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Spettacoli

Torna su Canale 5 “Avanti un altro!”: al via la quindicesima edizione con Bonolis e Laurenti

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Da mercoledì 1° ottobre torna su Canale 5 l’appuntamento con Avanti un altro!, giunto alla quindicesima edizione. Il preserale più irriverente della televisione italiana, in onda tutti i giorni alle 18.45, vedrà ancora una volta alla guida Paolo Bonolis (nella foto Imagoeconomica), affiancato dall’inseparabile Luca Laurenti.

Come da tradizione, i concorrenti si sfideranno in un clima surreale e divertente, tra domande, sketch e battute, fino all’atteso gioco finale.

Le novità di questa edizione

Il cast del programma si arricchisce di nuovi ingressi:

  • Luca Vetrone sarà il nuovo Bonus;

  • Sofia Bartoli interpreterà “La Veterinaria”, con quiz dedicati al mondo animale;

  • Elena Zhou porterà in studio “La Cina”, con quesiti sulla medicina tradizionale e la cultura orientale.

Accanto a loro, ritorneranno i personaggi storici che hanno reso celebre il format: la Bonas Paola Caruso, lo Iettatore Franco Pistoni, la “moglie” Giorgia Pianta, il Jolly Alessandro Patriarca, la Regina del Web Laura Cremaschi, la Bona Sorte Viviana Vizzini. Confermati anche Horror (Jean Michel Danquin), XXXL (Francesco Nozzolino), l’Agente Segreto (Martino Meuli), il Coreografo (Nino Tortorici) e altri ancora.

Novità assoluta sarà Carlo Romano, che vestirà i panni di “Rebus” e del nuovo personaggio “Il Genio Inventore”.

Il gioco finale, un cult

La formula vincente del programma non cambia: la sfida conclusiva sarà, come sempre, “al contrario”. Per conquistare il montepremi, il campione di puntata dovrà dare 21 risposte sbagliate di fila. Un meccanismo che, negli anni, è diventato un vero cult televisivo.

Un successo che continua

Tutti i personaggi di Avanti un altro! nascono dalla fantasia di Bonolis e degli autori, con il contributo di migliaia di casting curati da Sdl2005, società che da sempre si occupa della ricerca di concorrenti, cast e pubblico.

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Spettacoli

Laura Chiatti si racconta: ADHD, fragilità, maternità e la nuova sfida al Torino Film Festival. L’intervista al Corriere della Sera

Nell’intervista al Corriere della Sera, Laura Chiatti parla per la prima volta dell’ADHD, della fragilità come forza, della maternità e della sua nuova sfida come madrina del Torino Film Festival.

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«È la prima volta che ne parlo pubblicamente», dichiara Laura Chiatti (foto Imagoeconomica) nell’intervista al Corriere della Sera. L’attrice sarà madrina del Torino Film Festival del 21 novembre, ma è la sua confessione personale a catturare l’attenzione: «Convivo da due anni con l’ADHD, insieme a dislessia e disgrafia». Una rivelazione arrivata con la sincerità istintiva che la contraddistingue.

Una mente che corre

Chiatti racconta di aver sentito «il dovere» di condividere la sua condizione: la mente che corre, la fatica di seguire un discorso, la sensazione di funzionare in modo diverso. Il recitare, dice, apre spazi alla fragilità ma anche alla forza creativa: «Non cerco comprensione, parlo per chi si trova fuori ritmo».

Valore e fragilità, senza riflettori

Quando le luci si spengono, resta Laura: «Ho imparato a riconoscere il mio valore e non ho paura di mostrarmi fragile». Madre orgogliosa, vede nella maternità «il dono più grande», la parte che la ancora a sé stessa, «fatta di luce e intermittenze».

Uno sguardo da bambina

L’insicurezza? «Sì, per mettermi così in gioco». Vorrebbe scrivere una storia che guardi il mondo con gli occhi dei bambini, «dove le emozioni non passano dal pensiero ma dal sentire». Una sensibilità che, dice, aveva già da piccola.

Le prime scene e quella passione

Da adolescente cantava alle sagre. Un giorno arrivò Beppe Fiorello, ma lei voleva suo fratello, all’epoca amore segreto. Lo raccontò anni dopo in tv. Ribelle già allora, insofferente alle «dinamiche soffocanti».

Il prezzo dell’autenticità

«L’autenticità ha un prezzo da pagare», ammette Chiatti. Una verità che vale nella vita come al cinema.

La sfida del Torino Film Festival

Essere madrina è per lei «un’emozione enorme», un mettersi in gioco affrontando ciò che la terrorizza: un festival con grande storia e pubblico esigente. Sulle definizioni non si formalizza: «Sarò Laura, e basta».

Il mondo virtuale di Quasi Vera

Nel film di Fausto Brizzi interpreta la musa che introduce il protagonista al mondo virtuale: «L’Intelligenza Artificiale può cambiare molto, ma non sostituirà mai la verità di uno sguardo». Bisogna dialogare con la tecnologia «senza perdere il cuore umano dell’arte».

L’esperienza surreale con Sofia Coppola

Tra i suoi ricordi, l’internazionale Somewhere di Sofia Coppola: «Pensai mi avesse confusa con un’altra». Sul set si sentiva piccola e vulnerabile, nonostante mesi di studio dell’inglese. «Sofia è stata dolce, mi ha fatto sentire protetta. Una lezione di umanità, prima ancora che di cinema».

Laura Chiatti oggi racconta tutto questo senza filtri, trovando nella propria fragilità un luogo di autenticità. E in questa nuova stagione della sua vita, il Torino Film Festival diventa la sua sfida più luminosa.

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In Evidenza

Renzo Arbore e la memoria di una vita: l’infanzia, la musica, gli incontri decisivi. L’intervista al Corriere della Sera

Dall’infanzia a Foggia ai miti americani, dagli esordi Rai all’amicizia con Dalla, fino a Battisti e Melato: il racconto di Renzo Arbore in una lunga intervista al Corriere della Sera.

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«Il mio primo ricordo? Il Duce». Così Renzo Arbore apre il suo racconto nell’intervista al Corriere della Sera, rievocando Riccione negli anni Trenta e un Mussolini rimasto senza costume in mare. Poi la guerra, «l’odore delle micce sulle candele» e la fame combattuta «con pane e zucchero». Nel Palazzo Arbore a Foggia, rifugio durante i bombardamenti, il piccolo Renzo intratteneva gli sfollati cantando La bela Gigogin e le canzoni della balia friulana.

Gli americani e la nascita di un amore

Sfollato a Chieti, Arbore vide sfilare gli ultimi tedeschi e poi arrivare gli americani «con la musica sulle jeep». Tornato a Foggia, di fronte a casa sua c’era un circolo ricreativo USA dove suonavano Benny Goodman e Stan Getz. Da lì, l’imprinting: jazz e canzone napoletana.

L’artista come destino

Da ragazzo studiava i personaggi del corso cittadino: «lo scappato di casa, il mobiliere, la bonona», e soprattutto «l’artista», come Humbert, “l’inventore dell’acqua tiepida”. Da quell’umorismo goliardico nascerà una carriera. Anche ufficiale: «Ho una laurea in goliardia», dice Arbore, consegnata da Umberto Eco.

Ricordi, Napoli e l’incontro con Padre Pio

Figlio di una famiglia monarchica, votò monarchico la prima volta. Conobbe Padre Pio diciottenne: «Facèsse che vòle», gli disse il frate sul suo futuro. Si trasferì poi a Napoli per studiare Giurisprudenza, tra serate allo USO Club e tagli “crew cut” che ispirarono Tu vuo’ fa’ l’americano.

L’arrivo in Rai, Boncompagni e la Roma degli anni d’oro

A Roma, grazie a un consiglio arrivato da Foggia, superò il concorso Rai come maestro programmatore. Al suo fianco Gianni Boncompagni, «maledetto toscano, intelligentissimo», con cui inventò Alto gradimento. È l’epoca delle prime notti romane, dell’incontro con Gabriella Ferri e della scoperta di Lucio Battisti: Arbore fu quello che gli mise la chitarra in mano e lo convinse a cantare Per una lira.

Melato, Dalla e gli amori che segnano

Fra le foto che riempiono la sua casa, spunta il ricordo di Mariangela Melato: «Ci siamo amati tutta la vita». Racconta il primo incontro, la festa da Agostina Belli e Battisti che improvvisa Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Ancora più indietro, l’infanzia condivisa con Lucio Dalla senza saperlo: «Era il figlio della modista di Bologna che veniva a casa mia».

La tv che cambia tutto

Dopo Per voi giovani arriva la rimozione, poi Alto gradimento. E ancora L’altra domenica, con il debutto di Roberto Benigni («Abbiamo già provato, ora vai in onda»), fino a Quelli della notte, che «esplose in mano»: Bracardi, Frassica, Laurito, Marchini, Luotto, D’Agostino. Una rivoluzione.

Gli incontri incredibili: da Craxi a Adriana Faranda

Arbore ricorda l’ultima notte romana di Bettino Craxi, prima della fuga in Tunisia, e una colazione con «una bella ragazza» che si rivela Adriana Faranda: «Non ti ricordi? Siamo stati a un passo dal chiamare L’Altra domenica».

L’Orchestra Italiana e il rimpianto dei figli

Dopo Indietro tutta!, nasce l’Orchestra Italiana: «1.600 concerti in tutto il mondo». E una confessione: «Mi manca non aver avuto figli. Ma forse, con i grandi amori che ho vissuto, non avrei fatto tutte queste imprese».

Renzo Arbore, nella sua casa romana, è la memoria vivente di un’Italia che non c’è più, e che il Corriere della Sera ha saputo far raccontare dalla sua voce più autentica.

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In Evidenza

Robbie Williams: «La mia vista peggiora per le iniezioni dimagranti». L’allarme della popstar

Robbie Williams rivela un peggioramento della vista e collega il problema alle iniezioni dimagranti. L’artista racconta la sua esperienza per avvertire sui potenziali rischi.

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«La mia vista è offuscata, sta peggiorando». Robbie Williams lo confessa al «The Sun», spiegando di avere sempre più difficoltà a vedere il pubblico durante i concerti. Il problema è emerso guardando una partita di football: «Non riuscivo a distinguere i giocatori, erano solo macchie su un campo verde».

Il sospetto sul trattamento dimagrante

In un primo momento Williams pensava fosse un normale calo dovuto all’età. Un ottico gli ha consigliato di cambiare occhiali, ma senza alcun miglioramento. A quel punto la popstar ha collegato il peggioramento della vista alle iniezioni per dimagrire, decidendo di parlarne pubblicamente per «avvertire le persone sui potenziali rischi» e invitare tutti a informarsi prima di intraprendere cure simili.

Una dipendenza difficile da rompere

Nonostante il problema, Williams ammette: «Sono così malato che probabilmente continuerei a prenderlo finché non mi sarà completamente scomparsa la vista da un occhio».

La nuova routine quotidiana

Il cantante racconta anche di essere diventato «una di quelle persone a cui piace allenarsi». Ogni giorno, dice, «mi alzo e faccio esercizi», mostrando un impegno costante nel mantenersi in forma.

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