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Sanità, la Corte dei Conti “denuncia” criticità e irregolarità nei Bilanci della Asl Napoli 1

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La magistratura contabile rileva il “permanere di significative criticità ed irregolarità” nei bilanci 2018 e 2019 dell’Asl NAPOLI1 Centro. È emerso dai risultati di verifica della sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Campania, che segnala anche una inadeguata gestione del patrimonio immobiliare e criticità relative al contenzioso con il privato accreditato e alla spesa per consulenze e collaborazioni in ambito sanitario. I risultati economici di entrambi gli esercizi esaminati hanno registrato dati di perdita che, seppur decrescenti (dai circa 79 milioni di euro del 2018, ai 49 milioni del 2019), sono stati “influenzati dall’aumento in conto esercizio della contribuzione proveniente dal bilancio regionale”. Persistono irregolarità già osservate negli anni precedenti, relative sia alla sistemazione delle voci di credito riferite ai “doppi pagamenti” effettuati nel tempo dall’azienda sanitaria locale, sia al completamento dell’attività di circolarizzazione dei debiti e dei crediti. “L’ultimazione e la corretta sistemazione di queste operazioni contabili – ha precisato la sezione – saranno oggetto, in futuro, di costanti verifiche (consuntivo 2020 e successivi)”. Per quanto attiene al fenomeno dei cosiddetti “doppi pagamenti” e alle criticità connesse al loro recupero, la sezione regionale di controllo sottolinea che la relativa partita contabile presenta un saldo da recuperare, alla data del 31 dicembre 2019, superiore ai 62 milioni di euro, a fronte di un dato, aggiornato al 31 dicembre 2020, superiore ai 49 milioni. La mancata adeguata svalutazione dei crediti incide “negativamente sulla complessiva attendibilità del bilancio”. Con riferimento al fondo rischi, si è osservata, in particolare, la “mancata valutazione dello stato dei rischi da parte dell’azienda sanitaria” che ha compromesso la “verifica dell’adeguatezza del relativo accantonamento in bilancio”. La Corte dei Conti parla, ancora, di “rilevanti criticità”, riconosciute peraltro dai rappresentanti dell’azienda, e che scaturiscono dalla “gravosa/carente gestione del patrimonio immobiliare” costituito da numerosi terreni, anche situati fuori dal distretto dell’Asl, da immobili di pregio e da immobili adibiti ad uso abitativo. Elementi critici sono emersi in relazione all’elevato contenzioso con le strutture private accreditate, all’incremento di spesa per consulenze e collaborazioni in ambito sanitario, al frequente ricorso all’istituto delle proroghe contrattuali. L’indicatore che rileva la tempestività dei pagamenti, cui l’azienda è tenuta per le prestazioni ricevute a vario titolo, risulta fortemente influenzato dal pagamento dei debiti pregressi. “Le irregolarità riscontrate – ha concluso la sezione di controllo – fanno emergere la necessità di un sistema di contabilità analitica e di un’implementazione delle procedure amministrativo-contabili sottostanti alla corretta contabilizzazione dei fatti aziendali, per migliorare la qualità dei dati contabili. Tali obiettivi dovranno accompagnarsi a un incisivo processo di razionalizzazione dell’assetto organizzativo dell’azienda e di coordinamento delle diverse strutture operative”. Si considera “non più rinviabile” la necessità di rafforzare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei controlli interni.

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Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Fassino denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino, informativa in Procura

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Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa su Piero Fassino, denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi – comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – e le trasmetteranno all’autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma – spiegano fonti investigative – se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.

Già ieri il deputato del Pd – parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 – ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: “volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. In quel momento, ha aggiunto, “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo ad un agente di polizia.

Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”. Fassino ha anche sostenuto che si era offerto subito di pagarla e di comprarne non una ma due, proprio per dimostrare la sua buona fede, ma i responsabili hanno comunque deciso di sporgere denuncia. Al parlamentare del Pd, dopo quella espressa ieri dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, è arrivata la solidarietà del coordinatore di Fratelli d’Italia in Piemonte Fabrizio Comba. “Conosco l’uomo e il politico integerrimo, il tritacarne mediatico in cui è stato infilato è indecoroso per la sua storia personale e, quindi, anche per la storia del nostro paese. E’ un avversario politico – ha concluso Comba – ma non per questo mi permetto di dubitare della sua integrità, convinto delle sue straordinarie qualità morali”.

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Nozze d’argento boss in chiesa con le spoglie di Falcone

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Lui abito scuro, con gilet, pochette e cravatta color madreperla, lei abito bianco scollato lavorato con tessuto di pizzo e bouquet di rose rosse. La coppia d’oro delle famiglie mafiose palermitane, Tommaso Lo Presti, detto “il grosso”, per distinguerlo dall’omonimo detto “il lungo”, e la moglie Teresa Marino, ha festeggiato in grande stile, con amici e familiari l’anniversario dei 25 anni di matrimonio il 15 aprile scorso.

La coppia, lui è stato scarcerato da poco dopo anni di detenzione per mafia ed estorsioni, lei pure condannata per mafia, ha scelto per la cerimonia religiosa in cui rinnovare la promessa d’amore un luogo simbolico, la chiesa di San Domenico, che si trova in una delle piazze più belle di Palermo e che è nel cuore del mandamento mafioso di cui Lo Presti era al vertice. Nel complesso in cui è inserita la chiesa c’è anche il pantheon dei siciliani illustri, da Giuseppe Pitrè a Giacomo Serpotta, in cui sorge anche la tomba monumentale che ha accolto, dal 2015, le spoglie di Giovanni Falcone. I mafiosi quindi sono stati accolti dai frati, che gestiscono il complesso, per celebrare la benedizione delle nozze d’argento.

Padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, afferma di aver saputo chi fosse l’elegante coppia solo leggendo le notizie del sito d’informazione Palermotoday che ha pubblicato la notizia alcuni giorni dopo la cerimonia. “Le verifiche non spettano a noi – aggiunge – ci sono organi istituzionali che devono farlo”. Ma la coppia della cosca di Portanuova, lui è sorvegliato speciale e deve rientrare in casa entro una certa ora, poteva tranquillamente far celebrare la cerimonia in qualsiasi posto. La valutazione dell’opportunità di ospitare due mafiosi di questo calibro nel complesso dove ci sono le spoglie del magistrato ucciso dalla mafia spetterebbe a chi ha la responsabilità di quei luoghi.

Alla chiesa Lo Presti ha lasciato anche un’offerta che padre Catalano dice “servirà a fare del bene a chi ne ha bisogno”. Dopo la cerimonia a san Domenico la coppia ha festeggiato, nei limiti temporali concessi al sorvegliato speciale, in una villetta allietata anche dalle canzoni di due noti neomelodici. Dopo l’arresto di Lo Presti, 48 anni, nell’operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie che il giudice che l’ha condannata descrive così: “Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell’organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio”.

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