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Cultura

Musei, in Campania il maggiore incremento di visitatori

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La Campania è la regione a statuto ordinario che investe di piu’ nella tutela e nella valorizzazione di beni ed attivita’ culturali, e che registra il piu’ alto incremento di visitatori nei musei statali. E’ quanto emerge dal XV Rapporto annuale “Impresa Cultura” di Federculture, presentato oggi al Real Sito di Carditello. Un momento di confronto sull’impresa culturale in Italia, con un focus sulla Campania e sulla strategia turistica dei siti casertani: Reggia di Caserta, Museo archeologico dell’Antica Capua, Museo campano di Capua e Real Sito di Carditello. Con una spesa annuale per attivita’ culturali pari a 177 milioni di euro nel 2018, la Campania e’ prima tra le Regioni a statuto ordinario; per quanto riguarda l’aumento di visitatori nei musei statali dotati di autonomia gestionale, la Campania segna poi una crescita del 37% rispetto al 2017 (secondo il Piemonte con il 33%). Infine, con un valore complessivo regionale di donazioni tramite art bonus, pari a 3,5 milioni di euro nel 2019, la Campania e’ la prima regione del sud (su un totale nazionale di 390 milioni di euro nel 2018).

I dati sono strettamente collegati all’aumento dei turisti: la Campania e’ la quinta regione come destinazione, con 6 milioni di turisti ed un incremento del 10% sul 2017. “La Campania – dichiara Claudio Bocci, direttore Federculture – si conferma capofila delle regioni del Mezzogiorno che, in genere, hanno performance meno brillanti delle regioni del centro-nord. Particolarmente preoccupante i dati della lettura, negativi in tutta Italia, che in Campania assumono livelli drammatici: solo un cittadino su quattro legge almeno un libro l’anno. Piu’ confortanti i dati dei visitatori dei musei, che mostrano segni di rilevante crescita, dovuti all’aumento del turismo nella citta’ di Napoli e agli effetti della riforma dei musei autonomi, che mostrano una maggiore attenzione ai fruitori”. Negativi, dunque, i dati che riguardano i lettori: la Campania e’ tra le regioni italiane con la quota di lettori piu’ bassa (25%), di ben 15 punti percentuali al di sotto della media nazionale, dato peraltro in calo rispetto all’anno precedente (-8%), mentre sono in crescita i lettori forti (12 o piu’ libri letti in un anno) del 7%. Nota dolente, il consumo culturale delle famiglie campane, con una spesa media mensile in ricreazione e cultura pari a 95 euro nel 2018, a fronte della media mensile delle famiglie per regione di 127 euro (Campania comunque prima regione del Mezzogiorno).

“Carditello vuole contribuire ad invertire il dato negativo nazionale – afferma Roberto Formato, direttore della Fondazione Real Sito di Carditello – non soltanto incentivando il consumo con visite ed eventi, ma anche progettando nuovi format culturali. Puntiamo a sviluppare una strategia turistica con i principali tour operator e a diversificare l’offerta, integrando programmi culturali e servizi dedicati a famiglie e sportivi, soprattutto utilizzando le nostre aree verdi e facendo leva sulla forza attrattiva dei cavalli”. Per quanto concerne i dati sul turismo, l’Italia si colloca all’ottavo posto nella top ten dei Paesi piu’ competitivi al mondo (posizione gia’ occupata nel 2015 e nel 2017). Le regioni in cui i turisti spendono maggiormente sono stabilmente Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana e Campania. Nel dettaglio, l’andamento del turismo in Campania mostra performance migliori di quanto avviene nel resto del Paese: crescono gli arrivi (+10%), con un maggiore incremento tra i turisti stranieri (+13%), ed aumentano le presenze (+6%), anche in questo caso con una maggiore incidenza tra gli stranieri (+8%). Anche a Napoli, ormai tra le mete principali del turismo culturale, crescono arrivi (+7%) e presenze (+12%), anche in questo caso sono soprattutto gli stranieri a sostenere l’incremento del settore (arrivi +11% e presenze +13%).

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Cultura

Maurizio Landini, esce “Un’altra storia” per parlare ai giovani

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Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini si racconta per la prima volta nel libro ‘Un’altra storia’ con l’intento di parlare soprattutto ai giovani. “Uno dei motivi che mi ha spinto a raccontare la mia esperienza di vita e di lotta, è che vedo tra le giovani generazioni una straordinaria domanda di libertà. Una domanda di libertà e di realizzazione che non può essere delegata ad altri o rinviata a un futuro lontano, ma che si costruisce giorno per giorno a partire dalla lotta per cambiare le condizioni di lavoro e superare la precarietà. Se riuscirò ad accendere nei giovani la speranza e la voglia di lottare per la loro libertà nel lavoro e per un futuro migliore, potrò dire di aver raggiunto uno degli obiettivi che mi ero prefisso. Questo libro, con umiltà, vuole parlare soprattutto a loro” dice Landini.

In libreria proprio a ridosso dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, ‘Un’altra storia’ è una narrazione intima tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali, che si intreccia alla storia degli ultimi quarant’anni di questo paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate. Dagli anni Settanta ai giorni nostri, dall’infanzia e l’adolescenza a San Polo d’Enza, fino alle esperienze sindacali degli inizi a Reggio Emilia e Bologna, al salto nazionale in Fiom prima e in Cgil poi, nel libro di Landini non mancano le analisi sulle grandi questioni legate al mondo del lavoro e a quello delle grandi vertenze, tra cui Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell’idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.

Questa narrazione personale e intima, ricca di spunti e riflessioni, si tiene insieme a quelle che sono le battaglie storiche del segretario e della sua azione “politica”: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e “negata nell’ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente” sottolinea la nota di presentazione. ‘Un’altra storia’ è un libro che ci parla di diritti da difendere, battaglie ancora da fare e del futuro.

Eletto segretario generale della Cgil nel 2019, Landini ha cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un’azienda artigiana e poi in un’azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, prima di diventare funzionario e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato segretario generale della Fiom dell’Emilia-Romagna e, quindi, di quella di Bologna. All’inizio del 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno, è stato eletto nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. Il primo giugno del 2010 è diventato segretario generale della Fiom-Cgil. Nel luglio del 2017 ha lasciato la segreteria generale della Fiom per entrare a far parte della segreteria nazionale della Cgil.

MAURIZIO LANDINI, UN’ALTRA STORIA (PIEMME, PP 224, EURO 18.90)

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Cultura

Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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