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Cronache

Morte Rossi: ex sindaco Siena e una Iena a processo a Genova

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Rinviati a giudizio l’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini e il giornalista del programma tv Le Iene Antonino Monteleone, accusati di diffamazione aggravata a mezzo stampa. E’ quanto deciso dal giudice del tribunale di Genova, Filippo Pisaturo, al termine dell’udienza predibattimentale. Vanno a processo altre tre persone, anch’esse come Piccini e Monteleone indagate dal procuratore aggiunto genovese Vittorio Ranieri Miniati. Al centro della vicenda un’intervista ‘rubata’ in cui si parlava di festini particolari ai quali avrebbero perfino partecipato i magistrati che indagarono sulla morte di David Rossi e che per questo, sempre secondo quella ricostruzione diffusa in tv, avrebbero “insabbiato” l’inchiesta.

L’ex capo comunicazione di Mps morì dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio a Siena il 6 marzo 2013 in circostanze tuttora oggetto di dibattito pubblico oltreché di lunghi accertamenti giudiziari. Nell’intervista ‘rubata’, l’ex sindaco Piccini aveva detto che le indagini sulla morte di Rossi erano state “abbuiate” per via di una presunta partecipazione a tali feste di magistrati. Invece, per i tre pm Nicola Marini, Antonino Nastasi e Aldo Natalini, la procura genovese aveva chiesto l’archiviazione con formula piena perché il fatto non sussiste dopo indagini partite dalle comunicazioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Rossi e relative alla formulazione di un verbale trasmessa dalla stessa Commissione alla procura ligure. Oggi questi tre magistrati, insieme ai successori a Siena, Salvatore Vitello e Andrea Boni, sono stati ammessi come parte civile al processo, che proseguirà con l’udienza del 25 marzo di fronte al giudice monocratico di Genova, Massimo Deplano.

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Cronache

Minore sottratto alla madre in Tunisia, caso risolto in Italia

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Portato in Tunisia dai genitori per conoscere i nonni paterni, è rimasto bloccato nel paese nordafricano perché il papà aveva preso i suoi documenti impedendogli così di tornare con la madre in Italia. Ma l’intervento della Polizia di Stato di Caserta e della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sbloccato la situazione e portato ad un lieto fine, consentendo a madre e figlio di tornare in Italia. A raccontare l’incubo vissuto da Amina, nata in Marocco, e da suo figlio di tre anni, nazionalità tunisina, entrambi residenti in Italia e con regolare permesso di soggiorno, è il loro avvocato Gaetano Petrone. La famiglia, spiega il legale, aveva deciso di andare in Tunisia su insistenza del padre del piccolo per fargli conoscere i nonni paterni.

Una volta in Tunisia, la famiglia aveva poi deciso di spostarsi in Marocco per far visita anche ai nonni materni, ma il papà, prima del viaggio, ha sottratto alla madre i documenti del piccolo, tra passaporto, codice fiscale, permesso di soggiorno e carta d’identità, per poi tornare da solo in Italia. A quel punto Amina ha contattato l’avvocato Petrone per cercare di riportare il minore in Italia, e il 16 gennaio scorso il legale ha depositato una denuncia alla Procura di Santa Maria Capua Vetere e alle autorità italiane a Tunisi, segnalando anche minacce di morte rivolte dall’uomo alla moglie con lo scopo di intimorirla affinché lasciasse il minore in territorio tunisino.

Attraverso poi l’avvocato civilista Emilia Cennami, il Tribunale Civile di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’affidamento esclusivo del minore alla madre ordinando la restituzione dei documenti ingiustamente sottratti. Il papà del minore è tornato intanto in Tunisia per obbligare la moglie a lasciare il bambino con i nonni, ma le sue tracce erano monitorate dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere Domenico Verde e dal dirigente della Squadra Mobile di Caserta Massimiliano Mormone. Il tunisino, una volta tornato in Italia, è stato quindi bloccato all’aeroporto di Milano-Malpensa dai poliziotti in servizio allo scalo, che hanno recuperato tutti i documenti del minore poi restituiti alla madre dallo stesso avvocato Petrone, volato a Tunisi il 5 febbraio. La donna e il bimbo sono tornati in Italia il giorno dopo, atterrando a Fiumicino. “Questa storia – conclude Petrone – richiama molte altre che purtroppo non si concludono con un lieto fine. Bambini che vengono sottratti dalle madri e dal territorio in cui si radicano e crescono. Purtroppo alcune normative nazionali e internazionali non garantiscono l’effettiva tutela a coloro che vogliono decidere dove proseguire la loro vita”.

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Ischia, per la ricostruzione nuove norme sui controlli

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Arrivano tre nuovi decreti deliberati dal Commissario per gli interventi di ricostruzione dell’Isola di Ischia Giovanni Legnini con l’obiettivo di aumentare i controlli sulla gestione dei contributi, anche attraverso la costituzione di consorzi per gli aggregati obbligatori e l’approvazione del modello-tipo per la SCIA relativo alla congruità e regolarità dei contributi stessi. Tra le novità più rilevanti c’è la disciplina delle nomine dei commissari ad acta per la costituzione dei consorzi obbligatori: si tratta di un provvedimento rivolto ai proprietari di immobili che non abbiano provveduto a costituire il consorzio obbligatorio entro il 15 febbraio, come stabilito dall’Ordinanza Speciale n.8; l’intento è quello di superare eventuali rallentamenti o stalli nella ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma facilitando così la formazione dei consorzi, necessari per la presentazione della domanda di contributo e del relativo progetto unitario.

I commissari ad acta saranno individuati dalle short list già messe a disposizione dagli ordini e dai collegi professionali della Campania in virtù dell’accordo siglato con la Struttura Commissariale il 13 maggio scorso. Il secondo dei decreti adottati oggi è relativo alla adozione del modello-tipo per la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) relativo alla congruità e regolarità dei contributi, come previsto dall’art.3 dell’Ordinanza Speciale n.9 che renderà ancora più stringenti i controlli sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche nei numerosi interventi di ricostruzione post calamità dell’isola verde. Il terzo provvedimento adottato da Legnini infatti disciplina e potenzia la procedura operativa per le verifiche a campione sugli interventi di ricostruzione privata ammessi a contributo. Si avvia così un sistema a più livelli finalizzato sia a garantire la regolarità e la veridicità delle domande presentate sia a monitorare l’esecuzione e il completamento dei lavori: ai controlli già previsti per legge si affiancano ulteriori ed articolate verifiche. La Struttura Commissariale sottoporrà a controllo un ulteriore 10% dei progetti approvati a seguito dell’Ordinanza Speciale n.9 e almeno il 20% sui lavori già ultimati.

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Migranti in parrocchia Vicofaro a Pistoia, residenti manifestano

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Manifestazione stamani davanti alla Prefettura di Pistoia da parte di un centinaio di residenti del quartiere pistoiese di Vicofaro, esasperati dalla situazione che si è venuta a creare da alcuni anni per il centro di accoglienza gestito da don Massimo Biancalani nei locali parrocchiali, dove mediamente vengono ospitati oltre un centinaio di migranti. Situazione che, affermano gli abitanti che protestano, sta provocando disagi crescenti, di ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda l’igiene e la salute pubblica. “Sono problemi che ormai segnaliamo da otto anni – spiega un residente -, mancano i servizi e i ragazzi che sono lì fanno i loro bisogni dove capita, anche nei nostri giardini, ci sono rifiuti ovunque e siamo invasi dai topi”.

“Come famiglia e come madre di due bimbi piccoli – afferma una residente – viviamo nella paura, non siamo liberi neppure di uscire sulla terrazza perché veniamo aggrediti verbalmente e non solo perché qualcuno ci tira anche i sassi”. Un’accoglienza, quella che viene effettuata nei locali parrocchiali, che i residenti definiscono “incontrollata” e per questo hanno deciso di manifestare davanti alla Prefettura, proprio per chiedere attenzione da parte dei rappresentanti del Governo. “Non passa giorno – è stato sottolineato – in cui non accada un fatto di cronaca, ultimamente ci sono stati anche degli accoltellamenti e una violenza sessuale. Non è possibile vivere costantemente nella paura”. I manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta: “Illegalità, degrado e paura: ora basta”

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