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Pedofilia, il vescovo di Adelaide prosciolto in appello: non aveva occultato gli abusi su minori di un prete

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Il direttore della pubblica accusa dello stato australiano del New South Wales ha rinunciato a presentare appello contro la decisione di un giudice di annullare la condanna precedentemente comminata all’ex arcivescovo di Adelaide Phillip Wilson per aver occultato gli abusi sessuali a minori di un prete pedofilo negli anni ’70. Wilson, di 68 anni, il più alto prelato cristiano al mondo a essere condannato per aver coperto un prete pedofilo, era stato dichiarato colpevole lo scorso maggio per aver tenuto segreti gravi reati, cioe’ gli abusi sessuali su minori compiuti dal sacerdote James Fletcher, quando entrambi servivano nella diocesi di Maitland, presso Newcastle. Tuttavia questo mese il giudice della Corte distrettuale di Newcastle, a nord di Sydney, aveva accolto il ricorso di Wilson, concludendo che vi era “ragionevole dubbio” che Wilson ricordasse di essere stato informato degli abusi nel 1976, e che i sospetti non sono un sostituto delle prove. Il procuratore generale del New South Wales, che ha funzioni di ministro della Giustizia, aveva subito chiesto al direttore della pubblica accusa di considerare un appello alla decisione, ma ieri ha rivelato che questi non intende piu’ procedere. “La pubblica accusa non ha diritto di appello contro un proscioglimento in queste circostanze. Un appello puo’ essere presentato solo per errori di legge e dopo attenta considerazione e’ stato deciso che non vi siano prospettive ragionevoli di successo in un appello per errori di legge”, ha dichiarato il procuratore generale. L’amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Adelaide, vescovo Greg O ‘Kelly, ha espresso soddisfazione per la notizia. “Siamo molto soddisfatti dell’esito e attendiamo la nomina di un nuovo arcivescovo di Adelaide”, ha detto. “L’arcivescovo emerito Wilson, che si era dimesso il 30 luglio, avra’ ora l’opportunita’ di recuperare e di riacquistare forza dopo questo travaglio”, ha aggiunto.

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Pedro salva la Lazio, con il Parma è 2-2 in rimonta

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Serviva una vittoria alla Lazio, ma contro il Parma arriva solo un pareggio che rischia di pesare come un macigno sulle ambizioni della squadra di Baroni. E che, a fine campionato, potrebbe rappresentare la differenza tra l’ingresso in Europa e una stagione senza coppe. Mentre per la squadra di Chivu il pari dell’Olimpico è un passo in avanti verso la salvezza con sette punti di vantaggio da gestire a quattro giornate dal termine sul Venezia terzultimo. Prima del match il ricordo di Papa Francesco sui maxischermi, con tutto lo stadio ad applaudire l’omaggio al Pontefice scomparso una settimana fa. Per i biancocelesti, però, arriva subito la doccia fredda con Ondrejka che, lasciato troppo solo, buca centralmente la difesa di casa trovando il vantaggio che porta avanti il Parma.

La Lazio non riesce a reagire, la squadra di Baroni appare spuntata rispetto alle ultime uscite. Servono addirittura 25 minuti per vedere la prima conclusione con il destro dal limite di Rovella, che però non centra nemmeno la porta. Il più intraprendente è Castellanos che trova anche il gol del pareggio in spaccata, ma in posizione di fuorigioco. Il primo tempo non regala altre emozioni con il duplice fischio dell’arbitro Sacchi che fa partire una bordata di fischi del pubblico di casa. E l’inizio della ripresa è ancora peggiore per i biancocelesti, ma dolcissimo per Ondrejka che, dopo aver vinto un rimpallo, trova l’incrocio di destro raddoppiando il punteggio e premiando la scelta di Chivu al di là di ogni più rosea aspettativa.

Il Parma è padrone del campo, Pellegrino si divora il tris a tu per tu con Mandas esaltando le doti del portiere biancoceleste. Baroni cerca la scossa inserendo Pedro per Dia, Chivu risponde con Djuric ed Hernani per Bonny e Pellegrino preferendo coprirsi. E la mossa del tecnico biancoceleste porta i risultati sperati con il guizzo di Isaksen a calciare in porta, ma trovando la risposta di Suzuki che blinda porta e risultato. Mentre dall’altra parte Mandas deve ancora superarsi per deviare in angolo il sinistro di Man. Ma proprio quando l’Olimpico, tra cori di contestazione al presidente e fischi ai subentrati Noslin e Tchaouna per gli errori dal dischetto in Europa League, cominciava a sentire odore di sconfitta ecco il gol di Pedro, bravo a spedire il sinistro sotto la traversa riaprendo i giochi.

La rete segnata accende la Lazio, lo spagnolo sale in cattedra e sigla anche il raddoppio, stavolta di testa fissando il punteggio sul 2-2 finale che evita la sconfitta ma rischia di lasciare rimpianti a fine stagione.

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Condannato a 30 anni per omicidio si nascondeva in B&B sul mare

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Lo hanno catturato i carabinieri, che si sono finti turisti, in un B&B in riva al mare nel Salento dove si era nascosto dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere per omicidio. È stato arrestato così Cosimo Mazzotta , 51 anni, leccese, latitante dallo scorso 8 marzo dopo che la sua condanna era stata confermata in via definitiva dalla Cassazione.

A trovarlo in un B&B di Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni una coppia di carabinieri, fintisi turisti, hanno prenotato una stanza vicina a quella del latitante e hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendo Mazzotta di sorpresa.

Il 51enne, che si era registrato con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse utenze telefoniche. La condanna a 30 anni di carcere era stata comminata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio del 2024, per l’omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, commesso il 17 marzo del 1999 del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga.

Il giovane fu assassinato in una zona di campagna a Lizzanello a pochi chilometri da Lecce. La vittima, secondo il quadro ricostruito dai carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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