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Cronache

Reazione della Juve: palese ingiustizia, ricorreremo

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La scure della Corte d’appello federale è una mazzata tremenda per la Juventus, come ai tempi di Calciopoli. Lo aveva temuto un dirigente bianconero in una delle intercettazioni negli atti dell’inchiesta della Procura di Torino (“Una situazione così brutta si è vista solo a Calciopòli”).

Allora, nel 2006, la squadra era stata retrocessa in B, con 17 punti di penalizzazione da scontare nella serie cadetta inflitti dalla Corte d’appello della Figc, poi ridotti a 9 dalla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni. Questa volta – almeno per adesso – perde 15 punti, scivola dal terzo al decimo posto della serie A, finisce a quota 22 punti, appena 6 in più rispetto al Sassuolo quart’ultimo. “E’ una palese ingiustizia, anche nei confronti di milioni di tifosi”, la reazione bianconera affidata agli avvocati del club. “Attendiamo di leggere le motivazioni – dicono Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio e Nicola Apa – per presentare ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni”.

Intanto, i legali sottolineano “una palese disparità di trattamento ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti rispetto a qualsiasi altra società o tesserato” In questa situazione – in attesa del ricorso – la zona Champions e un posto nell”altra’ Europa diventano una chimera. E la ripercussione sul piano economico sarà tremenda per una società chiamata a risalire la china e aprire una nuova era dopo lo tsunami che l’ha travolta.

La stangata è un nuovo durissimo colpo dopo la batosta sul campo a Napoli, nel gennaio già nerissimo per la società appena passata nelle mani di un nuovo consiglio di amministrazione. Le illusioni di una piena e immediata rinascita sul campo erano state spazzate via al ‘Maradona’, venerdì 13 gennaio, dallo strapotere della capolista. Era stata spezzata una striscia di otto successi consecutivi, fondamentale per recuperare posizioni e per ridare morale alla squadra di Allegri, in una stagione tribolatissima. Con giocatori chiave ancora in convalescenza – Pogba e Vlahovic – sul campo la Juventus dovrà ora azzeccare un filotto di successi clamorosi per riportarsi in quota. Restano 20 giornate, ma il contraccolpo è difficile da incassare.

Persa la Champions nello sciagurato girone chiuso con appena 3 punti, lontanissima da Chelsea e Benfica, alla Juventus non resta che cercare di stupire in Europa League e puntare forte sulla Coppa Italia per assicurarsi un posto nella prossima edizione della stessa competizione europea. Già la sfida di domenica all’Allianz Stadium con l’Atalanta farà capire se in seno alla squadra a prevalere sarà la rabbia o la frustrazione. Altri verdetti incombono sulla Juventus – nella giustizia sportiva e in quella ordinaria, dove la stessa società è indagata come persona giuridica: il 27 marzo l’udienza preliminare, a Torino.

Senza contare le probabili sanzioni dell’Uefa. Oggi, la Corte d’appello federale ha bocciato la linea difensiva del club bianconero secondo cui “nessuno degli elementi valorizzati dalla procura Federale dimostra l’esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori”. Secondo il collegio di legali schierati dalla Juventus nelle operazioni che hanno portato alle plusvalenze non c’erano elementi per “fondare la natura fraudolenta e artificiosa delle operazioni concluse e dei valori ad esse assegnati”

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Cronache

il giornalista Marc Innaro e la censura Rai: Russia demonizzata, Europa marginale

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Marc Innaro (foto Imagoeconomica in evidenza), storico corrispondente Rai da Mosca e oggi inviato dal Cairo, torna a parlare in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, affrontando con lucidità e tono critico le tensioni tra l’Occidente e la Russia, il suo allontanamento da Mosca e la crescente russofobia nelle istituzioni europee.

Dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, Innaro ha raccontato la Russia da dentro, cercando – come lui stesso dice – di “corrispondere” la realtà e il punto di vista di Mosca. Una scelta giornalistica che gli è costata accuse di filoputinismo e, di fatto, l’interruzione della sua esperienza russa da parte della Rai, ufficialmente per motivi di sicurezza legati alla nuova legge russa contro le “fake news”.

Ma Innaro contesta apertamente questa versione: “Quella legge valeva per i giornalisti russi, non per gli stranieri accreditati. Commissionai persino uno studio legale russo-italiano che lo dimostrò. Nessuno mi ascoltò”. A detta sua, la vera censura arrivava “non dai russi, ma dagli italiani”.

Nato, Ucraina e verità scomode

Un episodio televisivo emblematico segnò la sua posizione pubblica: una cartina sull’allargamento della Nato a Estmostrata in diretta al Tg2 Post, che gli offrì l’occasione per dire: “Ditemi voi chi si è allargato”. Una verità storica, sottolinea, che rappresenta “la versione di Mosca” e che fu raccontata anche da Papa Francesco, quando parlò del “latrato della Nato alle porte della Russia”.

Da lì in poi, dice Innaro, cominciò l’isolamento. Non gli fu consentito di intervistare Lavrov né di andare embedded con i russi nel Donbass, mentre altri inviati Rai furono autorizzati a farlo con le truppe ucraine, anche in territorio russo.

“La Russia non vuole invadere l’Europa”

Secondo Innaro, la narrazione di Mosca come minaccia globale è costruita ad arte: “La Russia è un Paese immenso con 145 milioni di abitanti. Come può voler invadere un’Europa da 500 milioni?”. L’obiettivo russo, dice, è sempre stato chiaro: la neutralità dell’Ucraina e il rispetto per le minoranze russofone.

Nel commentare le dichiarazioni dei vertici Ue e Nato, come quelle di Kaja Kallas o Mark Rutte, Innaro osserva che “alimentare la russofobia non aiuta a risolvere nulla” e ricorda che è grazie al sacrificio sovietico se l’Europa è stata liberata dal nazifascismo.

“L’Europa doveva includere la Russia”

La guerra, secondo Innaro, “diventa sempre più difficile da fermare”, anche per il consenso interno a Putin. Ma l’errore strategico dell’Occidente, dice, è stato non costruire una nuova architettura di sicurezza con la Russia dopo la Guerra Fredda: “Abbiamo più in comune con i russi che con altri popoli. Ma ora i 7/8 del mondo si riorganizzano e l’Europa resta ai margini”.

Un’analisi lucida e controcorrente, che rimette in discussione molte certezze del racconto dominante.

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Una 14enne precipita dal terzo piano e muore nel Tarantino

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Una ragazza di 14 anni è morta dopo essere precipitata dalla finestra al terzo piano dell’abitazione di Massafra (Taranto) dove viveva con i genitori. La ragazzina è stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, ma è deceduta poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Il pm di turno, a quanto si è appreso, ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’accaduto. La madre, che era con lei nell’appartamento, l’avrebbe vista lanciarsi dalla finestra. L’attività investigativa è affidata ai carabinieri.

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Nove colpi contro l’auto di un incensurato a Nocera Inferiore

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Nove colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro un’auto a Nocera Superiore. Il fatto è accaduto nella frazione Citola. La vittima dell’intimidazione è un 30enne, incensurato. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, non ha saputo fornire alcuna spiegazione su quanto accaduto. I militari del reparto Territoriale nocerino, guidati dal comandante Gianfranco Albanese, sono al lavoro per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. L’auto è stata posta sotto sequestro per consentire i rilievi. Non è escluso che i colpi siano partiti da due armi.

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