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Cronache

Record a Lido di Camaiore: partorisce a 64 Anni

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Un caso straordinario si è verificato all’ospedale “Versilia” di Lido di Camaiore, dove Flavia, una donna di 64 anni, è diventata la madre più anziana d’Italia a dare alla luce un bambino. La storia, che potrebbe sembrare comune a molte altre, nasconde dettagli che hanno già sollevato numerose domande e dibattiti.

Un ricovero improvviso

Tutto è iniziato con valori di pressione leggermente elevati e un leggero sanguinamento, segnali che hanno indotto il medico di fiducia di Flavia a consigliare un immediato ricovero al pronto soccorso. Da lì, la decisione di effettuare un parto cesareo d’urgenza ha portato alla nascita di un bambino prematuro del peso di quasi 2 chili, rendendo felice la neomamma.

Una fecondazione in circostanze estreme

Otto mesi fa, Flavia si era sottoposta a un trattamento di fecondazione in vitro in una clinica di Kiev, in Ucraina, dove non ci sono limiti di età per tali procedure. Il trattamento, naturalmente eterologo, ha visto l’embrione donato da un bagnino e da una maestra di nuoto. Nonostante le difficoltà e i rischi legati alla guerra in corso, Flavia ha compiuto il viaggio nel 2023 per realizzare il suo sogno di diventare madre.

Perseveranza e determinazione

Secondo il suo ginecologo, Andrea Marsili di Viareggio, Flavia non era nuova a questi tentativi. Già nel 2022, aveva provato a rimanere incinta a Kiev, ma aveva subito un aborto spontaneo alla quattordicesima settimana di gravidanza. Questa volta, la gravidanza è andata a buon fine senza criticità significative fino a quando, durante un controllo, Marsili ha rilevato valori preoccupanti, consigliando il ricovero in ospedale. Il bambino è nato prematuramente a 31 settimane e 4 giorni, ma in buone condizioni.

Una mamma caparbia

Il dottor Marsili ha descritto Flavia come una donna caparbia e determinata. Ha organizzato i suoi viaggi in Ucraina in piena autonomia, senza informare il medico fino a cose fatte. Marsili ha sottolineato come Flavia si sia sempre dedicata con grande dedizione alla madre anziana, oggi ultranovantenne, e solo nel 2022 abbia deciso di perseguire il suo sogno di diventare madre.

Prospettive future

Attualmente, il neonato si trova nel reparto prematuri dell’ospedale e verrà dimesso non appena avrà raggiunto un peso adeguato. Flavia, che tra pochi mesi compirà 64 anni, si prepara a portare a casa il suo bambino, pronta ad affrontare le sfide della maternità.

I Costi e le difficoltà

La procedura di fecondazione in vitro a cui si è sottoposta Flavia ha avuto un costo significativo, circa 15 mila euro, a cui si sono aggiunte le spese di viaggio e le difficoltà burocratiche e ambientali legate al recarsi in un Paese non appartenente all’Unione Europea e in stato di guerra.

Il caso di Flavia, ora la madre più anziana d’Italia, non solo rappresenta un record, ma solleva anche numerosi interrogativi etici e medici. La sua storia è un esempio di perseveranza e determinazione, ma anche un promemoria delle complessità e delle sfide associate alla fecondazione assistita, specialmente in età avanzata e in circostanze straordinarie.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Cronache

Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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