Il Napoli ha appena travolto l’Empoli, ma Antonio Conte non vuole cali di tensione. Il tecnico pugliese ha mandato il suo messaggio nel cuore della notte: «Ci vediamo domani alle 11». Era prevista una seduta leggera nel pomeriggio, ma Conte ha deciso di anticipare l’allenamento di quattro ore, richiamando subito la squadra al lavoro. Nessuna programmazione rigida: Conte gestisce in base al momento, perché sa che per raggiungere un sogno bisogna dare tutto. Sempre.
Il Monza è il prossimo ostacolo, e l’allenatore non vuole sottovalutazioni: «Facciamo attenzione, non ha nulla da perdere». Il messaggio è chiaro: la Champions è vicina, ma non basta. Serve ancora fame, sudore e cattiveria. E lui ha trasmesso tutto questo ai suoi.
Il secondo posto non basta: “Se vogliamo, possiamo”
Conte ha fatto capire a tutti che accontentarsi non è contemplato. Ai giornalisti ha detto: «Dovreste ringraziare se il campionato è ancora aperto». Un duello emozionante, quello in vetta, che Conte non vuole perdere. Ama la competizione e vuole alzare l’asticella: senza avversari veri, anche i grandi campioni sarebbero meno grandi. Come Coppi senza Bartali, Merckx senza Gimondi, Senna senza Prost.
E allora lo ripete ai suoi: «Non c’è nessun motivo per non pensare di vincere lo scudetto». I numeri sono dalla sua: il Napoli ha battuto Juve e Atalanta in maniera netta, è forte in ogni reparto e nelle ultime 17 partite ha perso solo una volta, a Como. Una regolarità che impressiona.
Conte e il mantra della fiducia: «Fidatevi di me»
Il mister parla chiaro nello spogliatoio: i leader devono emergere. Chiede che i giocatori più esperti «facciano la differenza e si prendano le loro responsabilità». E se da un lato esalta l’affidabilità di Jesus e Mazzocchi, dall’altro ribadisce che «non abbiamo alibi, anche nell’emergenza». Il suo mantra è semplice quanto diretto: “Se vogliamo, possiamo”.
Non servono scritte sulle pettorine. Conte lavora sulla testa e sul cuore dei suoi calciatori. «Non dobbiamo trasformare in normale ciò che normale non è», ripete per sottolineare i progressi di un gruppo che sta andando oltre i propri limiti, come lui aveva chiesto.
Il gruppo si compatta anche fuori dal campo
Il clima è positivo. La squadra ieri sera ha cenato insieme in un locale ai Camaldoli: un altro segnale di unità. Questo Napoli ha voglia di stare insieme, anche fuori dal campo. E Conte sente di aver già vinto una sfida importante: «Per la prima volta – aveva detto – ho trovato una città che mi ha amato ancor prima di poter dare qualcosa».
In ogni club in cui ha lavorato, Conte ha lasciato il segno. E a Napoli sta facendo lo stesso: migliorando l’ambiente, risvegliando ambizioni. Il sogno scudetto ora non è più un tabù. Con fame e cattiveria, come lui comanda.