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Pd e M5s contro De Girolamo, lei si difende

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Nuove polemiche per l’intervista di Nunzia De Girolamo alla vittima dello stupro di Palermo, andata in onda il 31 ottobre. Dopo la lettera, diffusa ieri, firmata da alcune centinaia di scrittori, giornalisti e attivisti e indirizzata ai vertici della Rai, e per conoscenza all’Agcom e all’Ordine dei giornalisti, nella quale si accusava la conduttrice di spettacolarizzazione e di fare “pornografia del dolore”, Pd e M5s criticano la conduttrice e chiedono spiegazioni sull’accaduto ai vertici della tv pubblica. “Sono stupita da questo maschilismo latente, che induce alcune donne a dire ad una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi. Come se Asia si dovesse vergognare”, scrive ora De Girolamo sui social, spiegando di aver definito con la vittima “i limiti della nostra chiacchierata” e ciò che avrebbero detto in trasmissione.

“Mi dispiace constatare che state spostando il bersaglio – aggiunge -, dimenticando che il vero nemico da abbattere è lo stupratore, la cultura ancora maschilista di questo paese. Contro questo, noi donne, dovremmo essere unite sempre”. I firmatari della lettera, tra cui la parlamentare Ilaria Cucchi, diverse scrittrici e numerose attiviste del mondo anti-violenza, non contestano la presenza della ragazza in trasmissione, sottolineando che va rispettata la scelta di accettare l’invito, ma le modalità di un’intervista definita “incalzante nei confronti della sopravvissuta” e la conduzione che rappresenta “un esempio inaccettabile di pornografia del dolore”. De Girolamo – sostengono – “ha costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti”, sottoponendola “con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria, dal momento in cui è stata costretta ad ascoltare sia le intercettazioni degli stupratori, sia la vox populi social”.

I firmatari chiedono che i vertici Rai prendano posizione. A rispondere, per il momento, è solo la consigliera Francesca Bria. “Condivido in pieno quella lettera – afferma -. Il tema della violenza di genere va trattato con la massima competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità indispensabili, secondo le modalità sancite dalle policy di genere approvate dal Cda Rai, dalle linee guida del Manifesto di Venezia, nonché dalla Convenzione di Istanbul”.

Di “grave errore” parlano le parlamentari del Pd Ouidad Bakkali e Cecilia D’Elia, ricordando che nell’esame del contratto di servizio i dem avevano proposto uno specifico emendamento sul tema della vittimizzazione secondaria, promuovendo linguaggi rispettosi delle sopravvissute. Anche secondo l’esponente M5S Dolores Bevilacqua, che ha presentato un’interrogazione in commissione di Vigilanza, “la violenza di genere è un tema che deve essere trattato con estrema delicatezza, nel rispetto della deontologia professionale ma soprattutto della dignità della vittima”. In difesa della conduttrice interviene il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. “È evidente – afferma – che il suo intento era quello di condannare in modo drastico le violenze contro le donne”.

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Esteri

Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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