«It’s gone!», è il messaggio WhatsApp partito a stretto giro da Washington, subito dopo il bilaterale alla Casa Bianca tra Giorgia Meloni e Donald Trump. Un faccia a faccia giudicato «andato benissimo» anche dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, con cui Meloni ha avuto una lunga telefonata a cose fatte. L’obiettivo, adesso, è riuscire a far sedere Trump e von der Leyen allo stesso tavolo, per avviare un dialogo sulla controversa guerra dei dazi tra USA e UE.
Vertice a Roma prima della NATO: possibile sede Villa Doria Pamphili
Secondo fonti di Palazzo Chigi, si lavora a un incontro a Roma, prima del vertice NATO dell’Aia (24-26 giugno), che potrebbe tenersi a Villa Doria Pamphili. Il summit, se confermato, rappresenterebbe un passaggio storico per i rapporti euroatlantici e un successo politico per la premier italiana, da tempo al lavoro su questa triangolazione diplomatica Roma-Bruxelles-Washington.
Strategia condivisa con Bruxelles: immigrazione e dossier dazi
Meloni ha costruito l’incontro con Trump in stretta sintonia con von der Leyen, evitando asimmetrie e divisioni. Non a caso, proprio alla vigilia del bilaterale, la Commissione europea ha accelerato sulla lista dei Paesi sicuri in tema di immigrazione, un messaggio sponda che Meloni ha potuto esibire alla Casa Bianca su uno dei temi cari a entrambi i leader. Il dossier dazi, invece, è stato mantenuto in secondo piano, ma è la posta vera della trattativa, che potrebbe presto passare nelle mani di Bruxelles con l’Italia da ponte diplomatico.
Meloni, il volto europeo gradito a Trump
Secondo il New York Times, Meloni è «una dei pochi leader europei graditi a Donald Trump». Lo conferma anche il vicepresidente USA J.D. Vance, arrivato a Roma per le vacanze pasquali, che ha avuto un colloquio riservato con la premier e ha ribadito il suo ruolo chiave nella ricostruzione dei rapporti con l’Europa. Vance, noto per le sue posizioni ostili al Vecchio Continente, ha accantonato i toni duri per un clima di cordialità politica e diplomatica, anche durante il pranzo con Antonio Tajani e Matteo Salvini.
Energia, difesa e geopolitica: il dossier India e Imec
Durante l’incontro è stato affrontato anche il dossier sull’Imec, il corridoio India-Medio Oriente-Europa alternativo alla Via della Seta cinese. L’Italia guarda con interesse alla strategia USA di sganciamento da Pechino e valuta positivamente il ruolo strategico dell’India nei futuri equilibri geopolitici. Al centro anche la partita sull’acquisto di gas liquido (GNL): l’Italia può mettere sul piatto 10 miliardi di metri cubi, diventando un hub energetico nel Mediterraneo.
Difesa, tra annunci e tensioni interne al governo
La premier ha confermato l’impegno italiano a raggiungere il 2% del Pil per la difesa, in linea con gli obiettivi NATO. Ma a Roma, nel frattempo, è esplosa una lite tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Il primo chiede prudenza e rigore, il secondo difende le spese militari come «necessarie per la sicurezza nazionale».
Uno scontro che ha irritato Meloni, impegnata su un fronte internazionale delicatissimo: «Lei rischia tutto a Washington e loro litigano come bambini…», è il commento amaro che circola tra i suoi fedelissimi a Palazzo Chigi.