Sorpresi? Davvero? Possibile che in Europa ci sia ancora qualcuno che finge di non aver capito? Donald Trump non ha mai usato giri di parole. “America First” non era un hashtag, era (ed è) un manifesto programmatico. “Make America Great Again” non era uno slogan elettorale, era una dichiarazione di guerra. E ora che è tornato alla Casa Bianca, il mondo sta per scoprire che Trump non scherzava affatto.
L’Europa? Un mercato, non un alleato
Noi europei lo sapevamo, ma ci siamo raccontati un sacco di favole. “Trump è un’anomalia”, dicevano. “Il vero spirito americano è con noi”, ripetevano. Poi arriva lui e ci sbatte in faccia la realtà: gli Stati Uniti di Trump non sono gli Stati Uniti di Biden. E soprattutto non sono più i nostri Stati Uniti.
Perché a Trump l’Europa non interessa. O meglio, gli interessa come mercato da invadere con prodotti made in USA e da tartassare con dazi quando i nostri osano competere. Gli interessa come ricettacolo di aziende da acquisire e di governi da mettere in riga. Ma alleato? Alleato per cosa? Per lui, il centro del mondo è a Oriente, non qui. L’America di Trump deve vincere la guerra con la Cina, e per farlo serve evitare di avere la Russia come nemica.
E allora ecco la verità, quella che non volevamo sentire: Putin non è il diavolo. O meglio, lo è, ma Trump preferisce averlo come socio piuttosto che come avversario. E a noi europei? Beh, noi possiamo fare da spettatori, paganti ovviamente.
L’Ucraina? Pagherà ogni dollaro di questa guerra
Se pensavate che la politica di Biden in Ucraina fosse solo un “errore costoso”, preparatevi a vedere cosa farà Trump. Perché se c’è una cosa che questo signore non regala è denaro. Ogni missile, ogni carro armato, ogni dollaro versato dagli USA nella guerra contro la Russia sarà restituito. Con gli interessi.
Trump non si accontenterà di smembrare l’Ucraina fingendo di applicare un freddo realismo geopolitico. No, Trump farà prosciugare il Paese, inchiodando qualsiasi futuro governo democratico ucraino a una serie di accordi-capestro con gli USA. Miniere? Saranno americane. Le terre rare che valgono centinaia di miliardi di dollari? Saranno il pegno per la libertà ricevuta.
Sognavate un’Ucraina libera e indipendente? Sarà indipendente, sì, ma dai suoi stessi tesori. Pagherà la guerra con lacrime e sangue, e quando avrà finito di piangere, dovrà scavare per ripagare gli Stati Uniti.
La NATO? O se la pagano gli europei o chiude
Ci avevano detto che la NATO era la spina dorsale della sicurezza occidentale. Trump, invece, la vede come un’assicurazione che o la paghiamo noi o si estingue. Del resto, la guerra fredda è finita e se gli europei vogliono sentirsi protetti devono cacciare i soldi. Prima il 2% del PIL, poi il 5%, e domani chissà. Magari un 10%, magari un piccolo sacrificio in sovranità. Magari Trump si sveglia storto e decide che l’Europa può anche difendersi da sola, buona fortuna!
Trump non è un dittatore: è un CEO che chiude filiali in perdita
E qui viene il bello. Perché noi possiamo continuare a gridare che Trump è pazzo, che è un dittatore, che è l’uomo nero che popola i nostri incubi democratici. Possiamo indignarci, twittare, pubblicare editoriali sul pericolo per l’Occidente. Oppure possiamo ammettere che Trump ha sempre fatto quello che ha detto, e noi abbiamo sempre fatto finta di non ascoltare.
Per Trump l’America è un’azienda, e lui è il CEO. Gli alleati? Ottimi, se servono. Altrimenti si tagliano, come una filiale in perdita. L’ordine mondiale? Esiste, certo, ma lo decide l’America.
Il nuovo mondo di Trump: un grande supermercato con la Casa Bianca alla cassa
Se pensate che sia uno scenario distopico, aspettate e vedrete. Il Golfo del Messico diventerà il Golfo d’America. Il Canada? Un giorno sarà il 51° Stato USA. Il Canale di Panama? Di chi, se non dell’America? La Groenlandia? Prima o poi, la comprerà. L’Ucraina? Ridotta a un feudo americano per l’estrazione delle sue ricchezze naturali.
E se pensavate che fosse un’esagerazione, ricordatevi che Trump voleva davvero comprarsi la Groenlandia.
L’ultima chiamata per l’Europa
Allora, Europa, che si fa? Continuiamo a scrivere articoli scandalizzati? A piagnucolare sulla minaccia trumpiana? Oppure iniziamo a capire che nel nuovo ordine mondiale non c’è posto per gli illusi?
Trump ha una visione chiara del mondo: prima l’America, poi il resto, nell’ordine che conviene all’America. Se non ci piace, non basterà strillare. Bisognerà trovare un’alternativa. E in fretta, perché Trump non aspetta nessuno.