Collegati con noi

Corona Virus

Romagnano al Monte covid free, l’unica regola è il rispetto delle regole

Pubblicato

del

Non è l’isolato, non ha una sola strada d’entrata e una d’uscita, anzi, confina con altri importanti paesi e comunità della zona, Buccino, San Gregorio Magno, Ricigliano e Balvano e con tutte divide le vie di comunicazione e di trasporto merci e materiali, ha continuato nelle sue principali attività produttive, raccolta olive, allevamenti, ma anche attività artigiano/industriale come le arti tipografiche, con una importante sede di stampa che accoglie società editrici nazionali, oltre 110 appartamenti del suo nuovo centro, quello antico è stato distrutto dal terremoto del 1980, sono  adibiti a strutture di accoglienza vacanze e questa estate hanno registrato il tutto esaurito, le norme di distanziamento, regole di buon vivere,  erano in vigore prima dell’arrivo delle direttive anti SarsCov2, nei ristoranti non si stipano 40 tavoli se lo spazio è per 20, si è sempre mangiato e condiviso rispettando gli spazi di tutti. Romagnano del Monte è uno dei pochissimi luoghi in Italia, ma forse è oramai l’unico a potersi definire CovidFree, e non solo in questa seconda ondata che si è rivelata più violenta della prima, il paese, a 650 metri sul livello del mare, sorto su di un crinale del fiume Platano e quindi sul confine preciso tra Basilicata e Campania anche nel primo lockdown e nei mesi successivi non ha registrato tra i suoi circa 400  abitanti residenti e oltre 200 ospiti lavoratori non residenti e gli oltre 200 ospiti villeggianti registrati quest’anno, casi di CoVid19. Fortuna? Caso? Condizioni climatiche o solo rispetto delle regole? Il sindaco Giuseppe Caso, operatore ASL, già vaccinato, ne è convinto, il segreto è il rispetto delle regole, regole seguite da tutti, dalla popolazione del paese che vede un’età media di 55 anni, seguite dagli ospiti, siano essi lavoranti o villeggianti, che devono giocoforza allinearsi con le abitudini della popolazione di questo paese che rigorosamente ha sposato le norme indicate dagli scienziati e dalle autorità competenti. Anche i pochissimi negazionisti, si, ci sono anche a Romagnano, come ci dice il sindaco hanno dovuto allinearsi alle norme, indossare mascherine, distanziarsi, usare molta attenzione all’igiene delle mani, autoisolarsi quando si è stati a contatto con altre realtà. Delle   teorie negazioniste delle tematiche e di tutte le problematiche che si possano sposare nel diniego della pandemia, se ne parlerà in seguito, quando sarà definitivamente passata, senza forzare alcuno, ma rispettando chi invece rispetta le regole. Controlli assidui, sensibilizzazione dei cittadini e poi aiuti immediati, alle persone, anziane e non, che non avevano possibilità di spostarsi, aiuti distribuiti con l’ausilio della Protezione civile che subito si è attivata di concerto con la municipalità, invitando, soprattutto i giovani ad uscire una sola volta di casa per le strette necessità. “E’ un fattore che ci ha aiutato moltissimo nella prima fase per evitare contagi” afferma il sindaco, facendoci presente che poche persone da Romagnano quest’anno si sono spostate per le vacanze estive e natalizie e tiene a precisare che chi lo ha fatto, avendo abitudine a rispettare le regole in paese, le ha rispettate ancora di più nei luoghi che ha raggiunto, evitando cosi di contagiarsi e tornare con il contagio che in un paese con una età media abbastanza elevata, poteva rivelarsi molto pericoloso. Quindi  rispetto delle regole e consapevolezza, insieme ai DPI distribuiti subito agli  abbattitori negli uffici pubblici che si attivano ogni due ore, ai dispositivi igienizzanti ovunque, ma anche mano ferma, molta rigidità messa in chiaro da subito con chiunque arrivi a Romagnano vincolato a seguire le indicazioni che si si è data la comunità romagnanese, nel rispetto non solo della popolazione, ma anche dell’ambiente e della quiete che regna in questo territorio, dove i giovani, non si negano le serate in compagnia e non hanno dimenticato i rapporti sociali, anzi, continuano a vedersi come sempre, ma con le precauzioni che hanno fatto si che oggi potrebbero far a meno dei vari Dispositivi di Protezione Individuale e chiudere il paese aspettando la fine della pandemia, ma ciò rinnegherebbe la loro vocazione di incontri, scambi, relazioni con il mondo che li circonda che non hanno abbandonato, rispettando se stessi e gli altri.

Testimonianze raccolte da Gerarda Falcone

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

Advertisement

Corona Virus

Covid-19 e genetica: uno studio italiano spiega perché il virus ha colpito più il Nord che il Sud

Pubblicato

del

Un team di scienziati italiani ha scoperto un legame tra genetica e diffusione del Covid-19, individuando alcuni geni che avrebbero reso alcune popolazioni più vulnerabili alla malattia e altre più resistenti.

Come stabilire chi ha maggiore probabilità di sviluppare il Covid-19 in forma grave? E perché la pandemia ha colpito in modo più violento alcune zone d’Italia rispetto ad altre? A queste domande ha risposto uno studio multidisciplinareguidato dal professor Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia per la Ricerca sul Cancro e la Medicina Molecolare, in collaborazione con epidemiologi, patologi, immunologi e oncologi.

Dallo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Translational Medicine, emerge che la predisposizione genetica potrebbe aver giocato un ruolo determinante nella diffusione e nella gravità del Covid-19.

Il ruolo delle molecole Hla nella risposta immunitaria

Il metodo sviluppato dai ricercatori ha permesso di individuare le molecole Hla, ovvero quei geni responsabili del rigetto nei trapianti, come indicatori della capacità di un individuo di resistere o soccombere alla malattia.

“È dalla qualità di queste molecole che dipende la capacità del nostro sistema immunitario di fornire una risposta efficace, o al contrario di soccombere alla malattia”, ha spiegato Pierpaolo Correale, capo dell’Unità di Oncologia Medica dell’ospedale Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria.

Lo studio ha dimostrato che chi possiede molecole Hla di maggiore qualità ha più possibilità di combattere il virus e sviluppare una forma più lieve della malattia. Questo metodo, inoltre, potrebbe essere applicato anche ad altre malattie infettive, oncologiche e autoimmunitarie.

Perché il Covid ha colpito più il Nord Italia? Questione di genetica

Uno dei dati più interessanti dello studio riguarda la distribuzione geografica delle molecole Hla in Italia. I ricercatori hanno scoperto che alcuni alleli (varianti genetiche) sono più diffusi in certe zone del Paese, influenzando così l’impatto della pandemia.

Secondo lo studio, la minore incidenza del Covid-19 nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord potrebbe essere dovuta a una specifica eredità genetica.

Tra le ipotesi vi è quella di un virus antesignano del Covid-19 che si sarebbe diffuso migliaia di anni fa nell’area che oggi corrisponde alla Calabria, “immunizzando” in qualche modo i discendenti di quelle terre.”

Lo studio: 525 pazienti analizzati tra Calabria e Campania

La ricerca ha preso in esame tutti i casi di Covid registrati in Italia nella banca dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre a 75 malati ricoverati negli ospedali di Reggio Calabria e Napoli (Cotugno), e 450 pazienti donatori sani.

I risultati hanno evidenziato che:

  • Gli Hla-C01 e Hla-B44 sono stati individuati come geni associati a maggiore rischio di infezione e malattia grave.
  • Dopo la prima ondata pandemica, questa associazione è scomparsa.
  • L’allele Hla-B*49, invece, si è rivelato un fattore protettivo.

Uno studio rivoluzionario con implicazioni future

Questa scoperta non solo aiuta a comprendere la diffusione del Covid-19, ma potrebbe anche essere utilizzata in futuro per prevenire altre pandemie, individuando le popolazioni più a rischio e quelle più protette.

Un lavoro che apre nuove strade nel campo della medicina personalizzata, dimostrando che genetica e ambiente possono influenzare l’evoluzione di una malattia a livello globale.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid-19, cinque anni dopo: cosa è cambiato e quali lezioni abbiamo imparato

Pubblicato

del

Cinque anni fa, l’Italia si fermava. L’8 marzo 2020, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava il primo lockdown totale della storia repubblicana. Un provvedimento drastico, nato dall’esplosione dei contagi da Covid-19, che costrinse il Paese a chiudere in casa 60 milioni di persone, con l’unica concessione delle uscite per necessità primarie.

L’Italia è stato uno dei primi paesi occidentali ad affrontare un impatto devastante del virus. Il primo caso ufficiale venne individuato nel paziente zero di Codogno, Mattia Maestri, mentre il primo decesso fu registrato il 21 febbraio 2020 con la morte di Adriano Trevisan a Vo’ Euganeo.

Nei giorni successivi, il Paese assistette a scene che rimarranno impresse nella memoria collettiva: ospedali al collasso, città deserte, striscioni con “andrà tutto bene” esposti sui balconi, mentre nelle province più colpite, come Bergamo, i camion dell’esercito trasportavano le bare delle vittime.

Con il Vaccine Day del 27 dicembre 2020, l’arrivo dei vaccini segnò l’inizio della campagna di immunizzazione di massa, accompagnata dall’introduzione del Green Pass, che portò a feroci polemiche e alla nascita di movimenti No-Vax. Il 31 marzo 2022 venne dichiarata la fine dello stato di emergenza in Italia, mentre il 5 maggio 2023 l’OMS decretò la conclusione della pandemia a livello globale.

Il nuovo approccio alla gestione delle pandemie

Cinque anni dopo il lockdown, il governo Meloni ha rivisto il piano pandemico nazionale, con l’introduzione di nuove regole che limitano l’uso di misure restrittive. I DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), usati ampiamente durante il governo Conte per imporre limitazioni agli spostamenti e alle attività economiche, non saranno più utilizzati, sostituiti da una gestione più parlamentare dell’emergenza.

Inoltre, il 25 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto che ha abolito le multe per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale, un provvedimento che ha riacceso il dibattito su come è stata affrontata la pandemia e sui diritti individuali.

La commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza

Uno dei segnali più evidenti della volontà di rivalutare le scelte fatte è l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia, approvata il 14 febbraio 2024. La commissione ha già tenuto 24 audizioni, ascoltando esperti, rappresentanti istituzionali e figure chiave della crisi sanitaria, come l’ex commissario straordinario Domenico Arcuri, assolto di recente per l’inchiesta sulle mascherine importate dalla Cina.

A cinque anni di distanza: quali lezioni?

La pandemia ha lasciato un segno profondo sulla società italiana e ha messo in discussione il modello di gestione delle emergenze. Se da un lato c’è chi sostiene che le restrizioni fossero necessarie per salvare vite umane, dall’altro si solleva il dibattito su quanto fossero proporzionate e su eventuali errori di valutazione nelle misure adottate.

Oggi, il nuovo piano pandemico riconosce la necessità di una maggiore trasparenza e coinvolgimento del Parlamento, evitando misure straordinarie come quelle imposte con i DPCM. Ma l’eredità di quei mesi resta incisa nella memoria collettiva: l’Italia che si fermava, i bollettini quotidiani, i medici in prima linea e il ritorno, lento e faticoso, alla normalità.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

Pubblicato

del

In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto