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Napoli capolista a Torino, il clou è Fiorentina-Inter

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Le vittorie di Inter, Atalanta e Milan avvicinano il passaggio agli ottavi di Champions e fortificano la speranza di bissare la qualificazione di una quinta squadra alla prossima edizione. E’ la conferma che la serie A è tornata competitiva e attrattiva anche per l’insolito raggruppamento al vertice di cinque squadre in un punto, che fornisce nel fine settimana la solita razione di big match: stavolta i riflettori sono puntati su Fiorentina-Inter e Roma-Atalanta.

Il Napoli si tiene stretto il punticino di vantaggio, potendo dosare le forze per l’assenza della partecipazione alle coppe e si presenta a Torino per vincere. “Ma sappiamo bene – dice Conte in tono sornione – che entro la fine del girone d’andata le squadre si allungheranno”. Intanto però il suo Napoli funziona a puntino con l’inserimento dell’ex Buongiorno, McTominay e Lukaku nel nucleo scudetto. I granata stanno pagando l’assenza di Zapata e un calo di rendimento dopo un brillante avvio. Il campo principale è però l’Artemio Franchi dove battaglieranno, a pari punti e in equilibrio, Fiorentina e Inter. La favola viola, come quelle della Lazio e dell’Atalanta, illumina la serie A.

Palladino ha trovato un assesto invidiabile che ha portato in due mesi dieci vittorie con l’unico inciampo senza conseguenze di Cipro. A questo gruppo, che ha in De Gea, Martinez Quarta, Gosens, Adli e Kean i suoi punti di forza, si aggiungera’ da domenica il recupero dell’uomo mercato, Gudmundsson. L’Inter, che ha i mezzi per esaltarsi nelle due competizioni, deve fare a meno di Pavard, ripropone il suo duo d’attacco in cui Thuram sta brillando più di Lautaro.

Una marcia reale è anche quella dell’Atalanta, che ha segnato 24 reti in sei gare e cerca l’ottava vittoria di fila col capocannoniere Retegui ben spalleggiato da Lookman e DeKetelaere. Gasperini salterà per squalifica la panchina dell’Olimpico giallorosso. Il pronostico sembra scontato visto il crollo della Roma, che però ieri col Tottenham ha mostrato evidenti segni di risveglio. Ranieri è convinto che, con l’aiuto del pubblico e un maggiore coraggio, la squadra potrà riprendersi, anche con l’apporto dei ripescati Hummels e Paredes, e il ritorno di Saelemaekers.

Del gruppo di testa il compito meno complicato sembra quello della Lazio, che viene da cinque successi e, trainata da Guendouzi, Isaksen e Castellanos (che solo Baroni è riuscito a valorizzare), chercherà di fare bottino pieno a Parma, che sembra in grado di restare ai margini della zona salvezza. A rischiare un po’ è la Juve falcidiata dagli infortuni, che fa affidamento sui suoi giovani (a guidare l’attacco saranno Mbangoula e Yildiz, 42 anni in due) per fare risultato in casa del Lecce rivitalizzato dall’avvento di Giampaolo. Thiago Motta partirà dalla super difesa, uscita indenne pure a Birmingham, per non perdere ulteriore contatto dalle prime e, magari, evitare l’ottavo pari.

IL tris di successi in Champions non salva dalle critiche Fonseca perche’ il Milan e’ troppo discontinuo in campionato e segna col contagocce. Pero’ il recupero di Morata e la ritrovata vena di Leao potranno servire a scardinare la resistenza dell’Empoli, compagine quadrata in cui cercherà di farsi rimpiangere l’ex Colombo. Il Bologna di Italiano cercherà di non farsi condizionare dall’ennesimo flop in Champions per continuare il suo buon cammino in campionato.

Orsolini e Castro guideranno la carica contro il malridotto Venezia che, pur non meritandolo, ha perso la sfida diretta col Lecce ed è ultimo. La sfida salvezza più interessante è il derby lombardo tra Como e Monza, che annaspano appena sopra al Venezia: decideranno le giocare di Paz e Maldini, i gol di Cutrone e Djuric. L’avvento di Vieira sembra avere dato la scossa al Genoa, che avrebbe meritato più del pari col Cagliari. Ma non sarà facile uscire indenne dal campo dell’Udinese che presenta l’agguerrita coppia offensiva Thauvin-Davis. Qualche scampolo di gioco potrebbe toccare a Mario Balotelli, che sembra avere appianato le vecchie ruggini col tecnico al tempi del Nizza.

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De Laurentiis accelera: nuova cittadella sportiva del Napoli a Qualiano entro il 2026

Il Napoli si prepara a costruire il suo nuovo centro sportivo a Qualiano. De Laurentiis vuole iniziare i lavori entro settembre 2025 e inaugurare i primi campi nel 2026, anno del Centenario del club.

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Un incontro tra gli emissari di Aurelio De Laurentiis e il gruppo Coppola ha scongiurato l’ipotesi di uno sfratto immediato per il Napoli dal centro tecnico di Castel Volturno. Sebbene il contratto scada il 31 dicembre, nessuno intende obbligare il club a lasciare la struttura senza aver trovato una nuova sede definitiva.

Qualiano in pole per il nuovo centro sportivo

Tra le diciotto soluzioni valutate, l’area di Qualiano è ormai la prescelta: un terreno vastissimo, privo di vincoli urbanistici e già destinato a usi sportivi. Qui il Napoli vuole costruire la nuova cittadella sportiva, grazie a un accordo vicino alla firma con i proprietari locali.

L’obiettivo: inaugurazione nel Centenario del club

De Laurentiis ha promesso: «Entro il 1° settembre inizierò i lavori». L’obiettivo è chiaro: completare la prima parte del centro – tre campi da gioco, la foresteria, gli spogliatoi e la palestra – entro il 2026, per festeggiare il Centenario della fondazione del Napoli.

Le alternative scartate: Monterusciello, Napoli Est, Marianella

Negli ultimi mesi De Laurentiis ha personalmente ispezionato diverse aree, da Monterusciello a Napoli Est, passando per Marianella. Tuttavia, nessuna ha soddisfatto le esigenze del club, che ora punta tutto su Qualiano.

Una cittadella sportiva all’avanguardia

Il progetto prevede 25 ettari di terreno, 10 campi da gioco, palestre, piscine, centro benessere e una mini arena da 900 posti per le squadre giovanili e femminili. L’investimento stimato supera i 45 milioni di euro. Il nuovo centro sarà moderno, ecosostenibile e strategico per il futuro del club.

 

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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