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Esteri

Mezzo milione di bimbi uiguri tolti ai genitori per essere “educati” ad amare il partito e la Cina

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Il Congresso Usa, in una rara prova di unita’ bipartisan, prova a mettere all’angolo Donald Trump. I democratici e i repubblicani sono al lavoro su un provvedimento a prova di veto presidenziale che costringa il presidente a usare il pugno duro con la Cina in termini di diritti umani. Una mossa che arriva mentre emergono nuovi dettagli agghiaccianti sulla stretta di Pechino contro l’islam nella provincia dello Xinjiang, dove mezzo milione di bambini uiguri e musulmani e’ stato separato dalle famiglie per essere indottrinato al rispetto del partito comunista e del Paese. Le nuove rivelazioni del New York Times mostrano come neanche i bimbi sfuggano all’affondo della Cina contro le minoranze musulmane. Centinaia di scuole-collegi sono state aperte nella regione dello Xinjiang, dove gli insegnanti uiguri sono stati messi in carcere e sostituiti da migliaia di professori scelti nel resto del Paese. Le scuole sono descritte da Pechino come un tentativo di combattere la poverta’ e offrire ai bambini l’istruzione necessaria. Ma – denuncia il New York Times – la realta’ e’ diversa: l’obiettivo e’ spezzare l’impatto dell’atmosfera religiosa che i bimbi respirano nelle loro famiglie e istruirli ad “amare il partito e il Paese”. Si inserisce in questo quadro l’abolizione delle lingua ufficiale degli uiguri e l’insegnamento, al suo posto, del cinese. Contro questo tipo di atteggiamento il Congresso americano intende agire. E intende farlo mettendo Trump all’angolo: il via libera a larga maggioranza bipartisan a norme che obbligano la Casa Bianca a far sentire la sua voce e il suo peso sui diritti umani con Pechino obbligherebbe il presidente a firmarle o a rischiare di essere scavalcato dal Congresso nell’anno elettorale. Un’ipotesi quest’ultima che Trump non puo’ permettersi per non apparire debole agli occhi dei suoi sostenitori. Il Congresso di recente ha gia’ sfidato Trump sul fronte dei diritti umani, schierandosi a sostegno dei manifestanti di Hong Kong, e costringendolo a fare lo stesso. Nei prossimi mesi oltre alla Cina nel mirino ci sono anche la Turchia e l’Arabia Saudita, che il Congresso vorrebbe punire per i loro abusi sui diritti umani. Intanto arriva dall’Assemblea generale dell’Onu una condanna alla Birmania per le violazioni dei diritti umani nei confronti dei Rohingya, incluse le torture e le incarcerazioni.

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Esteri

Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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