Collegati con noi

Sport

Meloni al Gp di Monza, visita Ferrari e Alfa Romeo

Pubblicato

del

Ha lasciato il circuito di Monza poco prima della partenza della gara, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Arrivata all’autodromo di Monza accompagnata dalla sorella Arianna, neo responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, la premier si è concessa una passeggiata fra la folla e selfie con i tifosi, prima di salutare il presidente Aci Angelo Sticchi Damiani, che l’ha accompagnata nei paddock.

Dopo una prima una sosta nell’area hospitality della Formula 1, Meloni ha visitato i box Ferrari e quelli Alfa Romeo, dove si è complimentata per la nuova livrea tricolore, tributo alla nuova Alfa Romeo 33, e poi è salita sulla monoposto del biscione guidata dal pilota Gunyu Zhou. Al box dell’Alfa Romeo la premier ha avuto anche un breve incontro con Barbara Berlusconi. La presidente del Consiglio ha infine sfilato sotto il podio per assistere all’esecuzione dell’Inno di Mameli, eseguito dalla Banda della Polizia di Stato e cantato da ‘Il Volo’.

Poco dopo Meloni, è arrivato a Monza il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha raggiunto la “sala governo”, riservata appunto a ministri e alla premier. Presenti anche il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e quello delle Imprese Adolfo Urso. Giunto a Monza direttamente da Cernobbio, il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini ha raggiunto la presidente Meloni all’interno della blindatissima “F1 hospitality”.

Advertisement

Sport

L’ultima di Mourinho, parla solo in portoghese

Pubblicato

del

Ennesimo show di Mourinho, protagonista anche dopo la vittoria di Reggio Emilia col Sassuolo. Ancora una volta polemico, il tecnico della Roma si è presentato ai microfoni di Dazn per commentare la partita vinta in rimonta e lo ha fatto parlando solo in portoghese, senza rispondere alle domande.

“Ringrazio il direttore (Pinto ndr) e la società che nelle ultime 24 ore mi hanno offerto sostegno – le parole dell’allenatore giallorosso, finito sotto indagine della procura federale per aver espresso dubbi sulla designazione dell’arbitro Mercenaro per la gara con il Sassuolo, – e quindi la stabilità emotiva di cui si necessita per svolgere questo lavoro. E’ stata una vittoria lottata, sofferta e meritata perché anche quando eravamo in svantaggio siamo stati migliori. Sono felice per i giocatori”. In attesa della decisione della Procura dopo le dichiarazioni del pre partita, dove si era appunto detto preoccupato da arbitro e quarto uomo designati, “oggi parlo in portoghese – l’ultima dello Special One – perché il mio italiano non è così forbito per esprimere certi concetti, come quello sulla stabilità che è una qualità forte e necessaria per rendere al massimo livello”.

“A chi si lamentava (la panchina del Sassuolo ndr) – dico semplicemente che per ricevere fair play è necessario anche darlo” ha aggiunto Mourinho che ha concluso senza farsi fare domande. E anche in sala stampa ha continuato con la sua lingua madre perché “il mio italiano non è, evidentemente, sufficientemente chiaro”. Ancora allusioni alle polemiche della vigilia, dalle quali il tecnico della Roma si sfila a modo suo. Ringraziando società e tifosi del sostegno che gli danno, e tenendosi ben stretto un risultato strappato ad una gara molto difficile. O meglio ‘muy dificile’, ha detto, aggiungendo poi di avere sempre avuto la sensazione di poterla vincere, “anche quando eravamo sotto nel punteggio. L’arbitro? La prestazione è stata ottima, molto migliore di altre che avevo visto”.

Per il tecnico del Sassuolo Alessio Dionisi, “la partita è cambiata quando siamo rimasti in 10. La Roma ha pareggiato con un rigore disponibile e il gol del vantaggio arriva su autogol. Giusta l’espulsione, che tuttavia ci ha pesantemente condizionato: fin lì la gara l’avevamo fatta soprattutto noi2. Dionisi schiva poi le polemiche (“ho la mia educazione e il mio fair play”) e dice di preferire parlare “della partita e del Sassuolo che non degli episodi e degli avversari come fanno alcuni miei colleghi”. La chiosa va di conseguenza: “Undici contro 11 non l’avremmo mai persa”, dice Dionisi, che ci tiene a sottolineare come lui non va dietro “alle polemiche e alle chiacchiere” e, tornando al match, recrimina sugli errori commessi dai suoi che, aggiunge, “ci faranno crescere”.

Continua a leggere

Sport

Sci: infinita Brignone, è doppietta a Mont Treblant

Pubblicato

del

Una Federica Brignone infinita, coraggiosa e perfetta ha vinto in 2’11″95 anche il secondo gigante di Coppa del Mondo a Mont Trembland. Per lei è la vittoria n.23 in carriera, che ne fa l’azzurra più vincente di sempre. E’ la prima volta che l’azzurra realizza una doppietta così, coronamento di una carriera che nel 2020 l’ha vista vincere la coppa del mondo, unica italiana nella storia dello sci. Federica si è imposta con una seconda manche tutta all’attacco ed una rimonta strepitosa dal 6/o posto al primo in condizioni meteo al limite, sotto una fitta nevicata e forti raffiche di vento.

Seconda la svizzera Lara Gut- Behrami in 2’12″28 e terza l’americana Mikaela shiffrin in 2’12″34, che si sono dovute inchinare alla eccezionale gara di Federica che non a caso ha realizzato il miglior tempo della seconda manche. Per l’Italia poi c’è’ Marta Bassino 8/a e vittima di qualche errore di troppo mentre Sofia Goggia ha invece chiuso buona 10/a un’altra bella gara in questa disciplina. Per l’Italia in classifica anche Elisa Platino 20/a e Roberta Melesi 21/a.

La coppa del mondo torna ora in Europa. Gli uomini – registrando un avvio di stagione assolutamente fallimentare con sei gare cancellate su sette in calendario e dopo il flop totale della trasferta negli Usa con l’annullamento di tutte e tre le gare di Beaver Creek – volano in Francia: in Val d’Isere sabato e domenica prossimi ci saranno un gigante ed uno uno speciale. Le ragazze saranno in Svizzera, a St. Moritz, dove s svolgeranno le prime gare per le velociste: venerdì prossimo superG, sabato discesa e domenica ancora un superG. Tutte gare per Sofia Goggia e le ragazze jet azzurre, comprese Brignone e Bassino che sono anche super gigantiste eccellenti.

Continua a leggere

Sport

Marquez sorride alla Ducati e riaccende i riflettori

Pubblicato

del

Pochi giri per ritrovare un sorriso che mancava da parecchio nel paddock della MotoGP. Martedì scorso, a Valencia, erano solo test di fine stagione, ma ha colpito l’espressione da bimbo al luna park che Marc Marquez ha rivolto a Frankie Carchedi, suo nuovo ingegnere di pista, appena sceso dalla Ducati del team Gresini con il quale sarà in pista nel 2024, dopo 11 anni di Honda. Un lampo gli ha illuminato lo sguardo, nelle ultime stagioni più spesso accigliato che felice. Una luce che dovrebbe preoccupare soprattutto gli altri piloti di Borgo Panigale. Ha percorso 49 tornate ed ottenuto il miglior tempo alla 46/a, a 171 millesimi dal più veloce. Il suo è stato il quarto crono, senza rischiare né strafare. Per motivi contrattuali non ha potuto commentare le prime sensazioni. Certo, però, il feeling tra l’uomo ed il mezzo meccanico è parso immediato, quasi frutto di una magia.

L’arrivo del catalano otto volte campione del mondo (sei in MotoGP) nella pattuglia di quanti avranno a disposizione quella che da un paio di stagioni è la moto più performante e competitiva della classe regina è una novità che promette di mettere ulteriore pepe sul motomondiale e già suscita molta curiosità. Marquez avrà la Desmosedici nell’ultima versione guidata da Johann Zarco nel 2023. Ma, per dare l’idea della considerazione in cui è tenuto, la moto che ha provato a Valencia non era un ‘usato sicuro’, bensì un mezzo fresco di fabbrica, approntato appositamente per lui. “Avere un otto volte campione del mondo come Marc è una situazione di potenziale pericolo per l’armonia all’interno delle squadre, uno dei nostri punti di forza. P

ùerò credo che in questi anni ci siamo fatti le ossa. Dovremo essere bravi a gestirla, ma siamo ben allenati”, ha commentato Gigi Dall’Igna, direttore generale del settore corse. Il team ufficiale sarebbe certamente quello messo più in difficoltà da un Marquez subito vincente, trovandosi a dover difendere il titolo-bis di Francesco Bagnaia su più fronti. Perché è certo che Jorge Martin – anche lui in Ducati, con il team Pramac che ha una moto quasi identica alla factory – tornerà alla carica ancor più sicuro delle sue capacità, dopo aver conteso, un po’ a sorpresa, il primato a Pecco. Che potrebbe così finire in una morsa, insidiato contemporaneamente da un Marquez agguerritissimo, affamato di riscatto – la sua ultima vittoria risale all’ottobre 2021, GP dell’Emilia Romagna – e che, alla soglia dei 31 anni, anela al nono titolo, per riuscire almeno ad affiancare Valentino Rossi.

D’altra parte, se il ramo ‘sportivo’ della Ducati lo ha accolto non proprio a braccia aperte, quello che guarda al marketing sa che avere in casa un campione ritrovato può rivelarsi la mossa vincente per un marchio che vola nelle classifiche delle vendite. Si tratta pur sempre “di uno dei piloti più importanti della storia del motociclismo – ha aggiunto Dall’Igna, parlando a Valencia – ed è un onore che abbia voluto correre con noi”. Marc “è un pilota ingombrante”, ma “la nostra moto ha vinto con quasi tutti coloro che l’hanno usata, quindi immagino che saremo in grado di adattarla al suo stile di guida”, ha concluso l’ingegnere veneto. Il rischio è che con Marquez la Ducati, da moto che tutti guidano alla grande, diventi la moto che sa guidare solo… lui. Come è successo alla Honda. L’intelligenza di Ducati si vedrà anche da come saprà gestire i tanti galli che affolleranno i box.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto