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Cronache

Sanitá, ancora aggressioni in ospedali di Napoli, tre feriti

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Ancora aggressioni negli ospedali di Napoli. Secondo quanto rende noto il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, personale sanitario e’ stato picchiato sia all’ospedale dei Pellegrini che all’Ospedale San Giovanni Bosco. “Non facciamo neanche in tempo a manifestare la nostra solidarieta’ ai medici aggrediti o minacciati che ci vediamo costretti a comunicare nuovi atti di violenza. Ormai gli operatori della sanita’ sono come pungiball, e anche chi e’ deputato a mantenere l’ordine viene picchiato. Serve un intervento legislativo urgente”, dice Verdoliva. All’ospedale dei Pellegrini vittima una guardia giurata colpita al braccio da un paziente armato della sua stessa stampella; e’ stato ritenuto guaribile in 7 giorni. Violenza anche all’Ospedale San Giovanni Bosco, dove un paziente ha preteso di essere sottoposto a triage senza fornire le generalita’. Al rifiuto l’uomo ha colpito al volto l’infermiera con dei pugni. Ferito anche il vigilantes intervenuto in difesa dell’infermiere, anche lui colpito al volto.

All’ospedale San Giovanni Bosco, il paziente si e’ presentato chiedendo di controllare la pressione. Il personale, avendo osservato che era particolarmente agitato, lo hanno assecondato. Una volta misurata la pressione, secondo quanto al momento ricostruito dai carabinieri che sono intervenuti, l’uomo prima di uscire dall’ospedale e’ entrato nel bancone del Triage ed ha colpito con due pugni un infermiere. Il vigilantes e’ intervenuto per difendere l’operatore ed e’ stato colpito anche lui. L’uomo e’ andato via e, al momento, non e’ stato identificato. Sono intervenuti i carabinieri del nucleo Radiomobile; le indagini sono della Compagnia Stella. Al vaglio le immagini delle telecamere.

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Cronache

Falsi vaccini covid, decine tra condanne e rinvii

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C’è anche Alberto Ferrero, consigliere comunale e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, tra le persone che sono state condannate a Ravenna per falso in concorso per le false vaccinazioni Covid. Ferrero (condannato a nove mesi, pensa sospesa) risultava infatti fra le persone imputate che si erano rivolte al medico Mauro Passarini per una vaccinazione fasulla per ottenere il Green pass. L’udienza preliminare sulle decine di green pass fasulli scoperti, a partire da una verifica della polizia, in un ambulatorio di Marina di Ravenna dove operava il medico Mauro Passarini, Si è chiusa davanti al Gup Andrea Galanti: delle 226 persone imputate per falso in concorso con il medico che le aveva vaccinate, 24 sono state condannate in abbreviato a pene tra gli 8 e i 12 mesi; 98 sono state rinviate a giudizio (il processo partirà a fine gennaio); 17 sono state prosciolte e le altre hanno scelto di patteggiare pene più lievi.

Secondo quanto emerso, e in larga parte confermato dal medico, le iniezioni del vaccino contro il covid19 a molti degli indagati, non erano state fatte oppure erano state fatte in maniera estremamente diluita. Il principale indagato, il 67enne medico di base e ginecologo Mauro Passarini, originario di Bologna ma da tempo residente a Marina di Ravenna, in passato aveva già patteggiato due anni per falso; peculato per via della contestata appropriazione di fiale Pfizer; ed evasione per avere parlato il 17 novembre 2021 a un giornalista uscendo di casa mentre si trovava ai domiciliari. La corruzione, contestatagli inizialmente e che avrebbe fatto lievitare la pena, era invece stata esclusa.

Per lui l’arresto era arrivato il 10 novembre 2021: dopo qualche giorno di cella era andato ai domiciliari per infine tornare completamente libero. La condanna più alta (un anno, pena sospesa) è stata inflitta al guaritore di Padova a cui Passarini si era in passato avvicinato e che per l’accusa avrebbe fatto da collettore tra il vaccinatore e diversi no vax di città del nord Italia. L’indagine della squadra Mobile ravennate – coordinata dal Pm Angela Scorza – era partita da una vaccinazione fasulla su una minore accompagnata apposta a Marina di Ravenna dal padre da Belluno: era stata la madre della ragazzina a presentare il primo esposto. Le perquisizioni avevano poi portato al sequestro a Passarini di 13 fiale Pfizer ormai compromesse perché abbandonate a temperatura ambiente. Tra gli imputati figurano anche alcuni infermieri e medici dell’Ausl Romagna (che si è costituita parte civile) i quali hanno perlopiù scelto di difendersi in dibattimento.

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Ambiente

Sulle spiagge italiane 705 rifiuti ogni 100 metri

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Settecentocinque rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, il 79% di plastica: bottiglie e tappi, sigarette, stoviglie monouso e anche reti da pesca. Sugli arenili si trova di tutto. Lo rivela l’indagine “Beach litter” di Legambiente, basata sul monitoraggio di 33 lidi in 12 regioni italiane. Gli attivisti dell’associazione ambientalista hanno contato 23.259 pezzi di spazzatura su 179.000 metri quadri di spiagge. Tra i rifiuti rinvenuti, quasi la metà (il 40,2%) appartiene a cinque tipologie di oggetti. In pole position ci sono i mozziconi di sigarette: 101 ogni 100 metri.

A seguire pezzi di plastica, tappi e coperchi, ma anche materiale da costruzione. Quinta posizione invece per le intramontabili stoviglie usa e getta, nonostante la direttiva europea che bandisce prodotti in plastica monouso (Single use plastics, Sup) sia in vigore in Italia dal 2022. I prodotti in Sup insieme a reti e attrezzi da pesca e acquacoltura rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati. Un andamento che negli ultimi anni non ha mostrato segni di riduzione importanti, rappresentando in media circa il 50% del totale. Un dato che preoccupa l’associazione. La plastica, si legge ancora nel rapporto, è onnipresente sulle nostre spiagge, con quasi l’80% degli oggetti recuperati.

Tra i prodotti monouso, quasi tutti appartengono al gruppo di reti e attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati: i volontari ne hanno contati 4.589. Bottiglie e recipienti sono il 20% della plastica sulle nostre spiagge. Su 100 rifiuti, 4 sono sacchetti e altrettanti sono contenitori per alimenti. I bicchieri, invece, sono 3 ogni 100. Non mancano poi i cotton fioc, il 3% dei rifiuti in plastica, seguiti da cannucce e agitatori per cocktail (il 2%).

Secondo l’indicatore che definisce la pulizia delle spiagge, il Clean coast index, solo il 6,6% dei 33 lidi italiani ha una valutazione particolarmente negativa, pari a “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Un dato in miglioramento, ma che non fa fermare l’allarme inquinamento dei nostri mari. Dal 10 al 12 maggio i volontari di Legambiente torneranno sulle spiagge italiane per pulirle dai rifiuti. Un appuntamento annuale che prende il nome di “Spiagge e Fondali Puliti”. La tre giorni nazionale si aprirà a Napoli. Poi ci saranno una serie di incontri in tutto lo stivale, da Cagliari a Bari e Maratea, passando anche da Messina e Genova. Negli stessi giorni Legambiente organizza anche una versione internazionale dell’evento, “Clean up the med”, in 12 Paesi del Mediterraneo.

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Cronache

Rapina in banca con sequestro di dipendenti e clienti: Bonnie & Clyde napoletani arrestati

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Siamo a Napoli, in via Emilio Scaglione, strada trafficata nel quartiere Chiaiano. Una coppia si presenta all’ingresso di una banca. La donna rimane fuori, in strada: è il palo. L’altro sfila una pistola e un coltello dai pantaloni e grida. Il silenzio di clienti e dipendenti è la dimensione del terrore di quei momenti. E’ in corso una rapina. L’uomo fa sul serio, sequestra tutti i presenti e attende con loro 40 minuti.

E’ il tempo necessario a sbloccare la cassaforte temporizzata dell’ATM. Nessuno muove un muscolo, nessuno può chiedere aiuto.
Il rapinatore costringe uno degli impiegati a svuotare il bancomat e racimola poco più di 12mila euro. Col sacco carico di contanti fa cenno alla complice che il loro lavoro è finito e insieme si allontanano. Il sospiro di sollievo è l’unica pausa a cui si dedica il personale dell’istituto perché Il 112 squillerà pochi istanti dopo. Sul posto arrivano i carabinieri del nucleo operativo Vomero e della stazione Marianella. Gli basteranno pochi frame delle immagini di video-sorveglianza per riconoscere Giuseppe Merolla, 38enne di Scampia. E’ ai domiciliari e il suo volto, i militari, lo conoscono bene. Riconoscono anche Giuseppina Aceto, la sua compagna 40enne.

Sanno dove vivono e quando bussano alla loro porta non c’è modo di sfuggire alle manette.
In casa cappellino e passamontagna utilizzati durante la rapina, una revolver a salve con 25 cartucce e 1520 euro in contante ritenuto provento illecito.

Frank Hamer e la sua squadra fermarono Bonnie & Clyde dopo una caccia di 120 giorni.
I carabinieri partenopei, a poco meno di 90 anni da quel 23 maggio 1934, rintracceranno e arresteranno Merolla & Aceto in poco meno di un’ora dalla rapina.

Sono entrambi in carcere, in attesa di giudizio. Dovranno rispondere di concorso in rapina aggravata e sequestro di persona.

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