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Opposizione boccia riforma Csm, ‘proposte irricevibili’

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Parte in salita il confronto del ministro della Giustizia con l’opposizione sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, che Bonafede continua ritenere “non rinviabile”, dopo le nuove intercettazioni legate al caso Palamara, che stanno facendo fibrillare ancora la magistratura. A certificare il fallimento del primo faccia e faccia sono i capigruppo in Commissione Giustizia al Senato dei tre partiti del centro-destra, Senato Simone Pillon (Lega), Giacomo Caliendo (FI) e Alberto Balboni (FdI). “Le proposte del ministro Bonafede agli esponenti di centrodestra sono irricevibili, nel merito e nel metodo” affermano in una nota congiunta, diffusa a distanza di ore dal vertice, in cui definiscono la riforma “assolutamente insufficiente e non risolutiva”. Dal ministro “le opposizioni sono state semplicemente informate ma non coinvolte e, fatto ancora piu’ grave, per l’ennesima volta il governo intende usare lo strumento della legge delega e successivo decreto legislativo di competenza del governo”, protestano i rappresentanti del centro-destra. Una presa di posizione che sembra prendere in contropiede il ministro.

“Rimango stupito nell’apprendere che secondo gli esponenti delle opposizioni avrei fatto proposte irricevibili: oggi e’ stata una giornata di ascolto e di confronto che, almeno finche’ erano dentro al Ministero, e’ stato costruttivo” replica il Guardasigilli, che assicura di essere assolutamente aperto al dialogo. “Questa legge non parte da pregiudizi ideologici, tutti possono contribuire per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti: porre al centro il merito, mettere fine alle degenerazioni del correntismo e separare nettamente politica e magistratura”, garantisce annunciando che venerdi’ incontrera’ i rappresentanti di avvocati e magistrati e che dopo un nuovo vertice di maggioranza, tornera’ a incontrare le opposizioni. Tre le richieste che il centro-destra ha messo sul tavolo: membri togati del Csm eletti per sorteggio; proporzioni invertite tra i componenti rappresentativi dei magistrati e i laici, che non sarebbero piu’ indicati dal Parlamento, ma dagli avvocati e dai professori universitari in materie giuridiche; separazione delle carriere. “Le risposte che ci verranno date saranno la cartina di tornasole della reale volonta’ della maggioranza di fare riforme condivise”, avverte il responsabile Giustizia del Pd Enrico Costa. Quello che e’ chiaro, dal nuovo giro di confronti annunciato dal ministro, e’ che la riforma non andra’ al Consiglio dei ministri in questa settimana.Anche perche’ se nella maggioranza c’e’ un sostanziale accordo sul testo, resta qualche questione aperta: come la ineleggibilita’ al Csm dei parlamentari, ipotesi che vede contrari Pd, Leu e Italia Viva, che vorrebbero escludere dai membri laici del Csm solo chi proviene dal governo. E in campo entrano anche nuovi possibili dettagli sul sistema elettorale del Csm, che sara’ un doppio turno maggioritario. Come quella su cui spinge il ministro di prevedere che il ballottaggio, tra i candidati che non hanno raggiunto la maggioranza prescritta, avvenga a strettissimo giro, in modo da evitare gli accordi sotto banco delle correnti. Correnti che ormai agiscono come “sistema di potere”, come ha riconosciuto lo stesso Palamara che in un’intervista a Porta a porta ha ammesso che “si va al Csm e all’Anm se si e’ indicati dalle correnti”,ha chiesto scusa ai magistrati estranei a queste logiche, ma ha escluso di aver fatto “favori”. Domani intanto proprio il Csm dovra’ decidere se dare il suo via libera al nuovo capo di gabinetto di Bonafede Raffaele Piccirillo, destinato a succedere a Fulvio Baldi, che si e’ dimesso per le sue chat con Palamara. Il voto ,previsto per oggi, e’ slittato. E l’esito non e’ affatto scontato.

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Politica

Rackete-Salvini,questa volta è duello elettorale

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Con l’avvicinarsi delle europee, si riaccendono vecchi conflitti. E’ il caso della ex comandante della Sea Watch Carola Rackete e del vicepremier Matteo Salvini: lei – durante un incontro pubblico per la candidatura di Ilaria Salis con Avs – ha accusato il leader della Lega di “incentivare” con le sue parole “i crimini d’odio”; lui – di rimando – l’ha definita ironicamente “la speronatrice”. Rackete, che senza permesso attraccò per far scendere migranti salvati in mare a Lampedusa nel 2019, ora è in corsa alle europee in Germania con Die Linke. Da quando Rackete, cinque anni fa, forzò il blocco a Lampedusa imposto proprio da Salvini. tra i due è partito un lungo braccio di ferro fatto anche di scontri verbali, culminati in un’accusa di diffamazione aggravata per Salvini ai danni di Rackete (per cui il Senato negò l’autorizzazione a procedere). Oggi è ‘la capitana’ ad attaccare: “Penso che le parole” di Matteo Salvini “continuino ad infiammare l’estrema destra, incentivando i crimini d’odio e polarizzano la società al posto di creare unità e giustizia sociale – afferma l’attivista -. Noi a sinistra siamo per i diritti umani, dignità e rispetto della vita e per un’equa transizione ecologica che ci garantisca un futuro sicuro su questo pianeta”.

Il capo della Lega le risponde a tono dopo qualche ora: “Io incentiverei i ‘crimini d’odio’ dice la speronatrice… E che bella coppia con la Salis! Il miglior antidoto a questi sinistri personaggi è un voto massiccio alla Lega”. Nel frattempo, la campagna elettorale mette pepe anche nei rapporti tra gli alleati di governo. A generare fibrillazioni tra Forza Italia e Lega è il decreto Salva-Casa, il provvedimento fortemente voluto da Salvini e atteso a giorni in Consiglio dei ministri. Pochi giorni fa, il ministro delle Infrastrutture e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si erano sentiti per parlare del destino di alcuni grattacieli al centro di un intervento della Procura. E l’idea del vicepremier era di lavorare a una norma bipartisan da inserire in fase di conversione del decreto in questione.

“Non consentiremo l’abusivismo del Pd – fa sapere il capogruppo forzista al Senato, Maurizio Gasparri -. Siamo contrari ai condoni che la sinistra vorrebbe per i grattacieli di Milano. Io starò molto attento perché il condono che vorrebbe Sala mi inquieta” e “sono certo che il Capo dello Stato non firmerà le sanatorie”. “Una volta c’era Berlusconi che difendeva la casa come bene fondamentale degli italiani, ora c’è la Lega che porta avanti una norma di buonsenso”, attacca la deputata del partito di via Bellerio Giovanna Miele. E lo stesso Salvini rilancia: “Sanatoria’? Non è una brutta parola, come vorrebbe qualcuno, se significa semplicemente regolarizzare piccole anomalie, liberando oltretutto gli uffici comunali dalle troppe pratiche bloccate”

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Schifani: Lavorare a un campo largo con altre forze moderate

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“Bisogna lavorare a un campo largo nel centrodestra con il coinvolgimento di altre forze moderate. La coalizione che appoggia il candidato sindaco di Gela ne è un esempio”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo a Gela alla manifestazione elettorale a sostegno della candidata Grazia Cosentino, appoggiata dalla quasi totalità del centrodestra – a eccezione del Mpa – e da Italia Viva, presente nella città nissena con il capogruppo alla Camera Davide Faraone. “Le esperienze del campo largo nel centrosinistra – ha aggiunto Schifani – sono destinate a fallire perché sono solamente alleanze elettorali, che si sciolgono immediatamente dopo il voto perché non c’è intesa sui principali temi. A differenza di quanto avviene, invece, nel centrodestra, dove c’è una sintonia maggiore e più coesa tra le forze moderate”.

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Schlein: Meloni affossa le libertà, noi unica alternativa

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“Da Madrid Giorgia Meloni, in mezzo a nazionalisti, franchisti, amici di Trump ci attacca dicendo che la sinistra cancella l’identità, intanto lei in questo anno e mezzo di governo sta cancellando la libertà degli italiani. Perché se hai un salario da fame non hai più libertà, mentre lei affossa il salario minimo. Perché se non ti puoi curare perché la prima visita la prenoti tra un anno, non hai libertà. Meloni si rassegni, noi continueremo a mettere in piedi un’alternativa che metta al centro la questione sociale”. Così la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein ad Alghero per la campagna elettorale per le Comunali e le Europee.

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