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Cronache

Salvini condannato per il coro razzista contro i napoletani nel 2009, erano gli anni in cui il leader era il truffatore Bossi

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“Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani. Son colerosi e terremotati… Con il sapone non si sono mai lavati…”. Chi è napoletano conosce a menadito questo gargarismo spesso vomitato in alcuni stadi-fogna d’Italia. Non solo al Nord, ad essere onesti. Questi gargarismi razzisti talvolta diventano latrati di cani anche in alcuni posti di frustrati del sud. Sono, ovviamente, minoranze di minorati razzisti che non capiscono l’offesa razzista e dunque ne fanno cori. E questo lo sapevate. Così come molti di voi sapevano che tra i promotori e gli organizzatori di questi cori razzisti c’è stato anche Matteo Salvini. Questo accadeva quando Salvini era un giovane deputato della Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Parliamo di 10 anni fa, non un’era geologica fa. In ogni caso, una delle performance di Salvini è virale sul web da anni. Noi quel video ve lo riproponiamo.

 

Ancora oggi il leader dell’ex partito che voleva sfasciare l’Italia, vendere la Sardegna alla Francia, abbandonare il Sud all’Africa, riportare l’onestà in politica e rendere indipendente la Padania viene accusato di essere stato un prima un secessionista razzista e anti Napoletano e oggi uno statalista. Certo i tempi della Padania sono lontani. Che cosa sia stata questa Padania ancora nessuno l’ha capito, tranne quel truffatore seriale di Umberto Bossi, pregiudicato graziato dal capo dello Stato anche per altri reati. In ogni caso quello che forse molti di voi non sapevate è che Matteo Salvini ha una condanna per razzismo sul grppone. Fu obbligato a pagare una ammenda di 5.700 euro per quel coro contro i napoletani intonato alla Festa della Lega Nord a Pontida nel 2009. Salvini fu accusato di aver violato la legge Mancino, quella che punisce chi compie azioni discriminatorie e razziste. Di questa sentenza, però, non era mai emersa prima la notizia. Notizia che è arrivata per mezzo di un decreto penale di condanna, quando su richiesta di un pm il giudice stabilisce una pena pecuniaria senza passare per un processo. E di questo ne ha dato notizia  Cronaca Qui,  un quotidiano di Torino, che ha tirato fuori la notizia tra gli atti del processo contro Salvini per vilipendio alla magistratura, in corso nel capoluogo piemontese. Il titolo del giornale torinese è inequivocabile: “Salvini condannato per razzismo”. Ha pagato per la condanna. E si è pure scusato. Non  una volta ma 5700 volte.

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Cronache

Per i bookmaker Parolin sempre in testa, salgono Zuppi e Turkson

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Meno cinque giorni all’inizio del conclave previsto dal 7 maggio e quote in movimento all’estero, con i bookmaker internazionali impegnati nell’aggiornamento “live” sul successore di Papa Francesco. Ad avanzare nelle ultime ore, riporta Agipronews, sono tre dei principali candidati: il ghanese Peter Turkson, potenzialmente il primo “Papa nero” della storia, è sceso da 7 a 5 su William Hill, seguito da Matteo Zuppi, passato da 9 a 6,50, e da Pierbattista Pizzaballa, ora fissato a 7,50 rispetto all’11 di inizio settimana. Nelle ultime ore però, sta prendendo piede il nome di Jean-Marc Aveline, “protetto” di Bergoglio e come lui un outsider: il francese nuovo Pontefice si gioca a 33. Il preferito dei betting analyst britannici resta ancora Pietro Parolin (foto Imagoeconomica in evidenza): il segretario di Stato Vaticano è ancora in pole a 3,50 volte la posta.

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Sexy raggiri a pensionati soli per derubarli, arrestate 2 donne

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Distraevano gli anziani facendo loro delle avances poi, una volta entrate in casa, li derubavano. Protagoniste due donne di 35 e 31 anni, entrambe romene, arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari con l’accusa di furto. Dopo la convalida, per loro è scattato l’obbligo di dimora nel capoluogo, con il divieto di allontanamento dall’abitazione nelle ore notturne. Diversi i colpi messi a segno con la stessa tecnica nei centri del sud Sardegna ai danni di pensionati che vivono soli. Una tecnica insidiosa, spiegano i militari: “una donna avvicinava l’anziano, lo lusingava con attenzioni e, una volta convinto a farla entrare in casa, lo distraeva con avances sentimentali. Nel frattempo la complice, rimasta fuori dalla vista della vittima, si introduceva nelle altre stanze per impossessarsi dei risparmi custoditi nei cassetti”.

Gli anziani poi, non presentavano alcuna denuncia per vergogna e imbarazzo. Oggi una pattuglia dei carabinieri della stazione di Lunamatrona ha intercettato le due donne all’uscita dell’abitazione di un pensionato di Pauli Arbarei. Le avevano viste entrare in paese e si erano insospettiti. Le due sono state così perquisite: una nascondeva 1.100 euro in contanti, somma che era appena stata sottratta all’anziano.

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Cronache

Verso il conclave, le frasi diventate di uso comune

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Dal tradizionale ‘habemus Papam’ al fisiognomico ‘naso da Papa’, dal prudente ‘chi entra Papa in conclave ne esce cardinale’ al più funereo ‘ogni morte di Papa’. Il conclave, e la successiva elezione del nuovo Pontefice, sono stati da sempre fonte di ispirazione per modi di dire o proverbi entrati ormai nell’uso comune, spesso ironici o descrittivi. Il più ricorrente di tutti è, senza ombra di dubbio, ‘habemus papam’, espressione legata all’annuncio dell’elezione del Pontefice che viene oggi spesso usata per commentare la realizzazione di qualcosa di molto atteso o per dare l’annuncio di una buona notizia. Più sottile è, invece, l’uso di ‘papale papale’, una locuzione che prende spunto dalla tradizionale schiettezza e sincerità delle parole dei Papi.

Con questo termine, infatti, si indica il modo di dire le cose in maniera franca, senza reticenze o mezzi termini. Facendo riferimento alla longevità dei Pontefici, si utilizza in italiano la locuzione ‘ogni morte di Papa’ per sottolineare la rarità di un evento. Nel linguaggio quotidiano, poi, si utilizza ‘morto un Papa se ne fa un altro’ per esprimere l’idea che nessuno è indispensabile e che ogni persona può essere sostituita, così come avviene con i successori di Pietro. Meno frequente, ma pur sempre legato al Vaticano, è l’espressione ‘naso da Papa’ che descrive una persona con un gran fiuto, una grande intuizione, con la capacità di saper leggere fra le righe e destreggiarsi in contesti sociali o politici eterogenei.

I quasi duemila anni della Chiesa cattolica hanno ispirato anche passi letterari, come quello di Machiavelli che in una lettera a Francesco Vettori introdusse il concetto di “domandare se il Papa è in casa”, sottintendendo l’ovvio. Si attribuisce, invece, al poeta toscano Giuseppe Battista Fagiuoli il proverbio “uscire dalla Borsa de’ Papi”, con il significato di sposarsi, diventare marito e, quindi, non poter essere più ‘eleggibile’ come Pontefice. Più sarcastica, infine, è la frase “quando si elegge un Papa i Diavoli non sono a casa loro”, con la quale si lascia intendere che i ‘demoni’ – intesi come forze esterne o sentimenti di egoismo, avidità o corruzione – sono attivi e cercano di interferire nell’elezione del nuovo Pontefice.

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