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Quattro passi ai tempi del coronavirus: passeggiare si può, ma dove se i sindaci chiudono i parchi?

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La vita nelle citta’ improvvisamente larghe e vuote per il coronavirus, scorre in spazi stretti. Sempre piu’ stretti. Anche se l’obbligo a restare e casa (tranne eccezioni) non e’ cambiato rispetto all’ultimo decreto, sono la vita all’aperto e gli spostamenti a creare piu’ confusione. Si puo’? Quanto e come? La risposta sta in due parole: prudenza e distanza. Di almeno un metro. A fare chiarezza e’ la nuova circolare del Viminale firmata dal capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Cinque pagine che interpretano, nero su bianco, l’ultimo decreto firmato dal premier Conte. Ribadiscono cosa resta chiuso e cosa no e rimarcano: ci si puo’ spostare tra un comune e l’altro o all’interno dello stesso, per “comprovate esigenze primarie non rinviabili”. Seguono tre esempi: per acquistare alimentari o per portar fuori gli animali domestici o per fare “attivita’ motoria e sportiva all’aperto, rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro”. Eppure, per estrema cautela, da Aosta a Matera molti sindaci chiudono parchi e giardini. In Campania lo stop e’ sancito da un’ordinanza del governatore De Luca. Ad Ancona diventano off limits pure le spiagge, a Portovenere le scogliere. A Ravenna e Cervia l’appello e’ a non andare in spiaggia, in vista del primo weekend dell’era pandemia. Sugli spostamenti, la circolare del ministero dell’Interno arriva in serata, sulla scia della riunione del Comitato operativo della Protezione civile che nella mattina aveva affrontato la questione. In tanti ieri avevano cercato ‘sfogo’ nei parchi, correndo, in bici o seduti al sole, ma non sempre rispettando le distanze di sicurezza. Altri hanno riempito i social di domande temendo multe e denunce. Da qui il ‘sigillo’ del ministero. Altrettanto inequivocabile, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: “La passeggiata al parco si puo’ fare, ma gia’ a correre si mettono in difficolta’ gli altri”, dice. Idem se si tratta di “uscire per un giro del palazzo, per la spesa, per portare fuori il cane”, mentre bacchetta: “Andare a cena da amici e’ assolutamente sconsigliabile”. Insomma il mantra e’: “Piu’ stiamo in casa e meglio e'”. Netto anche il commissario straordinario Angelo Borrelli: “Bisogna darsi delle regole e mantenere le distanze, anche in famiglia”. Ma nell’Italia improvvisamente casalinga o che si mette in fila per la spesa, non mancano i trasgressori fra denunce e arresti. In tutto finora sono 2.162 i denunciati, secondo il Viminale, su 106.659 mila persone controllate mentre sfiorano quota 19mila le verifiche nelle attivita’ commerciali. Sui controlli invoca “rigore ma anche profonda umanita’”, il capo della polizia Franco Gabrielli. E spiega: “Piu’ che colpire, dobbiamo far comprendere” ai cittadini il senso dei divieti. In manette sono finiti sette stranieri fermati a Roma dai carabinieri: stavano giocando a carte sulle panchine, ma avevano firmato autocertificazioni in cui dicevano di essere fuori casa per motivi di lavoro. Da qui l’arresto per falsa dichiarazione a pubblico ufficiale. Su questo la circolare del ministero ribadisce che anche i militari potranno fermare i cittadini per controlli e avranno la qualifica di “agenti di pubblica sicurezza”. Tra le denunce anche casi ‘controversi’: dalle prostitute multate a Parma fino a un uomo che rischia il processo a Tivoli. Ai carabinieri che l’hanno fermato la notte scorsa in macchina, ha risposto: “Vado a comprare le sigarette”. Un motivo considerato non di stretta necessita’, nonostante i tabaccai restino aperti per decreto. Ma a non convincere gli inquirenti, l’ora e il fatto che l’uomo avesse dieci sigarette. Da qui l’accusa di falso.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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