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Caso Osimhen, chiusa l’inchiesta sulla presunta frode in bilancio del presidente del Napoli De Laurentiis

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La Procura di Roma ha recentemente concluso l’indagine che vedeva coinvolto il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per l’accusa di falso in bilancio. L’inchiesta era focalizzata sulle presunte plusvalenze fittizie legate all’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dal Lille. Nonostante il trasferimento dell’attaccante nigeriano in Italia fosse stato valutato a 71,2 milioni di euro, la Procura aveva sollevato dubbi riguardo a quattro giocatori delle giovanili del Napoli, valutati complessivamente per 21 milioni di euro.

Il fascicolo era giunto all’attenzione dei pubblici ministeri romani dopo la trasmissione degli atti da Napoli, dando il via a un procedimento che ora è stato ufficialmente chiuso. L’avvocato difensore di De Laurentiis, Fabio Fulgeri, ha dichiarato che l’indagine era stata originariamente archiviata con il riferimento a ipotesi di reati tributari. Tuttavia, ha sottolineato che l’accusa di falso in bilancio nasce con l’intenzione di frodare il fisco, cosa che, secondo il legale, non è avvenuta nel caso in questione.

Fulgeri ha precisato che l’atto di chiusura delle indagini è stato notificato anche agli altri indagati, membri del Consiglio di amministrazione del Napoli in carica all’epoca dei fatti. In particolare, l’attenzione si è concentrata sull’acquisto di Osimhen, il più costoso dell’era De Laurentiis, per il quale erano stati spesi 71,2 milioni di euro, di cui “solo” 50 milioni per il giocatore stesso. La differenza di valutazione è stata attribuita a giocatori giovanili, tra cui il portiere greco Karnezis e tre giovani calciatori che sembrano essere scomparsi dal panorama calcistico.

Nonostante la conclusione dell’indagine, l’avvocato di De Laurentiis ha sottolineato che si tratta di un avviso di chiusura delle indagini e non di un rinvio a giudizio. La difesa ora si prepara a prendere visione degli atti dell’inchiesta per formulare una difesa formale davanti al pubblico ministero. Il presidente del Napoli è intenzionato a presentarsi in procura per spiegare l’operazione e difendersi dalle accuse. La prossima settimana sarà crucialmente dedicata alla lettura degli atti e alla presentazione delle ragioni della difesa.

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Esteri

Ucraina, Blinken: ci saremo se Mosca vuole negoziare

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Se la Russia mostrerà un sincero desiderio di negoziare per porre fine alla guerra in Ucraina, gli Stati Uniti saranno sicuramente presenti: lo ha detto il segretario di Stato americano Anthony Blinken in una conversazione con il presidente del World Economic Forum, Borge Brende, a Riad, secondo quanto riporta Radio Liberty. La fine della guerra dipende dal presidente russo Vladimir Putin, ha affermato Blinken: “Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì”, ha aggiunto.

“Essa (la fine della guerra, ndr) dipende in gran parte da Vladimir Putin e da ciò che deciderà… Spero che Putin capirà il messaggio e dimostrerà la sua disponibilità a negoziati sinceri in conformità con i principi fondamentali che sono alla base della comunità internazionale e della Carta delle Nazioni Unite: sovranità, integrità territoriale, indipendenza”, ha affermato Blinken.

Secondo il segretario di Stato americano l’aggressione della Russia si è trasformata in un fiasco strategico per Mosca, che ha dovuto compiere enormi sforzi per eludere i controlli e le sanzioni sulle esportazioni ed è stata costretta a riorientare la propria economia: una situazione che non può essere sostenuta a lungo termine. In generale, quindi, il Paese adesso è più debole economicamente e militarmente. Gli ucraini, intanto, sono uniti “come mai prima d’ora” contro la Russia, ha aggiunto Blinken e “la Nato è più forte e più grande”.

L’Europa nel frattempo “si è liberata della dipendenza dalle risorse energetiche russe in modo straordinario in soli due anni. Tutto ciò, a mio avviso, rappresenta un enorme fallimento strategico per la Russia. Spero che questo venga riconosciuto. Non appena la Russia dimostrerà di voler sinceramente negoziare, noi saremo sicuramente lì, e credo che anche gli ucraini saranno lì”.

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Guerra Ucraina

Isw, dopo Avdiivka la scelta è tra Pokrovsk o Chasiv Yar

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Le forze russe hanno l’opportunità di scegliere tra molteplici direzioni tattiche per le loro future azioni offensive vicino ad Avdiivka, nella regione orientale del Donetsk, ma non è chiaro dove concentreranno i loro sforzi nel prossimo futuro: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw). Secondo gli esperti del centro studi statunitense, la stabilizzazione delle loro posizioni a nord-ovest di Avdiivka presenta al comando russo una scelta: continuare a spingersi a ovest verso l’obiettivo operativo dichiarato a Pokrovsk, oppure provare a spingersi a nord per condurre possibili ulteriori operazioni offensive intorno a Chasiv Yar. Nella giornata di ieri, intanto, le forze russe si sono assicurate ulteriori guadagni tattici marginali a nord-ovest e sud-ovest di Avdiivka, si legge inoltre nel rapporto.

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Covid, l’identikit genetico influenza la risposta al vaccino

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La risposta alla vaccinazione contro Covid-19 è influenzata da caratteristiche genetiche individuali, in particolare da alcuni geni associati al complesso maggiore di istocompatibilità, il sistema attraverso cui l’organismo distingue le componenti proprie da quelle estranee. È quanto è emerso dallo studio coordinato dall’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Segrate (Cnr-Itb) pubblicato sulla rivista Communications Medicine.

“Come per la maggior parte dei farmaci, così anche per i vaccini ogni individuo può rispondere in maniera più o meno efficace e questo è dovuto, almeno in parte, alla costituzione genetica individuale”, osserva Francesca Colombo, ricercatrice del Cnr-Itb che ha guidato lo studio, condotto su 1.351 operatori sanitari vaccinati nei primi mesi del 2021 Dalla ricerca è emerso che le caratteristiche di una porzione del cromosoma 6 erano legati ai livelli di anticorpi anti-Covid. “In questa specifica regione genomica sono presenti dei geni che codificano per delle molecole presenti sulla superficie cellulare, coinvolte nei meccanismi di risposta immunitaria”, aggiunge la prima firmataria dello studio Martina Esposito.

“Questi geni – gli stessi che vengono valutati quando si cerca la compatibilità fra donatori di midollo osseo – sono molto variabili ed esistono differenti combinazioni. Il nostro studio ha evidenziato che alcune combinazioni erano associate a livelli di anticorpi più alti, mentre altre a livelli più bassi”. Per i ricercatori, la scoperta potrebbe consentire di “differenziare e personalizzare la campagna vaccinale, fornendo a ciascun individuo il vaccino più adatto, cioè quello che gli permetterà di produrre più anticorpi possibili”, conclude Massimo Carella, vice-direttore scientifico della Fondazione Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, che ha collaborato allo studio.

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