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Salute, scoperto un meccanismo chiave della memoria

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Le cellule che immagazzinano le informazioni conservate nella memoria si stabilizzano nel tempo e danno vita a quelli che il cervello percepisce come ricordi. Lo hanno scoperto gli scienziati della Jacobs School of Medicine and Biomedical Sciences presso l’Universita’ di Washington e dell’Universita’ di Buffalo, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista Nature Neuroscience per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il gruppo di ricerca, guidato da Dheeraj S. Roy, ha esaminato i meccanismi alla base della formazione dei ricordi. I risultati, spiegano gli esperti, potrebbero avere implicazioni importanti per lo sviluppo di trattamenti destinati ai pazienti con disturbi della memoria. I ricercatori hanno studiato gli engrammi, cellule neuronali che immagazzinano informazioni e vengono riattivate per supportare i ricordi.

“Nel tempo immediatamente successivo a un’esperienza – spiega Roy – il cervello ha bisogno di consolidare l’engramma per immagazzinare il ricordo. Se queste cellule vengono interrotte, si verifica un’amnesia. Il nostro lavoro mira a svelare i meccanismi di questo processo”. Gli esperti hanno sviluppato un modello computazionale per l’apprendimento e la formazione della memoria, che inizia con le informazioni sensoriali che costituiscono lo stimolo. Una volta che i dati raggiungono l’ippocampo, si attivano neuroni di diversa natura, eccitatori e inibitori. Con la formazione dei ricordi, i neuroni che si attivano da vicino nel tempo diventano parte dell’engramma e rafforzano la connettivita’ per supportare la stabilizzazione della memoria.

“L’attivazione delle cellule engramiche – aggiunge Roy – e’ un processo graduale che deve raggiungere una determinata soglia per un richiamo efficiente. Il nostro modello dimostra che la popolazione di cellule engramiche non e’ stabile. Il numero di cellule attivate con il richiamo, infatti, diminuisce con il tempo”.

Durante il periodo di consolidamento successivo all’apprendimento, il cervello lavora attivamente per separare le due esperienze e questo e’ forse uno dei motivi per cui il numero di cellule engramiche si riduce per dare forma a un singolo ricordo. Il gruppo di ricerca ha poi validato le proprie ipotesi su alcuni modelli murini, che avevano la possibilita’ di entrare in due scatole diverse e riconoscibili, una innocua, mentre l’altro provocava una piccola scossa alla zampa.

A distanza di poche ore dall’esperienza, i topolini, che generalmente sono in movimento costante, hanno mostrato esitazione quando erano posti davanti a entrambe le scatole. Dopo dodici ore, gli animali sembravano invece in grado di discernere l’ambiente pericoloso. Grazie a una tecnica sensibile alla luce, il gruppo di ricerca ha rilevato i neuroni attivi nell’ippocampo mentre gli animali esploravano le scatole. “Abbiamo visto le cellule engramiche rispondere agli ambienti – commenta Roy – quando il cervello impara qualcosa per la prima volta, non sa quanti neuroni sono necessari per la formazione del ricordo, ma successivamente, con la consolidazione della memoria, l’organo cerebrale elimina le cellule non necessarie”.

I risultati potrebbero avere implicazioni importanti per comprendere i disturbi della memoria, come la malattia di Alzheimer. “Possiamo ipotizzare – conclude Roy – che le disfunzioni della memoria potrebbero essere associate a problematiche nella finestra iniziale successiva alla formazione della memoria. Stiamo studiando l’Alzheimer su modelli murini e speriamo di comprendere meglio i meccanismi del disturbo, in modo da sviluppare trattamenti mirati”.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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