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Salvini asserragliato al Viminale attacca gli ex alleati e il Pd: Mattarella fermi questo mercimonio

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La Lega non molla, così direbbe Salvini. E Matteo Salvini, asserragliato al Viminale, luogo che in 14 mesi aveva frequentato poco, chiede di andare al voto ma continua a corteggiare gli ex alleati. E Alessandro Di Battista, che ogni giorno tira calci ai dem, da’ il destro al partito di via Bellerio per inserirsi nella fessura che divide i promessi sposi M5s-Pd. Da una diretta Facebook dai giardini del Viminale, il ministro dell’Interno ribadisce di confidare nel Colle: “Abbiamo fiducia che Mattarella non permetterà questo mercimonio ancora a lungo”, dice. Perche’, spiega, con questa “contrattazione di ministeri e poltrone sembra di tornare ai tempi della Prima Repubblica”. O a qualcosa che la Lega considera anche peggiore, perche’ l’esecutivo “Conte è la riedizione del governo Monti, che preparava la manovra su suggerimento dei suoi amici Merkel e Macron”.

Nei giorni scorsi, il ministro all’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha ribadito che le porte della Lega per i Cinque Stelle sono sempre aperte e che l’ipotesi di Di Maio a Palazzo Chigi è sul tavolo. Un’offerta cascata in mezzo alla polemica del Pd, che accusa il viceministro pentastellato di inseguire solo l’ambizione personale e pretendere poltrone di peso. In questo scenario, un post di Di Battista è stato per la Lega come un venticello fresco a fine agosto. “In questi giorni – ha attaccato Di Battista – non ho sentito nessuno del Pd pronunciarsi” su temi che stanno a cuore all’elettorato pentastellato, come la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton e la Legge sul conflitto di interessi. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ha subito raccolto il guanto: “Taglio dei parlamentari, revoca delle concessioni autostradali a chi è inadempiente, contrasto alle lobby, da Bibbiano ai banchieri corrotti: la Lega c’era, c’e’ e ci sara’”. Anche i toni concilianti di Salvini verso Di Maio danno il senso del clima. Niente parole rudi, niente accuse. Anzi. Il leader Cinque Stelle sembra esente pure dalle accuse di “mercimonio”. Se, qualche giorno fa, Salvini ha detto che Di Maio “ha lavorato bene”, ora risponde con una battuta a chi gli ricorda che sembra puntare al Viminale: “Sono pronto a dargli consigli”.

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Ue: nuovo colloquio telefonico von der Leyen-Meloni

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la premier Giorgia Meloni hanno avuto un colloquio telefonico ieri in serata. Lo riferisce una portavoce dell’esecutivo Ue. La conversazione si è concentrata su “tutte le questioni di interesse comune attuale”, compreso il sostegno all’Ucraina e il dossier dei dazi nel quadro della trattativa tra l’Ue e l’amministrazione Trump.

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Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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