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Politica

Ruby ter: perizia su condizioni salute di Berlusconi

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Solo una perizia medico legale potra’ fare chiarezza sulle condizioni di salute di Silvio Berlusconi e soltanto dopo questo accertamento “indispensabile” si potra’ “prendere una decisione motivata e ragionata” sul destino del processo Ruby ter, ossia se potra’ andare avanti il dibattimento per tutti e 29 gli imputati o se andra’ stralciata la posizione dell’ex premier con uno stop del procedimento per lui. Lo hanno stabilito i giudici della settima penale di Milano (collegio presieduto da Marco Tremolada) dopo un duro botta e risposta in aula tra l’avvocato Federico Cecconi, da un lato, che aveva presentato un’altra istanza di legittimo impedimento per chiedere di rinviare l’udienza, richiamandosi a certificati medici sulla “preoccupante” situazione clinica del Cavaliere, e l’aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, dall’altro, che si sono opposti alla richiesta definendo il quadro non cosi’ grave. Gia’ prima di entrare nell’aula bunker davanti al carcere di San Vittore il legale aveva spiegato che per l’ex premier, passato da Arcore al San Raffaele per tre volte nelle ultime due settimane, c’era stato “sicuramente un moderato miglioramento nel periodo estivo, che invece negli ultimi tempi e’ stato al tempo stesso condizionato da diversi e importanti episodi soprattutto di fibrillazione atriale, che sono quelli che maggiormente preoccupano i medici”. Concetti ribaditi davanti ai giudici, basandosi sulle relazioni di un pool di esperti composto pure da uno psichiatra e un neuropsicologo, facendo presente che “tra il 30 agosto e l’1 settembre ha avuto vari episodi di fibrillazione, uno durato anche piu’ di 9 ore”. Da qui la necessita’ di “riposo assoluto” per rischi di “cronicizzazione” su un paziente “long covid”. Una descrizione dello stato di salute che i pm, invece, hanno smontato totalmente, soprattutto in relazione alla sua capacita di prendere parte al processo (definito “grottesco”, a detta del legale, dal leader di FI), in cui oggi avrebbe dovuto essere ascoltato Giuseppe Spinelli, ragioniere di fiducia dell’ex presidente del Consiglio e ritenuto “l’ufficiale pagatore” delle ‘olgettine’ stipendiate per negare il “bunga-bunga” di villa San Martino. Quello di Berlusconi, anche per come riportato nelle certificazioni della difesa, ha detto Siciliano, e’ il “quadro clinico di uomo vecchio che nel corso della sua vita ha avuto tante patologie, un uomo molto vecchio con tante piccole fastidiose patologie”, ma che “se non fosse supportato da una serie di medici infinita e di avvocati sarebbe qui a farsi il processo”. Nel lungo intervento l’aggiunto ha spiegato che la Procura “si e’ fidata” delle precedenti relazioni mediche, quelle depositate dalla difesa a fine maggio e che avevano portato ad un altro rinvio del processo e di tre mesi e mezzo, che davano conto pure di una “patologia depressiva”. Tanto che i pm chiesero di separare la sua posizione da quella degli altri imputati, ma i giudici dissero di no. Poi, pero’, ha aggiunto, “e’ arrivata l’estate” e “l’abbiamo visto migliorare, lo abbiamo visto andare a Villa Certosa in Sardegna, prendere in mano la situazione dell’Italia, discutere del nostro futuro e di quello dei nostri figli, venire fotografato con altri leader”. A fare ordine e’ arrivata la decisione del Tribunale (“equilibrata” per Cecconi) che il 15 settembre nominera’ un collegio di periti, tra cui un cardiologo e uno psichiatra e che dovrebbe essere presieduto dal professor Riccardo Zoia. Intanto, per Berlusconi si avvicina la prima sentenza sul Ruby ter, quella del filone in corso a Siena, gia’ slittata tante volte e in calendario per il 21 ottobre, salvo altri rinvii.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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