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Rc auto: bonus-malus antiquato, obiettivo è superarlo

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Il bonus-malus potrebbe andare in soffitta. I tempi non sono immediati, l’rc auto non e’ al momento considerata una priorita’, ma la necessita’ di superare il meccanismo che finora ha regolato l’accesso alle classi di merito e’ invocata contemporaneamente sia dal mondo delle compagnie che dalla vigilanza dell’Ivass. E il Parlamento, che sta esaminando la proposta di legge del Movimento 5 Stelle per la riforma delle assicurazioni auto, sembra ben disposto a considerare la questione con attenzione. “La riforma del bonus-malus, a nostro avviso – ha spiegato il consigliere dell’Ivass Riccardo Cesari – non e’ piu’ procrastinabile. Oggi si basa su un unico indicatore, il numero di sinistri, ma dobbiamo passare quanto prima ad un sistema multidimensionale che renda effettiva la misurazione del rischio. Oggi e’ assolutamente priva di capacita’ informative”. Parallelamente, va analizzata anche la possibilita’ di una riforma della ‘Card’, la convenzione a risarcimento diretto, eliminando “i comportamenti opportunistici” tra compagnie e riformando il sistema forfait, considerato “un po’ antiquato”, ha osservato ancora Cesari di fronte ai parlamentari della Commissione Finanze della Camera, spiegando che sul tema e’ in corso un ragionamento comune con l’Antitrust. Che il bonus-malus abbia “importanti spazi di miglioramento” e’ riconosciuto anche dall’Ania: “il sistema attuale – ha spiegato la presidente dell’associazione delle compagnie Bianca Maria Farina – non e’ piu’ efficace nel distinguere i clienti secondo la propria effettiva rischiosita’ e non svolge quindi piu’ la propria funzione educativa e premiante dei comportamenti virtuosi”. Il fatto e’ che con la legge Bersani del 2007, che ha permesso di accedere alla classe di merito dell’automobilista piu’ virtuoso all’interno della stessa famiglia (e quindi alla polizza meno costosa), la quota di assicurati in prima classe di bonus-malus, che prima era inferiore al 50%, secondo i dati dell’Ania, e’ salita nel 2019 all’84%. La classe e’ quindi diventata meno significativa ai fini tariffari, per cui, come sottolineato da Farina, difficilmente il bonus-malus raggiunge il suo obiettivo originario: individuare e premiare chi causa meno incidenti. “La legge Bersani – spiega la prima firmataria della proposta di legge depositata alla Camera, Maria Soave Alemanno – ha prodotto inizialmente una diminuzione dei premi, con le classi di merito che sono quasi sparite. Ma subito dopo le compagnie si sono riparametrate. In Commissione tutte le forze politiche hanno convenuto sulla necessita’ di lavorarci”. La proposta punta anche ad una stretta contro l’evasione rc auto. I veicoli non assicurati in circolazione sono circa 2,6 milioni i veicoli, con un mancato incasso di premi stimato dalle imprese di assicurazione in circa 1 miliardo di euro. “Se un veicolo non assicurato causa un sinistro – evidenzia ancora Alemanno – a pagare e’ il Fondo vittime della strada, rimpinguato ogni anno dalle compagnie, che pero’ ne spalmano il costo su ogni polizza. Riuscire a limitare il traffico dei veicoli non autorizzati, significa poter da una parte limitare il contributo delle compagnie e quindi il peso sugli assicurati, ma anche destinare piu’ risorse alle vittime”. La proposta parlamentare punta ad identificare i veicoli non assicurati incrociando le banche dati dell’Ania sui veicoli assicurati con quella della Motorizzazione sui veicoli immatricolati. Coinvolgendo anche i Comuni nelle verifiche si potrebbe controllare “se le vetture sono ferme in un garage o in circolazione e smascherare eventuali furbetti o le bande malavitose che vendono polizze false”, spiega la parlamentare 5S. In questo caso, Ivass e Ania propongono l’utilizzo dei rilevatori a distanza come Telepass, Autovelox, ZTL e Tutor, opportunamente omologati, per avere un controllo costante sul territorio.

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Omicidio Cerciello, difensore carabiniere: assoluzione ristabilisce giustizia

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È stato “un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni. E questa assoluzione della Corte d’Appello perché il fatto non costituisce reato ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l’Arma, continua a servirla e che in quell’occasione del luglio del 2019 ha protetto l’incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all’isolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni”. Lo dice a LaPresse l’avvocato Roberto De Vita, difensore del carabiniere Fabio Manganaro, a processo per aver bendato dopo il fermo Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. “Questa sentenza, sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri i quali all’indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro”, conclude.

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Trovati e sequestrati dieci telefonini nel carcere di Avellino

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Nella casa Circondariale di Avellino, durante un ordinario giro di controllo, sono stati trovati 10 cellulari smartphone con caricabatterie. I telefonini sono stati scoperti in due sacchetti di plastica che si trovavano nell’intercinta, lo spazio che separa le aree detentive dal muro di cinta. Secondo gli agenti l’obiettivo era lanciarli all’interno del muro di cinta, in corrispondenza con il campo sportivo, dove è stata trovata anche una corda ricavata da lenzuola verosimilmente destinata ad essere usata per il recupero della merce. “È sempre più impellente che l’ amministrazione penitenziaria doti la polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati con schermature degli istituti per contrastare il fenomeno dell’ingresso dei telefonini in carcere”, ripetono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, dell’ Uspp.

“Si tratta di un fenomeno particolarmente rischioso e pericoloso – sottolineano – soprattutto se a farne uso sono i detenuti con reati di associazione mafiosa dati i probabili contatti esterni con la criminalità organizzata”. L’Uspp chiede anche “adeguate strumentazioni per fronteggiare la minaccia sempre più attuale e diffusa dei droni che sorvolano illecitamente sugli istituti di pena per trasportare oggetti pericolosi per la sicurezza interna ed esterna, come é avvenuto nel passato. Grazie agli sforzi profusi dalla polizia Penitenziaria impiegata in turni massacranti e con scarse risorse, – concludono i sindacalisti – si riescono comunque ma a fatica, ad arginare i tentativi fraudolenti, con continui rinvenimenti di telefonini e droga ed inevitabili gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza, dato tra l’altro, come sopra evidenziato l’elevato rischio di contaminazioni con l’esterno”.

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Lite tra ragazzi a Casoria, 16enne esplode colpi a salve

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– Lite tra giovanissimi ed esplosione di colpi a salve, la notte scorsa a Casoria, in provincia di Napoli: coinvolto anche un 16enne armato. Sono stati alcuni cittadini, verso le 22, a segnalare al 112 l’esplosione di colpi d’arma da fuoco provenire da via Achille del Giudice all’altezza del civico 72. Sul posto sono arrivati in pochissimi minuti i carabinieri della sezione radiomobile della locale compagnia che erano in zona e hanno ricostruito a vicenda. Poco prima, per motivi ancora non chiari ma verosimilmente legati a sguardi mal tollerati, due gruppi di giovanissimi stavano litigando. La discussione è stata però interrotta dal rumore di tre colpi d’arma da fuoco con il successivo fuggi fuggi generale. Durante il sopralluogo i militari hanno trovato e sequestrato tre bossoli a salve. Hanno, quindi, iniziato la ricerca di chi aveva esploso quei colpi. Nascosto tra le auto in sosta un 16enne: impugnava una pistola replica a salve priva del tappo rosso; nelle tasche del ragazzino anche qualche dose di marijuana. Per il minorenne, prima di essere affidato ai genitori, è scattata una denuncia per minaccia aggravata e porto di armi. Il 16enne è stato segnalato anche alla prefettura perché assuntore di droga.

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