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Mobilitazioni per Gaza, il Viminale stringe sui permessi: allerta massima per cortei e proteste

Settimana di mobilitazioni per Gaza: il Viminale ordina una stretta sui permessi ai poliziotti e prepara un dispositivo imponente per il corteo di Roma. Piantedosi convoca prefetti e questori per prevenire disordini.

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Settimana ad alta tensione sul fronte delle mobilitazioni per Gaza. Una circolare del Viminale ordina ai questori una stretta su permessi e congedi per i poliziotti dall’1 al 6 ottobre: serve un numero adeguato di agenti per gestire iniziative annunciate come estemporanee e con una partecipazione molto elevata.

Il nodo Flotilla e l’allarme ordine pubblico

Il caso della Flotilla alza ulteriormente il livello di allerta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha convocato a Roma prefetti e questori delle principali città – Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna – per alzare lo sforzo investigativo, dialogare con gli organizzatori e isolare i gruppi violenti. Dopo la guerriglia del 22 settembre a Milano, il titolare del Viminale è stato netto: «Qualcuno vuole trasformare la causa della Flotilla in scontro nelle piazze. Dobbiamo stringere i ranghi».

Corteo di Roma e mobilitazioni diffuse

Sabato 4 ottobre a Roma è previsto un grande corteo da Porta San Paolo a San Giovanni, con almeno ventimila presenze annunciate ma attese superiori. Il questore Roberto Massucci ha annunciato un servizio d’ordine «imponente», con rinforzi da altre città. Previsti controlli stringenti su stazioni, caselli e metropolitane, con idranti pronti in caso di disordini.

Parallelamente, le mobilitazioni toccano scuole, università e luoghi di lavoro. A La Sapienza a Roma petardi e fumogeni sono stati lanciati contro il rettorato, mentre studenti hanno occupato Scienze Politiche. Occupazioni anche a Napoli, alla Federico II. A Livorno, i portuali hanno protestato contro l’attracco della nave israeliana Zim Virginia: il prefetto ha ordinato la partenza della nave per evitare tensioni.

Sindacati e studenti in piazza

La Cgil ha dato mandato per uno sciopero nazionale che potrebbe coincidere con il blocco della Flotilla. L’Associazione dei Giovani Palestinesi ha invitato a scioperare venerdì 3 ottobre, rilanciando lo slogan «blocchiamo tutto». Le autorità temono soprattutto iniziative improvvise con blocchi alle infrastrutture di trasporto.

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Politica

Meloni chiude a Lamezia: «In Calabria non si vince, si stravince». Centrodestra unito verso il voto

Giorgia Meloni chiude il comizio del centrodestra a Lamezia Terme: «In Calabria non si vince, si stravince». Sul palco con Salvini e Tajani, la premier difende i risultati del governo e lancia stoccate al centrosinistra.

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«In Calabria non si vince, si stravince». Con queste parole, rilanciate dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, Giorgia Meloni ha chiuso a Lamezia Terme il comizio del centrodestra a sostegno di Roberto Occhiuto, candidato alla riconferma. Dopo la vittoria nelle Marche, la coalizione si mostra galvanizzata e punta al 2-0 nelle regionali del prossimo weekend.

Meloni attacca il centrosinistra e difende il governo

Dal palco la premier ha puntato il dito contro la scelta del centrosinistra di legare la campagna elettorale al tema di Gaza. «I cittadini non sono stupidi – ha detto Meloni – guardano al lavoro, ai risultati, non agli slogan». Una linea ribadita con forza: «Chi pensa di usare tragedie per racimolare voti sbaglia».

Meloni ha difeso i risultati del suo governo, sottolineando che l’esecutivo si avvia a essere «il terzo più longevo della storia repubblicana, e tutti e tre di centrodestra».

Occhiuto, Ponte sullo Stretto e sanità

Diversamente dagli altri relatori, la premier ha speso parole anche per il Ponte sullo Stretto, cavallo di battaglia di Salvini, presente sul palco. Il leader della Lega ha promesso «un calcio in culo alla ’ndrangheta» e ha annunciato che l’iter per l’uscita dal commissariamento della sanità calabrese è stato avviato.

Meloni ha difeso la scelta di Occhiuto di andare al voto anticipato, definendola «un segnale di rispetto per i cittadini, unici a decidere se fidarsi di noi».

Stoccate a Schlein e Conte

Non sono mancate frecciate all’opposizione. Meloni ha ironizzato sulla leader dem Elly Schlein, che «va negli ospedali a certificare disastri ereditati dal centrosinistra», e su Giuseppe Conte, accusato di aver nominato «commissari imbarazzanti». Poi l’affondo sul reddito di cittadinanza: «Ora ci sarà il reddito di regionalanza? Per la sinistra al Sud servono solo paghette di Stato, noi vogliamo dare dignità con il lavoro».

Un comizio blindato e piazza divisa

Il comizio si è svolto in una città blindata. Mentre in piazza sventolavano le bandiere del centrodestra, sui balconi vicini apparivano bandiere palestinesi e, fuori dalle transenne, un presidio in solidarietà a Gaza.

L’evento si è chiuso con applausi, l’inno d’Italia e la foto di rito del centrodestra unito, con l’obiettivo di confermare la guida della Regione.

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Manfredi apre al futuro del Maradona: “Pronti a un grande progetto se ci fosse volontà di investimento”

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi apre alla possibilità di un progetto di investimento privato per lo stadio Maradona, seguendo il modello San Siro.

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Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi (foto Imagoeconomica), ha dichiarato che il Comune sarebbe pronto a valutare un grande progetto di investimento per lo stadio Diego Armando Maradona, qualora ci fosse la volontà concreta da parte dei privati o della società calcistica.

Il paragone con l’operazione San Siro

Le parole arrivano all’indomani della decisione del Consiglio comunale di Milano, che ha dato il via libera alla vendita dello stadio San Siro e delle aree limitrofe a Milan e Inter. Manfredi ha sottolineato come il capoluogo lombardo abbia avviato “un percorso amministrativo chiaro” e che le due società investiranno 1,2 miliardi di euro in un progetto di rilancio.

Napoli pronta a seguire il modello

Il sindaco ha ribadito che, se anche a Napoli si presentasse un’analoga volontà di investimento, il Comune non si opporrebbe a un percorso simile: «Noi chiaramente, se ci fosse questa volontà anche qui, non ci opporremmo a un percorso analogo, anche perché Milano ha così definito un percorso amministrativo».

Vuoi che ti prepari anche una versione più “editoriale”, con analisi dei pro e contro di un progetto di privatizzazione del Maradona, sul modello San Siro?

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De Luca, stoccata a Fico e ironia sul Centrodestra: sembrano un circo equestre

Vincenzo De Luca, governatore uscente della Campania, parla con ironia delle elezioni regionali: fiducia nel centrosinistra, stilettate a Fico e al centrodestra, definito “da circo equestre”.

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«Abbiamo fatto tanto di quel lavoro in Campania che mi pare un rischio lontano, diciamo così, quello di perdere le elezioni», ha dichiarato Vincenzo De Luca, governatore uscente della Campania, parlando delle prospettive del centrosinistra in vista delle elezioni regionali di fine novembre. Un’affermazione che porta con sé la solita dose di ironia pungente del presidente, convinto che il lavoro svolto dalla sua amministrazione sia il principale motivo per cui il centrosinistra possa guardare con fiducia al voto.

La stoccata a Fico

Non sono mancate le frecciate nei confronti dell’ex presidente della Camera, Roberto Fico, che aveva parlato della necessità di proseguire le cose positive avviate da De Luca. «E ci mancherebbe altro – ha replicato De Luca – che cosa altro vorrebbe continuare? Spero che qualcuno si informi sulle cose che abbiamo fatto. E poi dica con grande chiarezza che diavolo vuole fare».

Il 70% rivendicato da De Luca

Il governatore ha ricordato con forza il largo consenso raccolto: «Vi ricordo ovviamente che l’attuale governo, e anche chi vi parla, rappresenta il 70% degli elettori della Campania. Quindi se non altro, per rispetto del 70%, bisogna dare continuità a questo lavoro. Deve cambiare chi non ha avuto il 70%, non chi lo ha avuto».

Centrodestra nel mirino: “Da circo equestre”

Il bersaglio principale, però, resta il centrodestra, ancora senza un candidato ufficiale: «Io non ho ancora capito che diavolo propongono, sono in una situazione da circo equestre, da cabaret se volete. Non abbiamo ancora capito che cosa vogliano fare. Probabile che non vogliano proprio partecipare alla campagna elettorale. Non sarebbe male», ha concluso De Luca, con la consueta ironia tagliente.

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