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Cronache

Papa, tifo per il San Lorenzo e amore per lo sport

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Un Papa tifoso. L’attenzione di un Pontefice per lo sport, da Wojtyla in poi, non è più eccezione desacralizzante. Ma un successore di Pietro sostenitore da stadio come è stato Francesco, con una passione sana e molto viscerale, non si era mai visto. Nella storia di Jorge Bergoglio, ragazzo argentino e sacerdote tra la gente di strada, non c’è solo l’amore per il San Lorenzo de Almagro, la squadra dei ‘corvi’; ci sono anche giornate passate con campioni assoluti come Maradona, feste con piccoli praticanti, messaggi continui sul valore unificante dello sport, un’amichevole tutta per lui tra l’Argentina di Messi e l’Italia di Balotelli. E poi il lancio dell’Athletica Vaticana, la squadra che sogna di andare alle Olimpiadi. Un rapporto speciale, quello tra lo sport e Papa Francesco.

Nato dalla passione di bambino. Racconta un testimone diretto, agente Fifa italiano che vive molti mesi l’anno in Sudamerica, che tanti anni fa in un River Plate-San Lorenzo notò qualche fila più in giù un sacerdote che “tifava come un matto” per gli ospiti. “E’ il vescovo di Buenos Aires, si chiama Bergoglio”, spiegò Daniel Passarella, presidente del River. Di quella passione, Francesco non ha mai fatto mistero, perchè era la sua vita intrecciata a simboli forti. Il San Lorenzo de Almagro era stato fondato in un barrio di Buenos Aires nel 1908 da un padre salesiano, Lorenzo Massa, che aveva raccolto un gruppo di bambini di strada e adottato i colori rosso e blu, gli stessi che tingevano le vesti della Vergine Maria Ausiliatrice, alla quale don Massa era molto devoto.

A padre Massa è anche stata intitolata una cappella nel centro sportivo della squadra, e nel 2011 a inaugurarla venne proprio il futuro Papa Francesco. Anche il soprannome ‘Cuervos’, come vengono definiti quelli del San Lorenzo, nasce dal modo in cui vengono chiamati i sacerdoti per i loro indumenti tipicamente neri. Jorge Bergoglio cominciò ad andare all’Estadio Gasometro del San Lorenzo (fatto espropriare e poi demolire, nel 1979, dal generale Videla) assieme al padre Mario, ferroviere di origini italiane e uno dei tifosi che l’8 dicembre 1946 invasero il campo dei rossoblù per festeggiare la conquista del titolo argentino. Il Papa raccontò di aver seguito, da ragazzo, anche il San Lorenzo del basket, sport che suo padre aveva praticato, e al quale anche lui, Jorge, si dedicava nei momenti liberi dai corsi del centro di formazione dei gesuiti. Quando poi è stato Papa ha voluto ricevere in Vaticano gli Harlem Globetrotters e poi una delegazione di giocatori Nba, fra i quali Marco Belinelli.

Ma la visita più celebre dei tanti campioni dello sport ricevuti dal Pontefice (fautore anche di varie Giornate dello Sport e della Clericus Cup, il campionato di calcio del Vaticano giocato da sacerdoti e seminaristi) rimane quella del “figliol prodigo” Diego Armando Maradona che a febbraio del 2014, prima di una partita benefica, venne ricevuto dal Papa assieme a una delegazione di 400 tra calciatori, ex campioni e accompagnatori vari fra i quali Zanetti, Del Piero, Buffon, Pirlo, Shevchenko, Maldini, Cordoba, Nainggolan e Valderrama. Il Papa ebbe una parola per tutti, ma l’abbraccio tra Francesco e Maradona fu particolarmente lungo e intenso, e in quel momento Diego, rivelò poi l’ex ‘Pibe de oro’, ritrovò la fede. Spiegò anche che “Papa Francesco mi ha detto che mi stava aspettando. Lui è molto più di Maradona, è lui il vero fuoriclasse”. Sempre nel 2014 il San Lorenzo vinse la Coppa Libertadores, e immediatamente squadra e dirigenti partirono per Roma per portare il trofeo dal Papa. Che ricevette la comitiva rossoblù e non mancò di sottolineare che “voi siete parte della mia identità culturale”.

Quel giorno, per un attimo, Jorge Bergoglio tornò ad essere il bambino che aveva come idolo il bomber René Pontoni. In tanti discorsi Papa Francesco ha voluto ricordare che “lo sport è uno strumento formidabile per costruire la pace, è un generatore di socialità e crea delle amicizie”, ideali questi anche del mondo olimpico. E forse non è un caso che proprio durante il Pontificato di Bergoglio sia nata e si sia poi sviluppata la realtà di Athletica Vaticana, rappresentativa dello Stato più piccolo del mondo attiva in atletica leggera, ciclismo, taekwondo e cricket, e che ha come obiettivo di prendere parte alle Olimpiadi. Se accadrà, il merito sarà stato, anche e soprattutto, di Jorge Bergoglio.

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Cronache

Blitz della Finanza a Pompei: sequestrati elicotteri usati per voli turistici senza autorizzazioni

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La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di otto elicotteri riconducibili a quattro soggetti residenti a Pompei, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torre Annunziata. Le indagini hanno rivelato che, fino a novembre 2024, gli indagati avrebbero svolto attività di air taxi e voli panoramici senza le necessarie autorizzazioni, configurando l’impiego abusivo di aeromobili a scopo di lucro.

Lanci di petali e voli tra ostacoli

Tra gli episodi più eclatanti finiti sotto la lente degli investigatori figura il lancio di petali di rose in volo dopo un matrimonio, un’attività non solo scenografica ma anche potenzialmente pericolosa. Gli elicotteri, secondo gli inquirenti, non risultavano sottoposti ad ispezioni periodiche e le procedure di manutenzione non rispettavano gli standard europei previsti per i mezzi adibiti a scopi commerciali.

Turisti con bagagli sui comandi di volo

Ancora più gravi le irregolarità riscontrate a bordo: in diversi casi i piloti avrebbero trasportato turisti con i bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati. Inoltre, le aree di decollo e atterraggio erano spesso collocate in prossimità di ostacoli pericolosi, come scuole, ferrovie e tratte autostradali, con gravi rischi per la sicurezza pubblica.

Tre elicotteri già sequestrati

Le operazioni di sequestro sono ancora in corso. Al momento, sono tre gli elicotteri già posti sotto sequestro, mentre proseguono le attività di accertamento e perquisizione nei confronti degli indagati e delle società riconducibili a loro.

(La foto in evidenza ha solo uno scopo illustrativo ed è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Cronache

Nuovo stop alla Funicolare Centrale, va sostituita di nuovo la fune: disagi per utenti e turisti

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Settembre 2022: Anm sostituisce la fune di trazione della funicolare Centrale, operazione che richiese la chiusura dell’impianto per un solo giorno. Il cavo, in acciaio, lungo 1,5 chilometri e del peso di 13 tonnellate, era stato installato nell’ambito della manutenzione straordinaria ventennale eseguita da Leitner. Tutto regolare, con un intervento rapido che sembrava garantire sicurezza e durata.

Un nuovo problema dopo due anni e mezzo

Sono passati poco più di due anni e mezzo e la funicolare ha nuovamente chiuso per motivi tecnici. Alle 7 del mattino, gli utenti hanno trovato le porte delle stazioni chiuse con un cartello che parlava di «verifiche tecniche inderogabili fino a cessate esigenze». Nessuna spiegazione precisa, né tempistiche sul ripristino. Chi si trovava all’Augusteo ha dovuto ripiegare sulla metropolitana, mentre altri hanno usato la funicolare di Chiaia o affrontato a piedi i 500 scalini del Petraio.

Il silenzio di Anm e la reazione della politica

Per ore, nessuna comunicazione ufficiale da Anm. Solo nel pomeriggio, intorno alle 16, è arrivata una nota: «Durante le operazioni di manutenzione ordinaria si è rilevata la necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici dell’impianto». Non un cenno alla fune, elemento invece al centro del confronto con Ansfisa, l’agenzia del ministero dei Trasporti per la sicurezza degli impianti a fune.

La fune da sostituire: spunta un’anomalia

Secondo quanto trapelato da fonti sindacali, durante gli esami strumentali sono emerse possibili criticità nella fune installata nel 2022. Nessun rischio imminente, ma la decisione è stata quella di sostituirla per precauzione, forse anche sull’onda emotiva della recente tragedia della funivia del Faito. L’origine del deterioramento così rapido non è ancora chiara.

Riapertura prevista il 30 aprile

La funicolare resterà chiusa fino a mercoledì 30 aprile. Tempi lunghi, probabilmente legati all’arrivo del nuovo cavo da fuori Italia. Intanto, per alleviare i disagi, la funicolare di Montesanto prolungherà gli orari di esercizio: venerdì e sabato fino alle 2, domenica fino a mezzanotte e trenta.

Anche la Linea 6 in tilt

Nella stessa giornata, disagi anche sulla linea 6 della metropolitana, chiusa per oltre un’ora a causa di una verifica urgente al software di gestione.

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Cronache

La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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