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Cronache

Mughini, Cruciani e Parenzo rischiano il processo per ingiurie al pm Maresca e altri due relatori ad un convegno su errori arbitrali

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Nella trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’, su Radio 24, de il Sole 24 ore, condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, con ospite Giampiero Mughini (nella foto in evidenza), noto tifoso bianconero,  parlando di un convegno sul calco e il diritto, i tre nelle loro dotte disquisizioni, definirono l’eventi con parole poco edificanti. Ecco, diciamo che usarono parole moto dure. “La feccia è sempre esistita ed esisterà sempre”. Per questa frase il Pm antimafia Catello Maresca, il professor Clemente di San Luca e l’avvocato Claudio Botti, dunque tre giuristi, denunciarono Mughini al Tribunale di Roma per diffamazione. Con lui, per gli stessi motivi, furono denunciati anche i due conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo. In questo caso perchè i due non avevano preso le distanze da quella frase “ingiuriosa”.

Catello Maresca. Uno dei tre giuristi ingiuriati da Mughini

Il convegno si tenne nel mese di dicembre del 2018 a Napoli, nell’aula magna dell’Università Suor Orsola Benincasa. Il titolo del convegno, organizzato dall’Università, dal titolo ‘Calcio e Diritto: il rispetto delle regole nell’aree del VAR‘, venne anche presentato  un libro sul tema del professor Guido Clemente di San Luca. Un piccolo volume in cui venivano analizzati gli errori arbitrali che avrebbero falsato il campionato 2017-2018, caratterizzato dalla lotta al vertice tra Juventus e Napoli. Tra gli ospiti del convegno anche giornalisti, lo scrittore Maurizio de Giovanni e Filippo Patroni Griffo, presidente del Consiglio di Stato e Raffaele Cantone, all’epoca presidente dell’Anac.

A distanza di circa due anni il Giudice per le indagini preliminari Valerio Savio ha ritenuto di dover agire nei confronti dei tre giornalisti e della trasmissione di Radio 24 perché quella frase (“La feccia è sempre esistita ed esisterà sempre”) è stata ritenuta ingiuriosa. Il gip non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione del pubblico ministero perchè le “frasi offensive – scrive il Gip – avevano l’obiettivo di ledere moralmente”. Ora se i tre imputati non dovessero accettare il rito abbreviato, andrebbero tutti e tre a processo.

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Cronache

Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Cronache

Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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