In extremis arriva una soluzione per scongiurare il caos rifiuti nella Capitale causato dalla chiusura di una discarica in provincia di Frosinone. Lo spettro era il blocco della raccolta in quattro municipi di Roma gia’ da oggi, paventato dall’amministratore unico di Ama Stefano Zaghis in una lettera alle istituzioni coinvolte. Poi, dopo un vertice d’urgenza in Prefettura, si e’ delineato il piano. Per le prossime 24 ore Ama ha richiesto di poter incrementare le quantita’ trattate nell’impianto Tmb di Rocca Cencia; nel medio periodo la Regione Lazio ha prospettato un’ordinanza per accogliere i rifiuti in eccedenza in altri siti regionali a partire dal 2 aprile. Poi andranno in altre zone d’Italia. Il piano dovro’ soddisfare anche le esigenze degli altri Comuni della provincia di Frosinone che conferivano presso la discarica in chiusura (quella di Roccasecca gestita dalla Mad srl). Insomma, il caos immondizia a ridosso delle festivita’ pasquali sembra esser stato scongiurato al fotofinish. Almeno per ora. Quello che resta e’ il braccio di ferro tra Regione Lazio e Campidoglio. Il Comune di Roma in giornata ha ricordato che la crisi deriva dalla chiusura della discarica di Roccasecca sottolineando: “I lavori di ampliamento non sono stati completati da parte della societa’, il cui proprietario, Valter Lozza, e’ uno dei destinatari delle misure cautelari domiciliari disposte dal Gip di Roma in seguito alle accuse di corruzione e concussione mosse nei suoi confronti nell’ambito dei procedimenti autorizzativi rilasciati dalla Regione Lazio sui suoi impianti. A causa di questo gli impianti di trattamento dei rifiuti delle Province di Roma e Frosinone non sanno dove conferire gli scarti di lavorazione. In particolare, nella citta’ di Roma, uno dei due Tmb di Malagrotta, gestito dal commissario straordinario Palumbo, e’ oggi a rischio chiusura”. L’assessora Katia Ziantoni ha poi annunciato la riconversione del Tmb di Rocca Cencia facendo sapere di aver portato in Procura “un documento dettagliato nel quale si ripercorrono le storture dell’iter autorizzativo”. Il titolare dei rifiuti nel Lazio, Massimiliano Valeriani, durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale, a sua volta, ha puntato il dito contro Palazzo Senatorio. “La Capitale fra qualche settimana sara’ completamente priva di impianti, viste anche le contraddizioni fra Ama e amministrazione capitolina. Noi abbiamo ribadito la disponibilita’ a riprendere i vecchi accordi con altre Regioni”, ha detto. Piu’ in generale “la Regione e’ da sempre vicina ai Comuni, molte risorse sono state messe a disposizione nell’ultimo bilancio – ha continuato -: ma ad oggi non e’ arrivata alcuna richiesta per usufruire degli 80 milioni a disposizione. Le vicende giudiziarie non mettono in discussione il nostro piano rifiuti. Siamo pronti a esercitare i poteri sostitutivi nel caso continui questo immobilismo assoluto”. La polemica, con le amministrative alle porte, diventa subito ‘elettorale’. “Basta un impianto fermo e l’immondizia arriva in strada, perche’ nessuno ha fatto mezzo impianto in cinque anni”, tuona il candidato sindaco Carlo Calenda prendendosela con la sindaca Virginia Raggi. “Qual e’ la soluzione per uscire dall’emergenza rifiuti secondo Nicola Zingarett? – l’affondo della Lega alla Pisana – Il presidente ha sotto scacco la Regione Lazio da otto anni”.