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Processo di appello ai genitori di Renzi, hanno perso il fascicolo in corte di Appello a Firenze

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“Non c’e’ il fascicolo dell’appello, non e’ stato reperito”. Cosi’ la presidente della Corte di appello di Firenze ha annunciato agli avvocati di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, condannati in primo grado per emissione di fatture false, l’assenza del fascicolo con gli atti relativi al procedimento di secondo grado, che non era stato possibile reperire in cancelleria. Un dettaglio non trascurabile secondo i difensori, che si attendevano un rinvio: “E’ pacifico – afferma l’avvocato Federico Bagattini, che assiste Tiziano Renzi – che i processi senza i fascicoli nella loro integrita’ non si possono fare”. Di diverso avviso pero’ i giudici, che dopo aver spiegato come fossero comunque in possesso di copia degli atti, hanno deciso di andare avanti col processo. Renzi e Bovoli, condannati in primo grado a 1 anno e 9 mesi di reclusione, sono imputati insieme con l’imprenditore Luigi Dagostino, al quale in primo grado e’ stata inflitta una pena di 2 anni. Oggi nella sua requisitoria il pg Filippo Di Benedetto ha chiesto la conferma delle condanne di primo grado. L’accusa si e’ detta anche contraria alla parziale riapertura del dibattimento chiesto dai difensori di Renzi e Bovoli. La richiesta di riapertura, gia’ depositata ai giudici, sarebbe relativa all’esame degli imputati e all’acquisizione di alcuni documenti che proverebbero l’autenticita’ delle fatture contestate come false. Il procedimento riguarda il pagamento di fatture emesse da societa” dei Renzi nel 2015 – una da 20.000 euro dalla societa’ Party, un’altra da 140.000 euro piu’ Iva dalla Eventi 6 – per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Le consulenze riguardavano studi per un’attivita’ di ristorazione e per potenziare il flusso di turisti, in particolare orientali, verso l’outlet The Mall nel Valdarno. Ma per l’accusa si tratto’ di pagamenti per operazioni inesistenti, e pertanto le fatture, pagate dalla societa’ Tramor amministrata da Dagostino fino al 2015 e poi passata alla holding del lusso Kering, sarebbero false. Il processo di appello e’ stato aggiornato al 7 luglio, quando parleranno il legale della Tramor, costituitasi parte civile, e le difese degli imputati. Al termine degli interventi, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per decidere se emettere sentenza o accettare la richiesta di riapertura del dibattimento avanzata dalle difese. I legali avevano chiesto alla corte che si decidesse preliminarmente sulla riapertura del dibattimento, senza andare alla discussione. Al rigetto di questa richiesta oggi i genitori dell’ex premier si sono alzati dal loro posto e sono usciti dall’aula per alcuni istanti per poi rientrare. “Avevamo chiesto espressamente – ha detto ancora l’avvocato Federico Bagattini parlando con alcuni cronisti – che ci fosse la fonoregistrazione perche’ erano previste delle cospicue dichiarazioni spontanee da parte degli imputati, ma addirittura anche il loro stesso esame, e quindi a questo fine era necessario avere il tecnico della fonoregistrazione, ma il tecnico anche lui come il fascicolo non lo hanno trovato”. Il processo di appello aveva gia’ subito due rinvii per legittimi impedimenti di Tiziano Renzi, relativi a motivi di salute.

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Ferito da un colpo di pistola, 14enne in ospedale all’Aquila

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Un ragazzo di 14 anni è finito in ospedale, all’Aquila, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola. Il giovane ha una ferita da arma da fuoco alla gamba ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico; le sue condizioni non destano preoccupazione. Poco chiara al momento la dinamica dei fatti, che sono avvenuti attorno alle 18 in località Cese di Preturo. Il ragazzo, ricostruiscono i media locali, avrebbe raccontato che, mentre era con degli amici, da un’automobile, sembra un’Audi nera, che li ha affiancati, sarebbe partito un colpo di pistola. E’ stato lo stesso 14enne, una volta tornato a casa, a raccontare quanto accaduto alla madre, che poi lo ha accompagnato in ospedale. Sull’episodio e sulla versione fornita dal ragazzo sono in corso indagini da parte della polizia.

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Blackout ferma anche il tennis a Madrid ma Arnaldi passa

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Anche il torneo di tennis di Madrid si è dovuto arrendere al black out che ha colpito poco dopo le 12.30 di oggi ma l’intera penisola iberica e parte del Sud della Francia. Dopo sole tre partite giocate, il programma è stato sospeso in attesa di un ritorno dell’energia elettrica, lasciando giocatori e pubblico in un limbo fatto di attesa e incertezza, un po’ come in una stazione o in un aeroporto per uno sciopero improvviso. Intorno alle 16.30, gli organizzatori hanno infine deciso di cancellare tutti gli incontri ancora da disputare, nel pomeriggio e in serata, per motivi tecnici e di sicurezza, scombinando i programmi di tante stelle della racchetta già stressate, anche se lautamente ricompensate, dai ritmi infernali del circuito.

Una delle poche eccezioni ha riguardato Matteo Arnaldi. L’azzurro stava portando a casa il secondo set contro il bosniaco Damir Dzumhur quando si sono spenti i tabelloni e tutte le apparecchiature a servizio del match. I due giocatori sono rimasti interdetti e la partita è stata sospesa ma quello che sembrava un inconveniente localizzato alla Caja Magica, sede del torneo, si è rivelato un problema di ben altra dimensione. L’azzurro ha però potuto in qualche modo finire opera, battendo il rivale per 6-3, 6-4 per accedere agli ottavi di finale, ma della sua vittoria non resterà traccia se non nella memoria dei due protagonisti e dello scarso pubblico presente, perchè tutto era andato in tilt. Nel primo set, Arnaldi e Dzumhur hanno faticato mezz’ora per completare i primi sei game, poi l’italiano ha fatto il break per chiudere 6-4.

Nel secondo, Arnaldi non si è fatto distrarre dall’interruzione, guadagnando la sua prima volta agli ottavo in un Masters 1000 e anche qualche ora di riposo in più rispetto al prossimo avversario, che sarà uno tra lo statunitense Tiafoe e il francese Muller. Non è andata altrettanto bene al bulgaro Grigor Dimitrov, che stava avendo la meglio sul britannico Jacob Fearnley: lo stop energetico ha lasciato una telecamera pericolosamente sospesa sul centro del campo, obbligando a sospendere definitivamente l’incontro. Dopo qualche ora di attesa, i giocatori che dovevano scendere in campo hanno avuto la notifica della cancellazione del programma e tra loro ci sono Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, che domani, si presume, dovranno affrontare rispettivamente il britannico Jack Draper e il greco Stefanos Tsitsipas. Nel torneo Wta 1000 hanno potuto completare la partita la statunitense Coco Gauff, che ha battuto la svizzera Belinda Bencic, e la sua prossima avversaria, la russa Mirra Andreeva, che ha eliminato l’ucraina Yuliia Starodubtseva. Tutto rinviato invece per la n.1 e la n.2 al mondo, la bielorussa Aryna Sabalenka e la polacca Iga Swiatek, che è la campionessa uscente. (ANSA). 2025-04-28T18:10:00+02:00 RI ANSA per CAMERA04 NS055 NS055

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Prete indagato a Bari, su auto tracce di sangue: è indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso

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Le tracce presenti sull’auto di don Nicola D’Onghia, il 54enne sacerdote indagato a Bari per omicidio stradale e omissione di soccorso nel caso della morte della 32enne Fabiana Chiarappa, erano di sangue. Lo dimostrano i primi risultati degli accertamenti svolti sulla Fiat Bravo del prete nei giorni successivi all’incidente. Ora, per gli inquirenti, resta intanto da capire se quel sangue sia quello della 32enne, rugbista e soccorritrice del 118, ma soprattutto se il possibile impatto tra la auto del sacerdote e Chiarappa abbia causato la morte della giovane o se questa, invece, sia avvenuta prima.

Secondo quanto ricostruito finora, la sera del 2 aprile Chiarappa era in sella alla sua moto Suzuki sulla provinciale 172 che collega i comuni di Turi e Putignano quando, per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finita fuori strada, colpendo anche un muretto a secco. Compito della pm Ileana Ramundo, che coordina le indagini dei carabinieri, è ora quello di capire – anche grazie ai risultati dell’autopsia, il cui deposito è previsto tra oltre un mese – cosa effettivamente abbia causato la morte della 32enne, se lo schianto contro il muretto o il successivo impatto con l’auto.

Il parroco, agli inquirenti, ha raccontato come quella sera, mentre percorreva quella strada, ha avvertito un rumore provenire dal pianale della propria auto (“come se avessi colpito una pietra”) ma di non essersi accorto né della moto né della ragazza, anche a causa del buio. Poco dopo aver sentito il rumore, intorno alle 20.30, si è quindi fermato in una stazione di servizio per controllare eventuali danni all’auto, prima di rimettersi in macchina e tornare verso casa. Il parroco ha detto di aver appreso dell’incidente dalla stampa il giorno dopo e per questo, dopo aver consultato i propri legali (è assistito dagli avvocati Vita Mansueto e Federico Straziota), ha deciso di raccontare il tutto ai carabinieri.

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