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Cinema

Rai e Hbo annunciano la seconda stagione de “L’amica geniale”, la serie in onda che ha polverizzato ogni record di ascolti in Italia e Usa

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HBO e Rai confermano la seconda stagione de ‘L’amica geniale’. L’annuncio è di Casey Bloys, presidente di HBO Programming e Fabrizo Salini, AD della Rai. La prima stagione della serie da otto episodi è stata tratta dall’omonimo bestseller di Elena Ferrante, primo volume della saga in quattro parti pubblicata negli Stati Uniti da Europa Editions e in Italia da Edizioni E/O. La seconda stagione sarà basata su “Storia del nuovo cognome”, il secondo libro della quadrilogia della Ferrante. “Siamo entusiasti che la storia epica di Elena Ferrante abbia avuto un’eco così potente tra il pubblico e la critica e non vediamo l’ora di continuare il viaggio di Elena e Lila”, ha affermato Bloys. “Lo straordinario successo de ‘L’amica geniale’ rappresenta per la Rai motivo di profondo orgoglio. È un traguardo importante che conferma la scelta di puntare su coproduzioni internazionali valorizzando al tempo stesso il talento italiano”, ha affermato Salini. Lorenzo Mieli, Ceo di Wildside e produttore esecutivo della serie, insieme a Mario Gianani e Domenico Procacci, ha aggiunto: “Siamo profondamente orgogliosi che questa storia continuerà a catturare il pubblico di tutto il mondo. E ancora più orgogliosi che questo risultato sia stato raggiunto grazie alla creatività, alla visionarietà, alla passione e al talento di uno straordinario gruppo di professionisti italiani, guidati da Saverio Costanzo”.

L’amica Geniale. Alcune scene della serie girate a Ischia

Quando l’amica più importante della sua vita sembra essere scomparsa senza lasciar traccia, Elena Greco, una donna anziana che vive in una casa piena di libri, accende il computer e inizia a scrivere la storia sua e di Lila, la storia di un’amicizia nata sui banchi di scuola negli anni 50. Ambientato in una Napoli pericolosa e affascinante, inizia così un racconto che copre oltre sessant’anni di vita e che tenta di svelare il mistero di Lila, l’amica geniale di Elena, la sua migliore amica, la sua peggiore nemica.

Girato in lingua napoletana, sottotitolato sia in Italia che negli Usa, la prima stagione di otto episodi de ‘L’amica geniale’ ha visto, per la prima volta sullo schermo, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti nelle vesti di Elena e Lila da bambine. Mentre Elena e Lila adolescenti sono interpretate, rispettivamente, da Margherita Mazzucco e Gaia Girace. Tutti gli episodi sono diretti da Saverio Costanzo. La serie HBO, RAI FICTION e TIMVISION ha debuttato negli USA domenica 18 novembre, seguita dalla seconda puntata lunedì 19 novembre, con gli altri episodi andati in onda la domenica e i lunedì successivi, fino al finale di stagione che andrà in onda il 10 dicembre. Per il Time la serie è “tutto ciò che l’adattamento di un grande libro dovrebbe essere”, mentre Rolling Stone ha osservato come la serie “racconti la storia con bellezza e grazia”, aggiungendo, che “è una grande serie con un cuore enorme”. La CNN ha elogiato ‘L’amica geniale’ per il racconto di “un mondo a volte doloroso, a volte commovente, ma comunque sempre bellissimo”, il Wall Street Journal ha definito la serie “un risultato sorprendente”. ‘L’amica geniale’ è una serie HBO-RAI Fiction e TIMVISION, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con Rai Fiction, TIMVISION e HBO Entertainment, in co-produzione con Umedia. Tutti gli episodi sono diretti da Saverio Costanzo. Il soggetto e le sceneggiature sono di Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo. Paolo Sorrentino e Jennifer Schuur sono i produttori esecutivi. Fremantle è il distributore internazionale in collaborazione con Rai Com.

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Morto a 65 anni l’attore americano Val Kilmer

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È morto all’età di 65 anni l’attore americano Val Kilmer. Lo rende noto la famiglia, citata dal New York Times. Il decesso è avvenuto a Los Angeles a causa delle complicazioni di una polmonite, ha spiegato la figlia Mercedes Kilmer. All’attore era stato diagnosticato un cancro alla gola nel 2014, da cui era riuscito a guarire. Tra le sue tante interpretazioni si ricordano in particolare quella Jim Morrison in ‘The Doors’ del 1991 di Oliver Stone, quella di Iceman in ‘Top Gun’ del 1986 di Tony Scott e quella di Bruce Wayne in ‘Batman forever’ del 1995 di Joel Schumacher.

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Giovanni Bagnasco e “il mostro”: “Ho imparato a non essere vittima. La felicità è una responsabilità”

Nella serie L’arte della gioia è Ippolito, il “mostro” che conquista il cuore dello spettatore. Nella vita, Giovanni Bagnasco è un ragazzo di 25 anni con il volto segnato dalla sindrome di Treacher Collins e un’anima limpida che illumina ogni sua parola. In un’intervista al Corriere della Sera racconta la sua storia fatta di sfide, consapevolezza e rinascita.

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«Potrei scrivere un libro sugli sguardi. Da piccolo anche il non detto faceva male», racconta Giovanni Bagnasco. Il suo volto racconta una storia rara, segnata dalla sindrome di Treacher Collins, una malattia congenita che colpisce ossa e cartilagini del volto. Eppure, Giovanni ha imparato presto a distinguere tra due tipi di persone: «i cuori buoni e i cuori ciechi».

Cresciuto nella quiete di Chianciano Terme, tra campagna e spazi aperti, ha coltivato sogni artistici tra un lavoro da casellante e un corso di lingua dei segni mai concluso a causa del Covid. Fino all’improvviso incontro con il mondo del cinema, che lo ha accolto attraverso due provini superati: uno per Finalmente l’alba, l’altro con Valeria Golino per il ruolo di Ippolito.

“Il mostro” che racconta la forza interiore

«Il personaggio non è stupido, è solo stato isolato», gli dice Golino. E lui in quel ruolo riversa tutto: «la parte docile e quella vulcanica». Nessuna scuola di recitazione, ma la forza di una vita vissuta senza filtri. «Sul set, mentre giravo le scene più violente, pensavo ai momenti difficili vissuti», confessa.

E quando si parla d’aspetto, Giovanni è disarmante: «La parola ‘mostro’ non mi ferisce più, è solo una componente della mia vita». Da piccolo piangeva, si chiedeva “perché a me?”, ma oggi si è dato una risposta che lo guida: «Dovevo nascere così e basta. Fare la vittima non ti renderà felice».

L’amore, la musica, il futuro

Oggi è un attore emergente, ma anche un ragazzo che ha vissuto l’amore, che ha scritto testi rap, che ha lottato contro il dolore. «Ho ricevuto tanto e ho dato tanto», racconta. Sui social ci sta poco: solo per progetti artistici o per sostenere la onlus del suo chirurgo, la Smile House. «Da ragazzino, i social mi facevano male. Era una vita parallela».

La sua forza più grande è quella di saper vedere oltre: «Sembrerei più brutto se stessi sempre a disperarmi. Siamo tutti belli, se troviamo la nostra bellezza interiore».

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Associazioni del cinema in allarme, ‘siamo al collasso’

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Il mondo del cinema e dell’audiovisivo torna a far sentire la propria voce. Questa mattina l’allarme è arrivato da una ventina di associazioni del settore, tra cui Anac, 100 Autori e Air3, che hanno chiesto al governo di “fare presto” e di varare tempestivamente i decreti correttivi del tax credit e la documentazione richiesta dai giudici del Tar del Lazio sempre sulla relativa normativa. “Ormai da un anno il settore del cinema e dell’audiovisivo vive nell’incertezza del suo futuro. Questo è un lavoro da cui dipendono famiglie intere, eppure più del 70% delle maestranze, attori e autori sono senza occupazione, molti da più di un anno, quasi tutti senza prospettive di lavoro davanti a sé. Ogni giorno in più di rimando è un pezzo del settore che sparisce per sempre – si legge nell’appello -. Non possiamo permetterci di aspettare oltre: il settore ha bisogno di risposte concrete e tempestive per evitare il collasso”.

A rispondere è stata subito Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, assicurando, durante la presentazione a Roma dell’Italian Global Series Festival, che sul tax credit “è tutto a posto, procederemo a breve. Era stata depositata al Tar una richiesta, l’udienza è stata spostata a maggio. Presto pubblicheremo l’ultimo correttivo”. Attaccata dai componenti del Pd della Commissione Cultura della Camera, che indicano il ministro Alessandro Giuli, l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la stessa Borgonzoni come responsabili del “disastro” di cinema e audiovisivo, la sottosegretaria ha affermato: “Allora se dovessimo guardare il problema che c’è stato nell’audiovisivo viene da un governo di prima, mi dispiace dire che è Franceschini, perché queste modifiche andavano fatte molto prima”, ha sottolineato, “io con Franceschini ho lavorato bene per tante cose, lui non ha voluto fare le modifiche che andavano fatte nonostante all’allarme lanciato anche dagli uffici a suo tempo, perché ovviamente è molto più semplice lasciare la palla al governo che viene dopo”.

“Comunque, le produzioni ci sono, i set aperti sono 37. Mi dispiace che si lanci un allarme da parte di Pd e 5 stelle che continuano a cavalcare questa cosa dando l’idea anche agli operatori internazionali che vengono a lavorare in Italia che qui ci siano dei problemi, che non ci sono soldi e che nessuno sta girando. Stanno facendo un danno al settore. Mi piacerebbe che parlassero con le associazioni davvero rappresentative del settore per chiedere se stanno girando oppure no. E la risposta credo sarebbe diversa”, ha concluso. Sul tema è intervenuta a smorzare i toni Chiara Sbarigia, presidente Associazione Produttori Audiovisivi, che, pur condividendo la preoccupazione sul tax credit, ha evidenziato che “i set sono aperti. Terrei più basso l’allarme e cercherei di sburocratizzare il tax credit: noi abbiamo seguito l’iter di riforma, abbiamo dato suggerimenti, ma credo che il problema riguardi il cinema con le produzioni più piccole, non l’audiovisivo”.

Il dibattito però si è infiammato, con la controreplica di Pd e M5s: “il cinema è malato ma il governo ha deciso di ucciderlo”, ha ribattuto Sandro Ruotolo, responsabile Cultura nella segreteria del Pd, mentre il cinquestelle Gaetano Amato è andato all’attacco di Borgonzoni affermando che “se ha coraggio si confronti con gli operatori del settore, parli con le vere associazioni, non solo con quelle vicine ai suoi amici. Noi siamo pronti a organizzare gli Stati Generali ‘pubblici’ del settore”. Anche tra i doppiatori italiani cresce la preoccupazione: a due settimane dalla protesta lanciata attraverso il video appello in cui 12 doppiatori hanno prestato il volto e la voce per dire ‘no’ ad un mondo in cui le espressioni artistiche saranno create da algoritmi, l’Associazione Nazionale Attori Doppiatori si è rivolta oggi a tutta l’industria audiovisiva, agli artisti, alle istituzioni e al pubblico per chiedere appoggio contro l’uso incontrollato dell’Intelligenza Artificiale. Intanto, ieri anche la regista e sceneggiatrice Liliana Cavani aveva sottolineato l’urgenza di difendere il cinema dal predominio della televisione.

“E’ inutile che il Centro Sperimentale continui a creare professionalità se poi il cinema va a finire in tv – aveva detto Cavani -. Il futuro obbligherà ancora di più la gente a vedere i film in casa e così andrebbe fatta una campagna seria contro tutto questo”. Diversa la posizione del regista e attore Carlo Verdone: “Le preoccupazioni di Liliana Cavani sono legittime, ma non è che la gente non va più al cinema. Tanti film vanno bene. Dipende dalla bontà del film, dipende tutto da lì. Se il film non attira e non c’è passaparola allora si fa fatica. Ci vogliono i film giusti”, ha detto, affermando di condividere e appoggiare invece la richiesta di aiuto dei doppiatori.

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