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Cronache

Regione Campania, ecco i nomi e gli importi di chi percepisce i 173 vitalizi d’oro da tagliare

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Tagliare i vitalizi. Tagliare i costi della politica. Tagliare le spese improduttive. Tagliare privilegi. Taglio assegni d’oro. È da sempre il cavallo di battaglia del “M5S. E ora, anche alla luce dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni a gennaio, abbiamo depositato una proposta di legge regionale in linea con il testo del Governo, che comporterà per le casse regionali della Campania un risparmio complessivo di oltre 5 milioni di euro l’anno, a fronte dei 10,7 erogati”, ha spiegato Valeria Ciarambino, leader del M5S in regione Campania.
Che cosa prevede la proposta di legge? Un ricalcolo degli assegni secondo il metodo contributivo puro, l’innalzamento dell’età pensionistica a 66 anni, una significativa riduzione fino al mancata erogazione nei casi di cumulo con altre cariche elettive.  Le Regione Campania, in base all’accordo raggiunto, sono obbligate a ridurre i vitalizi entro maggio altrimenti riceverà fondi per circa 150 milioni di euro in meno, sostengono i consiglieri del M5S. Ma che cosa succederebbe se fossero tagliati davvero i vitalizi in Campania?

 

L’ex presidente della giunta della Regione Campania Antonio Bassolino incassa quasi 7mila euro. L’ex Udc Giovanni Pianese percepisce 6.993. L’ex presidente del Consiglio regionale della Campania Domenico Zinzi un poco più di 5.100. Nino Daniele, assessore alla cultura di Napoli e già sindaco di Ercolano, come consigliere regionale porta a casa poco meno di 5mila euro al mese come ex consigliere regionale che si sommano allo “stipendio” di assessore. Più o meno stessa cifra la incassano Samuele Ciambriello e tanti altri consiglieri regionali del passato che hanno diritto al vitalizio.

La Ragioneria della Regione Campania a fine mese eroga il vitalizio a 173 ex consiglieri. Di questi 173 assegni, però, 60 non vengono incassati direttamente dal politica ma vanno al coniuge o a chi ne ha diritto in base alla reversibilità perchè il destinatario che lo percepiva nel frattempo è passato a miglior vita.

Si chiamano costi della politica, son costi troppo alti (in Campania ammontano a quasi 10milioni annui in vitalizi) in un periodo di vacche magre per le finanze pubbliche e il M5S vuole una riduzione drastica del vitalizia e un contestuale  innalzamento dell’ età per percepirlo. Non solo, l’altra griglia importante per il M5S è l’possibilità di cumularli con altri vitalizi. Chi è stato consigliere regionale, deputato o deputato al Parlamento europeo non può percepire 3 vitalizi. Ortensio Zecchino, ad esempio, già ministro,  percepisce una somma da Regione, Camera dei Deputati ed Europarlamento. C’è Sergio Cola già deputato che come consigliere regionale per un solo anno ha versato tutti i contributi di tasca sua (è previsto) e riceve un vitalizio pieno che somma a quello della Camera dei Deputati.

Il taglio dei vitalizi ai consiglieri regionali è quasi una realtà. L’accordo siglato dalla conferenza Stato-Regioni prevede che venga utilizzato il meccanismo contributivo per il ricalcolo dei vitalizi di 3.300 ex consiglieri regionali (comprese le reversibilità per le vedove). In pratica, si riceverà in base a quanto è stato versato, sul modello di quanto già deciso dalla Camera e dal Senato per gli ex parlamentari. Circa 400 ex consiglieri regionali, che in base al ricalcolo contributivo avrebbero preso un vitalizio più alto, non vedranno crescere l’assegno in base al divieto introdotto di incassare una somma maggiore di quella attualmente erogata. In base ai dati forniti dai consigli regionali, il risparmio complessivo, grazie al ricalcolo contributivo, dovrebbe ammontare ad almeno 22 milioni annui. Manca da questa cifra la Sicilia che non ha fornito dati. Secondo i calcoli del Movimento Cinquestelle, il risparmio totale col passaggio al sistema contributivo sarà di 5 milioni di euro. Somma forse eccessivamente stimata ma che verrebbe recuperata dalla falcidia di tutti i vitalizi ad oggi erogati. Sempre secondo i calcoli del M5S,  Bassolino passerebbe da 7mila euro a 1.900, Marcello Chessa da 6mila alla metà, Mario Santangelo da oltre 6mila a circa 3mila, Pasquale Marrazzo da 4mila a soli 737, Gennaro Nocera da 3mila a 800.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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