

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A 30 anni, Rocco Hunt ha già alle spalle 15 anni di carriera, una vittoria a Sanremo, hit estive, strofe militanti e un’identità artistica sempre più nitida. Ma oggi, con il nuovo album Ragazzo di giù, in uscita venerdì, Rocco — per molti ancora affettuosamente “Rocchino” — completa un percorso che lo conferma maturo, consapevole e profondamente legato alle sue radici.

“Sono fortunato, canto chi non lo è stato”

Il brano che dà il titolo al disco è un manifesto identitario.
“Io sono il ragazzo di giù fortunato”, spiega Rocco, “quelli che canto sono stati meno fortunati, magari non hanno dovuto lasciare casa, ma hanno pagato altri prezzi”. La nostalgia per la sua terra non è solo geografica, è memoria viva di un mondo che spesso si perde tra le distanze culturali.

Tra disagio e riscatto: “A Nord si perdono i valori”

“Oggi Napoli fa figo, ma vivere al Nord è diverso”, dice. Il successo, per lui, ha un prezzo. “Contano i numeri, non i valori”, afferma, parlando anche del figlio Giovanni, 8 anni, cresciuto tra Milano e Napoli: “Ha un accento diverso, ma deve sapere da dove viene, imparare l’inglese e la cazzimma partenopea”.

Il dialetto come identità: “È mamma, papà e biberòn”

Per Rocco il dialetto non è solo stile, ma lingua del cuore:
“È la strada dove sei cresciuto, la voce dei tuoi nonni, il suono dell’anima”. E anche se ha girato l’Italia e il mondo, resta anima di Scampia, del Sud e dei suoi contrasti.

Il rap, il neomelò, e il coraggio delle parole

Ragazzo di giù è un album eterogeneo, che passa da Gigi D’Alessio a Massimo Pericolo, da Irama a Baby Gang, mischiando il rap con la melodia napoletana e l’attualità più bruciante. In Demone santo, per esempio, denuncia con rabbia il crollo del ballatoio della Vela di Scampia:
“Quelle creature sono vittime dello Stato. A che serve il tricolore sulle bare bianche, se Cristo in quelle case non ci entra?”

Sanremo, De Filippo e il mare della costiera

Nel disco anche introspezione e memoria, con brani come ‘A notte, ispirato a Eduardo De Filippo, e Domani chissà, dove Rocco rievoca lo scugnizzo che si tuffava a bomba nel mare della costiera. E non manca un pensiero al futuro:
“Vorrei un secondo figlio”, dice, ma con il timore delle malattie, dei sacrifici, della fragilità.

Il tour: dal Molise a Milano, passando per la Reggia

Il tour estivo partirà il 20 giugno da Campobasso, con gran finale l’11 settembre alla Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.
“Senza le mie radici non sarei quello che sono”, conclude Rocco.
E quando gli chiedono se oggi è ancora “‘nu juorno buono”, risponde senza esitazioni:
“Sì. Ma è sempre più difficile non vedere le nuvole all’orizzonte”.

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Spettacoli

Sara Tommasi, “dalla Bocconi al porno, guadagnavo 10mila euro a sera “ho perso tutto e sono rinata”

La confessione dell’ex showgirl: “Il dolore mi ha formata. Ma oggi ho una vita sana e felice”.

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In un’intervista al Corriere della Sera, Sara Tommasi (foto Imagoeconomica) si racconta con tenerezza e consapevolezza, rievocando il passato tra luci e ombre, e descrivendo il presente con un sorriso nuovo, accanto al marito e agente Antonio Orso, sposato nel 2021 in piena pandemia.

Ora sto bene”, dice. Non prende più farmaci da quando si è sposata, vive tra Terni e Sharm el-Sheikh, ha una vita regolare, dorme bene, fa palestra, lavora con equilibrio. E soprattutto si sente amata.

Il passato doloroso e la malattia

La Tommasi racconta con sincerità gli anni più difficili, segnati da un disturbo bipolare che lei stessa con coraggio ha ammesso pubblicamente: “Il problema è quando non si accetta la malattia. Si fanno errori da cui non si può più tornare indietro”. Fa riferimento anche ai film porno, al processo per violenza sessuale poi conclusosi con l’assoluzione degli imputati, e al dolore per non aver ascoltato la madre, che le chiedeva di curarsi. “Ce l’ho con me stessa”, confessa.

Gli affetti, le radici, il nuovo inizio

Ricorda con amore la madre Cinzia, scomparsa tre anni fa per il Parkinson, e la sua infanzia a Terni tra le merende in pasticceria dai nonni e i sogni da bambina. Confessa di essersi persa con le droghe, cercando conforto fuori dai farmaci prescritti: “Mi ha fatto uscire di testa”. Ma oggi, grazie ad Antonio, è rinata: “Quando mi parla, io mi sento bene”.

Carriera e ricordi felici

Rivive con emozione i momenti d’oro della carriera: Paperissima, l’Isola dei Famosi, Chiambretti Night, il calendario per Max. Parla con affetto di Gerry Scotti, Fabrizio Frizzi, Simona Ventura, e rivela che una delle esperienze più belle è stata proprio l’Isola, nel 2006.

A sorpresa, aggiunge: “Mi piacerebbe condurre un programma solare. E c’è l’idea di un docufilm sulla mia vita, per parlare di bipolarismo”.

Il futuro tra sogni e consapevolezza

Non esclude l’adozione: “Ho avuto un’operazione all’utero, la gravidanza sarebbe a rischio. Ma ci stiamo pensando”. Intanto si gode i piccoli gesti, il gelato con il marito, gli incontri con i suoi suoceri. E ammette: “Siamo ancora nella fase adolescenziale del nostro amore”.

Infine, il senso profondo del suo percorso: “Il dolore ti forma. Ma bisogna imparare a valorizzare quello che si ha. Io l’ho capito quando ho perso tutto”.

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