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Cronache

Per Kata nuovi sopralluoghi, anche con l’ex Ris Garofano

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Per cercare la bambina Kataleya scomparsa il 10 giugno scorso a Firenze scende in campo anche il generale dei carabinieri in congedo Luciano Garofano, biologo, già comandante del Ris di Parma. È consulente dei genitori della bimba e oggi ha effettuato un sopralluogo – autorizzato dalla procura di Firenze – all’Astor. Ha accompagnato gli avvocati dei familiari e gli stessi genitori Miguel Angel e Kathrina di cui ha registrato i commenti e le indicazioni mentre visitavano i vari ambienti della struttura. Il gruppetto è stato circa un’ora, nel pomeriggio, nell’albergo. Ha circolato tra le stanze, nei seminterrati, nelle aree esterne. Il generale Garofano si è fatto una prima idea della situazione anche con questa attività. “È impossibile fare ipotesi – ha detto ai cronisti al termine – perché sapete bene che non abbiamo tutti gli elementi. Tuttavia il sopralluogo può servire a capire quali sono state le modalità del sequestro di Kata. Lo abbiamo fatto anche con le informazioni che ci hanno dato i genitori e che sono molto preziose”. Per l’ex comandante del Ris visto lo “sgombero che c’è stato e con le ricerche fatte col Gis mi sembra abbastanza scontato che la bambina sia stata sequestrata e portata via”. Ma “non chiedeteci cosa è successo, se è ancora viva, quale è stato lo scopo del suo rapimento perché nessuno lo può dire e non sarebbe serio fare delle supposizioni su cui non abbiamo elementi”.

Comunque, ha sottolineato, “sicuramente è stato premeditato. I sequestri prevedono una premeditazione, non prevedono certamente una decisione d’impeto”. Il generale ha riferito di aver “esplorato tutte le vie di entrata e uscita, anche quelle meno facili perché era giusto farci un’idea. Poi ce la faremo anche con le telecamere disposte nel territorio”. Una presa diretta sulla scena del crimine che andrà a combaciare con gli elementi che le indagini difensive, quelle ‘private’, permesse alle parti, possono consentire di raccogliere. Garofano in riferimento ai fatti avvenuti dentro l’hotel ha spiegato che “l’esperienza mi insegna che ogni evento che è collegato all’area dove successo qualcosa di importante va esplorato e studiato”. Lo ha detto a chi gli chiedeva cosa ne pensava della lite in cui il 29 maggio un uomo è volato dal terzo piano in strada, ferendosi. Ma non è stato l’unico episodio critico tra quelli avvenuti all’Astor nella lunga occupazione abusiva dal settembre 2022. Di altri avrebbe parlato Miguel Angel Romero Chicclo al pm Christine von Borries, fatti avvenuti anche mentre era in carcere. Secondo quanto riportato da quotidiani il padre di Katà avrebbe pure escluso che sua figlia fosse l’obiettivo del sequestro, ma i suoi avvocati hanno precisato che “né loro stessi né il padre Miguel hanno mai riferito o rappresentato che la predetta minore sia stata oggetto di uno scambio di persona” anche perché “il contenuto di quanto messo a verbale dal padre di Kata non è stato rivelato ad alcuno”.

Tutti gli atti, testimonianze in primis, sono stati secretati dalla procura dove gli inquirenti lavorano coi carabinieri su tre fronti principali. Le ispezioni (quelle all’Astor non sono le uniche, sono stati verificati altri immobili), le dichiarazioni messe a verbale, l’esame di tutti i filmati disponibili tra le telecamere, anche private, del quartiere di San Jacopino e sulle direttrici di traffico. I carabinieri hanno fatto capire che l’ispezione di domenica e lunedì all’Astor non ha fatto emergere alcun dato risolutivo nella vicenda. Gli indizi raccolti – tipo una telecamera di un privato – sono al vaglio. Gli investigatori hanno comunque sottolineato che è stato fatto un minuzioso esame dell’Astor. Le indagini continuano a spron battuto, anche con testimonianze di cui vengono incrociati i racconti.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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Cronache

Campione di poker non dichiara vincite, recuperati 1,5 milioni

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Considerato uno dei migliori giocatori al mondo di poker live , non avrebbe mai dichiarato le proprie vincite. Enrico Camosci, 31 anni, bolognese, è stato sottoposto ad una verifica fiscale dalla Guardia di Finanza, nucleo operativo metropolitano di Bologna. La ricostruzione della sua posizione, preventivamente condivisa con la locale Agenzia delle Entrate e da cui è successivamente scaturita la denuncia per omessa dichiarazione, è stata fatta anche attraverso la ricerca di informazioni sui siti specializzati e sui social, consentendo di recuperare a tassazione oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’attività sportiva svolta in forma abituale e professionale al di fuori dell’Unione Europea. Se da un lato, spiega infatti la Gdf, i premi corrisposti da case da gioco autorizzate all’interno dell’Unione Europea non vanno dichiarati, in quanto soggetti a ritenuta alla fonte, quelli conseguiti al di fuori del territorio comunitario costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito.

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Cronache

Arrestato giovane a Bolzano per propaganda razzista e addestramento al terrorismo

Operazione dei Carabinieri a Bolzano: arrestato un giovane per propaganda razzista e attività con finalità di terrorismo. Indagini coordinate dalla Procura di Trento.

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In data odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bolzano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino italiano. Il giovane è sottoposto a indagini per attività di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa aggravata, nonché per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, è il risultato di una complessa attività investigativa avviata nel settembre 2023 grazie a un contributo dell’intelligence italiana. L’indagine ha portato all’individuazione di un profilo social attivo nella diffusione di materiale di matrice nazionalsocialista e di supporto all’organizzazione terroristica jihadista nota come “Stato Islamico”.

Tecniche sofisticate per evitare l’identificazione

Nonostante l’indagato avesse adottato sofisticati accorgimenti informatici per restare anonimo, i Carabinieri del ROS sono riusciti a identificarlo. Le investigazioni hanno confermato l’intensa attività di diffusione di contenuti multimediali di propaganda jihadista e antisemita, oltre a documentare un percorso di apprendimento per la costruzione di ordigni esplosivi azionati tramite detonatori wireless.

Il giovane, diplomato come perito elettrotecnico, si vantava in comunicazioni telefoniche e telematiche di essere in procinto di realizzare un ordigno artigianale del tipo TATP, chiedendo indicazioni su come costruire un detonatore a distanza e acquisendo i componenti elettronici necessari. Inoltre, risultava impegnato in un’opera costante di indottrinamento dei familiari, inclusi un fratello minore di soli 10 anni e un altro fratello maggiorenne, con il quale discuteva anche dell’acquisto di un’arma da fuoco.

Perquisizioni e materiali sequestrati

Le perquisizioni disposte dalla Procura Distrettuale di Trento hanno permesso di sequestrare una maschera antigas, oltre 200 unità di polvere pirica, componenti elettroniche per rilevamento di microspie, strumenti per la fabbricazione di telecomandi a distanza e attrezzature per microsaldature. Sono stati sequestrati anche materiale informatico e documentale ritenuto di interesse investigativo.

Un percorso di de-radicalizzazione interrotto

L’odierna indagine si collega a una precedente, condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano, che aveva visto coinvolto lo stesso soggetto quando era ancora minorenne. All’epoca fu avviato a un programma educativo e riabilitativo di de-radicalizzazione, innovativo strumento di contrasto al terrorismo, il cui percorso però si interruppe con l’emergenza Covid-19, senza ottenere i risultati sperati.

Presunzione di innocenza

Si ricorda che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta a indagini sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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